Da Savoldi a O Ney: la storia degli acquisti da record

Calciomercato

Gianluca Maggiacomo

Neymar, Savoldi, Bale, Ronaldo, Lentini: i loro acquisti, in epoche diverse, hanno fatto la storia del calciomercato (Getty)
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Il passaggio al Psg di Neymar è solo l’ultimo esempio di operazioni di mercato che hanno fatto la storia del calcio. Trasferimenti che hanno segnato il passo, con investimenti da capogiro poi sempre superati. Ripercorriamoli partendo dagli anni Settanta, quando, per la prima volta, si è superata la soglia dei due miliardi di Lire

Si parte da Beppe Savoldi, si arriva a Neymar. In mezzo, tra gli altri, Lentini, Vieri, Crespo, Figo, Cristiano Ronaldo, Bale e Pogba. Cosa li accomuna? Oltre alla classe, il fatto di esser stati protagonisti del mercato con trasferimenti storici. Calcio e affari. Soldi e, qualche volta, polemiche. Mercato pazzo. Cifre da capogiro che partono da un club e finiscono nelle casse di un altro. Cessioni e acquisti che fanno epoca e creano discussioni. Ogni volta l’asticella si alza. Per poi rialzarsi al giro successivo. E avanti così. Fino alla volta dopo. Fino al prossimo capriccio di qualche big del calcio europeo. Adesso la cifra da superare è quella di 222 milioni di Euro. Ovvero, quanto versato dal qatariota Nasser Al-Khelaïfi, proprietario del Psg, al Barcellona per liberare Neymar.

 

Mister 2 miliardi

Per arrivare all’affare con protagonista “O Ney”, però, la strada è lunga. In principio era il miliardo e mezzo di lire pagato dal Napoli per avere Beppe Savoldi dal Bologna. Un record. Mai nessuna squadra prima aveva speso tanto per acquistare un calciatore. E il fatto che sia avvenuto in Italia non è un caso: allora nel nostro campionato si poteva fare più che altrove. È l’estate del 1975, l’anno di nascita degli Iron Maiden. In Italia si discute del compromesso storico tra il Pci e la Dc. Mentre nel mondo del pallone, dopo aver celebrato il 16° scudetto vinto dalla Juventus, l’argomento che tiene banco è uno solo: il trasferimento di Savoldi al Napoli. Il passaggio dell’attaccante in azzurro è seguito da una coda di polemiche, soprattutto perché il Paese era alle prese con una forte crisi economica. A tanti è sembrata un’operazione sconsiderata. Immorale, per qualcuno. Ma tant’è. L’intero affare costerà alle casse del Napoli, complessivamente, 2 miliardi di Lire, tra pagamento del cartellino e bonus. Savoldi re del mercato, dunque. E da quel momento, diventò “Mister 2 miliardi”.

 

Paolo Rossi e le buste

I record sono fatti per esser battuti. E infatti quello di Savoldi dura appena tre anni. È l’estate del 1978 quando la Juventus, per risolvere la comproprietà di Paolo Rossi con il L.R. Vicenza, sborsa la bellezza di 2 miliardi e 612 milioni di lire. La storia è questa. Pablito era in compartecipazione tra le due società. Dopo l’exploit della stagione che si era appena chiusa, i vertici di Juve e Vicenza, per risolvere la proprietà del suo cartellino, si siedono a tavola e vanno alle buste. Il numero uno del club veneto, Giuseppe Farina, per trattenere il giocatore scrive una cifra iperbolica per quei tempi, sicuro che non sarebbe stata accettata. Ma Giampiero Boniperti non si scompone, apre il portafogli e tira fuori i soldi. L’operazione è stata seguita da polemiche e dichiarazioni di fuoco. Dirà Farina: «Mi vergogno, ma non potevo farne a meno: per vent'anni il Vicenza ha vissuto degli avanzi. E poi lo sport è come l'arte, e Paolo è la Gioconda del nostro calcio».

 

Pibe de miliardi

Tempo quattro anni e il calciomercato è di nuovo protagonista con cifre che solo poche stagioni prima sembravano improponibili. Estate del 1982: il Barcellona del presidente Josep Lluís Nuñez compra Diego Armando Maradona dal Boca Juniors. Nelle casse del club argentino finiscono circa 7 miliardi di lire, pari, più o meno, a 3 milioni e mezzo di Euro. Tanto, per i tempi. Ma non per il più grande di sempre. Non per un genio come il “Pibe de Oro”. Che due estati dopo, nel 1984, se ne va a Napoli. Facendo alzare ancor di più l’asticella economica per un’operazione di mercato. La trattativa per portarlo in azzurro dura quasi due mesi, tra rilanci, rallentamenti e frenate. Alla fine si chiude con 13 miliardi e mezzo di lire al Barça e Diego a Napoli per la gioia di un’intera città.

 

Gullit e il Milan delle meraviglie

Da Maradona a Gullit. Napoli chiama, Milano pochi anni dopo risponde: operazioni a suon di miliardi. Segno che negli anni Ottanta il mercato parlava quasi solo ed esclusivamente italiano. Nel 1987 i rossoneri di Silvio Berlusconi comprano il centrocampista Ruud Gullit dal Psv. Costo dell’operazione: 13,5 miliardi. Stessa cifra spesa tre anni prima da Corrado Ferlaino per avere Diego. Mai il Milan aveva investito tanti soldi per comprare un giocatore. Quella dell’olandese è stata un’operazione storica, perché ha dato il via al Milan delle meraviglie, quello di Sacchi e degli Olandesi: Marco Van Basten, Frank Rijkaard e, ovviamente, Ruud Gullit.

