Buffon: "A Parma per vincere l'ultima sfida. Donnarumma da Pallone d'Oro, deve puntarci"

ESCLUSIVA

Il portiere ha parlato in esclusiva a Sky Sport del suo ritorno al Parma: "Voglio dimostrare di essere speciale e non ho alcun dubbio sulle mie prestazioni. Ho le giuste motivazioni e posso fare bene per altri 4 o 5 anni: voglio vincere anche quest'ultima sfida. E Maresca è un predestinato". Sulla Nazionale e Donnarumma: "Mancini eccezionale nella gestione, Gigio da Pallone d'Oro. Lo merita e deve puntarci". E sul campionato: "Allegri sa cosa serve alla Juve per tornare a vincere. Mi dispiace che non ci sia Conte"

La nuova avventura al Parma e le prime sensazioni, con tante sfide da vincere anche a 43 anni. Poi l'impatto con la nuova realtà e il nuovo allenatore, Enzo Maresca, "un predestinato". Lo straordinario successo della Nazionale a Euro 2020, grazie al lavoro di Roberto Mancini e alla presenza determinante non solo di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, compagni di mille avventure in azzurro e alla Juventus, ma anche di Gigio Donnarumma, uno che "deve puntare al Pallone d'Oro". Infine il ritorno di Massimiliano Allegri alla Juve e il rammarico per l'assenza di Antonio Conte nel prossimo campionato di Serie A: tantissimi gli argomenti toccati da Gianluigi Buffon, che ha parlato in esclusiva a Sky Sport direttamente dal ritiro del Parma. Di seguito l'intervista completa.

Sai quanti giorni sono passati dal tuo esordio a 16 anni col Parma?

Non so quanti giorni, ma so che sono passati 21 anni , sono un bel po'… Fai 21 per 3, saranno circa 8000 o 9000 giorni.

 

Sono 9370.

Vedi? In matematica sono bravo.

 

Pensando a quel momento, c'è qualcosa che di quel Gigi ancora ritrovi dentro di te?

Sì, la voglia di stupire e di dimostrare di essere un atleta, un portiere e una persona speciale. Questo è il motivo per il quale vado avanti, intraprendo certe strade e amo certe sfide. Questo è il succo della vita, o almeno della mia.

 

Al Parma ci sono quelle condizioni per dare continuità alla tua storia?

Certo. Alla mia età il dubbio di essere un portiere performante o meno non ce l'ho. Ho la certezza di poter fare bene fino ai prossimi quattro o cinque anni perché mi sento bene e ho acquisito un'esperienza che non mi fa avere dubbi sulle prestazioni. I dubbi li puoi nutrire nel momento in cui non hai le motivazioni giuste o non fai la scelta che riesce a scaldarti il cuore e l'anima come dovrebbe. In quel caso, a una certa età, rischi di fare delle brutte figure. Ma questo non è quello che ho pensato quando ho scelto Parma perché secondo me Parma ha le caratteristiche giuste per poter affrontare e cercare di vincere anche quest'ultima sfida.

 

Come ti hanno accolto nello spogliatoio? Come ti guardano i compagni?

Magari per i più giovani il primo giorno può sembrare strano vedere non solo l'uomo di 43 anni, ma anche il giocatore che entra in un contesto simile. Ma credo che sia importante l'intelligenza di tutti e anche una certa umiltà che devo avere io per farmi apprezzare e per creare dei rapporti con i ragazzi. Penso che dal secondo giorno il ghiaccio si sia rotto. Sto vivendo un bel clima di amicizia e di positività, quindi mi auguro che tutto questo possa essere propedeutico a una grande stagione. 

 

Di Maresca si dice che è un predestinato perché ha idee diverse. Che percezioni hai?

Le prime sensazioni sono molto buone e convincenti. Io credo che ogni allenatore cerca sempre di portare le proprie idee, che spesso e volentieri sono diverse dal canonico. Ma la vera differenza è come si riesce a trasmettere queste idee e come si riesce a farle recepire alla squadra. In questo mi sembra che Maresca abbia un qualcosa di differente che fa breccia immediatamente nella testa dei giocatori e questo è determinante.

 

Hai già giocato in Serie B con la Juventus. Ti ricordi questo campionato?

Me lo ricordo e mi ricordo anche che non è stata una passeggiata di salute. Inizialmente incontrammo qualche problemino, poi nel lungo periodo siamo riusciti a consolidare una certa leadership e a quel punto anche le altre squadre ti affrontano in maniera differente. Il girone di andata sarà determinante per mostrare di che pasta siamo fatti e dove vogliamo arrivare.

 

Tu conosci l'ambiente della Nazionale: dov'è che Mancini ha fatto veramente la differenza?

Secondo me l'ha fatta puntando sulla conoscenza di tanti giocatori giovani che magari avevano militato nelle nazionali giovanili e non erano ancora conosciuti al grande pubblico. Inoltre con la serenità e la chiarezza di idee che ha dato da subito. Ha trasmesso serenità a un gruppo che veniva da delle delusioni cocenti. Poi ha avuto un'idea tattica, sfruttando le qualità dei ragazzi, e l'ha portata fino in fondo. Nella gestione è stato eccezionale.

 

Cosa pensi di Chiellini e Bonucci?

Per me non sono delle sorprese. Giorgio e Leo sono dei punti di riferimento. Ogni Nazionale che si rispetti e che vince ha bisogno dell'esperienza, della certezza e della solidità che alcuni giocatori possono dare. In mezzo a questo ci sono anche le grandi sorprese, dando per scontato che Verratti per me è un campione e che Jorginho sta dimostrando di essere un giocatore di altissimo livello. Le due sorprese più grandi, per quello che hanno dimostrato in campo, sono state Chiesa e Donnarumma. Gigio è stato fortissimo: al di là delle parate, che sono state determinanti, ha avuto una gestione delle partite e dei momenti che lo hanno posto un palmo sopra a tutti gli altri portieri. Non era una cosa scontata, perché era il suo primo grande evento. Ma ha risposto alla grandissima.

 

Donnarumma sta seguendo le tue orme: è destinato ad essere tra i più forti di sempre e può essere da Pallone d’Oro?

Secondo me può essere sicuramente da Pallone d’Oro. Per le qualità che ha e per quello che ha fatto vedere, Gigione deve puntare al Pallone d’Oro. Stai parlando con uno al quale a 18 anni avevano detto: 'Si dice che potresti essere il secondo portiere più forte della storia dopo Yashin'. Io avevo risposto: 'Ma perché il secondo dopo Yashin? Chi ha detto che non posso essere il più forte?'. Quando sei giovane l'obiettivo deve essere quello di non accontentarsi e puntare sempre al massimo. Gigio deve fare sicuramente questo.

 

Col ritorno di Allegri la Juve torna la favorita?

Non basta solo il ritorno di Allegri. Io penso che la Juve sia una squadra che ha tutte le carte in regola per tornare a vincere in campionato. Si parla tanto di delusione per l'anno scorso, ma abbiamo vinto la Coppa Italia e la Supercoppa, oltre a qualificarci per la Champions: non mi sembra proprio un'annata deludente. Ma, quando sei la Juve, le aspettative sono sempre di massimo livello, quindi ad Allegri verrà chiesto di vincere il campionato e io credo che nessuno come lui, al momento, sappia di cosa ha bisogno l'ambiente Juve e la Juve come squadra per tornare a primeggiare.

 

Mourinho, Sarri, Inzaghi, Spalletti e Allegri. C'è qualche progetto che ti intriga più di altri?

No, ma mi sarebbe piaciuto vedere anche Conte in questo pentolone. Sarebbe diventato un campionato esplosivo. Invece non c'è più e mi dispiace. Sarà un campionato che farà parlare di sé, in campo e anche fuori. Questo fa sì che la nostra Serie A diventi più interessante e ritorni sotto i riflettori: questi personaggi hanno un carisma talmente spiccato che non possono che far bene al nostro campionato.

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