 

Il 1992 e l'Eldorado Serie A

Il viaggio negli acquisti che hanno fatto epoca, dalla seconda parte degli Anni Ottanta arriva direttamente al 1992, l’anno di grazia per tutti gli amanti del calciomercato. In quell’estate di 25 anni fa la Serie A rafforza la sua leadership in fatto di compravendita di calciatori. Il nostro campionato è un Eldorado, tutti vogliono la Serie A. E i presidenti dei nostri club sono pronti ad aprire i cordoni delle borse e tirar fuori i quattrini. In pochi mesi, Gianluca Vialli va alla Juve per 26 miliardi di Lire (4 in contanti più i cartellini di Eugenio Corini, Michele Serena, Mauro Bertarelli e Nicola Zanini) e la Lazio piazza il colpo Paul Gascoigne, versando 15 milioni di Lire al Tottenham. Ma il re del mercato è ancora il Milan. Berlusconi prima compra Jean Pierre Papin dall’Olympique Marsiglia, fresco Pallone d’Oro, costato 15 miliardi. Poi, il 30 giugno, acquista Gianluigi Lentini dal Toro. Costo dell’operazione: 65 miliardi di Lire, una cifra record per quegli anni. E proteste di piazza a Torino contro giocatore e società.

 

Bobo: mister 90 miliardi

L’asticella si alza ancora nel 1999. Quella di 18 anni fa è stata un’estate calda sull’asse Lazio-Inter. Massimo Moratti, che nel 1997 aveva già comprato Ronaldo dal Barcellona per 48 miliardi di Lire, vuole a tutti i costi Christian Vieri. Per averlo pare non badare a spese. E così, a fine agosto, dopo settimane di trattative e rumors, Bobo sbarca alla Pientina per formare con il Fenomeno una coppia da sogno. I nerazzurri si sobbarcano un’operazione da circa 90 miliardi di Lire, cifra che comprende il valore del cartellino di Diego Simeone, che arriva nella Capitale come contropartita tecnica. La soglia dei 100 miliardi è vicina.

 

Galattici a suon di miliardi

Il 2000 è l’anno dello sfondamento definitivo dell’asticella dei 100 miliardi di Lire. Una soglia reale e psicologica che segna un altro punto di non ritorno. In Italia la Lazio di Sergio Cragnotti, fresca vincitrice dello Scudetto, acquista dal Parma il cartellino di Hernan Crespo pagandolo 110 miliardi, valutazione che comprende anche i cartellini di Matias Almeyda e Sergio Conçeiçao, che si trasferiscono in Emilia. Ma il grosso avviene in Spagna, dove il Real Madrid inaugura l’era dei Galacticos andandosi a prendere Luis Figo dal Barcellona per 140 miliardi. Un affare da record, tra polemiche e un aumento spropositato della già fortissima rivalità tra Blancos e blaugrana. Impossibile dimenticare la testa di maiale scaraventata contro il portoghese alla sua seconda al Camp Nou da avversario.

 

Zizou, un affare Real

Non contento di Figo, il Real Madrid l’estate successiva, quella del 2001, piazza un altro colpo monstre. Dalla Juventus arriva Zinedine Zidane per 150 miliardi, pari a circa 77 milioni di Euro. Nuovo record. Mai nessuno era costato così tanto nella storia del calcio. Gongolano gli spagnoli e pure la Juventus, che con quanto incassato dalla cessione di Zizou, prende Gigi Buffon per 75 miliardi di Lire più il cartellino di Jonathan Bachini, allora valutato circa 30 miliardi. Ancora oggi, mai nessun portiere è stato pagato quanto quello bianconero, che nella stessa estate aggiungono Lilian Thuram, Pavel Nedved e (sigh) Marcelo Salas.

 

Sua maestà Ronaldo

E arriviamo così nel pieno degli anni Duemila. L’asse del mercato si sposta definitivamente in Spagna e in Inghilterra, per poi aggiungersi la Francia con i petrodollari del Psg. Quando si muovono i parigini, il Real, il Barça, il Manchester City o lo United, è solo per grosse operazioni. Con montagne di quattrini e, spesso, polemiche per l’aggiramento delle regole sul fair play finanziario (vedi il caso Neymar). Dopo l’era dei Galacticos, il Real Madrid nel 2009 porta al Bernabeu Cristiano Ronaldo, in uscita dal Manchester United, pagandolo 94 milioni di Euro e facendo salire CR7 sul trono dei giocatori più pagati di sempre.

 

Da Bale a Pogba. Ma nessuno come O Ney

Passano 4 anni e il posto di Ronaldo come re dei più pagati della storia del calcio lo prende Gareth Bale, che dal Tottenham passa al Real per 100 milioni di Euro. Nel frattempo ci saranno altre grosse operazioni di mercato con fiumi di denaro (Cavani e poi Di Maria al Psg, Suarez al Barcellona, James al Real, Higuain alla Juve, ecc.), senza però mai intaccare il primato stabilito dai Blancos per avere il gallese. Bale verrà superato solo nell’estate del 2016, quando Paul Pogba torna al Manchester United dopo 4 stagioni alla Juventus. Un’operazione da 105 milioni di Euro. Un nuovo record. Durato, però, appena un anno. Il tempo necessario al Psg di trattare, convincere e comprare Neymar. Adesso l’asticella si è alzata a 222 milioni. Chi offre di più?