
Più flop che grandi affari: i calciatori turchi approdati in Italia storicamente non hanno lasciato il segno. I primi arrivi negli Anni Cinquanta, con il leggendario Sukru Gulesin che spaccava le porte; poi il "cestista" Can Bartu e i più recenti Emre&Okan all'Inter. Adesso una nuova "ondata"

Con gli arrivi di Calhanoglu al Milan e Under alla Roma sale a 13 il conto dei calciatori turchi approdati in Serie A. Conto che potrebbe essere presto aggiornato, visto l’interesse per Emre Mor soprattutto da parte dell’Inter. Due ondate, in particolare: la prima a cavallo tra Anni Cinquanta e Sessanta, la seconda a inizio Anni Duemila. Eccoli tutti

CENGIZ UNDER (Roma). Partiamo dall’ultimo arrivato: lo volevano in tanti, se l’è assicurato Monchi pagando 13 milioni all’ İstanbul Başakşehir. Mancino, sa ricoprire più ruoli dalla metacampo in su: uno potrebbe essere quello che fu di Salah. Veloce, rapido nel dribbling, può partire largo o giostrare tra le linee. A 20 anni appena compiuti conta una stagione in SuperLig turca da rivelazione e un ottimo inizio con la maglia della nazionale (4 presenze, 2 gol nelle due in cui è partito titolare) -
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HAKAN CALHANOGLU (Milan). Molto più noto è il nuovo 10 rossonero, famoso per l’abilità sui calci piazzati, che infila con una naturalezza unica (11 punizioni segnate negli ultimi 4 campionati in Bundesliga tra Amburgo e Bayer Leverkusen, celebre quello da quasi centrocampo contro il Dortmund). Trequartista, regista arretrato, esterno offensivo: Montella deve solo trovare la posizione in cui farlo rendere al meglio

SALIH UCAN (Roma). Prima di loro, l’ultimo turco ad aver tentato l’avventura italiana era stato il giovanissimo talento su cui scommise la Roma nel 2014

Centrocampista classe ’94 di cui si dice tuttora un gran bene, ma che in Italia non ha mai mostrato i suoi sprazzi di classe complici due infortuni: dopo due stagioni di prestito, i giallorossi non l’hanno riscattato ed è tornato al Fenerbahce

EMRE BELOZOGLU (Inter). Un salto indietro fino ai primi Anni Duemila. Il piccolo Emre, centrocampista classe ’80, è probabilmente il più talentuoso tra quelli approdati in Italia. Sinistro fatato e dimensioni “compatte” ne fanno il “Maradona del Bosforo”, idolo al Galatasaray fin da giovanissimo

Arriva all’Inter nell’estate 2001, in 4 stagioni vince una Coppa Italia e segna 3 gol, con giornata di gloria quando fece doppietta alla Lazio nel giro di 10’ in un 3-3 in rimonta

OKAN BURUK (Inter). Prelevato in coppia con Emre, era un centrocampista più propenso alla corsa e alla lotta: motorino instancabile, soprattutto sulla corsia destra, 170 centimetri di forza di volontà che non gli bastarono a imporsi. Tre stagioni in nerazzurro mai da titolare, due gol

Anche lui conserva ottimi ricordi di Roma: una delle sue due reti (di testa) nel campionato 2002-2003 permise all’Inter di pareggiare all’Olimpico, contro la Roma, strappando il 2-2 al 90°

UMIT DAVALA (Milan, Inter). Approda in Italia nel 2001 con il suo maestro Terim, che lo porta con sé al Milan. Un disastro. Sulla fascia è la brutta copia del giocatore sicuro di sé che al Galatasaray aveva collezionato titoli. Con l’avvento di Ancelotti dopo l’esonero di Terim viene impiegato ancora meno e a fine stagione viene scambiato con Simic dell’Inter. In nerazzurro, però, non fa in tempo neanche a vestire la maglia, dato che viene immediatamente girato al Galatasaray

HAKAN SUKUR (Torino, Inter, Parma). Fa parte dell’ “infornata” degli Anni Duemila, anche se lui, a dir la verità, ci aveva già provato senza successo nel 1995. Primo approccio con la Serie A a 24 anni, quando passa al Torino dopo aver segnato valanghe di gol al Galatasaray. Potenziale colpaccio, non si ambienta mai e si rivela un flop: torna al Gala e riprende a segnare a raffica, vincendo tutto. Cinque anni dopo ci riprova l’Inter, ma anche lui, che si sente maturato

Va meglio, ma si capisce che la Serie A non fa per lui: 5 gol in campionato nella disastrosa stagione con Tardelli allenatore e il passaggio al Parma, per un’altra discreta stagione (15 presenze e 3 gol). Per tornare a collezionare numeri da record, gol e trofei deve tornare… (indovinate un po’?) al suo Galatasaray, dove chiude la carriera

BULENT EKEN (Salernitana, Palermo). Salto indietro fino agli Anni Cinquanta, alla scoperta dei primi giocatori turchi approdati in Italia. Il primo fu Bulent Eken, difensore, che partecipò con la sua nazionale ai Mondiali del 1954. Poi, nel 1963, ne divenne anche il Ct

SUKRU GULESIN (Palermo, Lazio). Tra il 1950 e il 1953 ecco l’attaccante ex Besitkas, un gigante di 190cm per 100 Kg portato in A dalla Lazio e subito girato in prestito al Palermo, prima di tornare a vestire la maglia biancoceleste. Dal punto di vista realizzativo è il miglior giocatore turco visto in A: 13 gol il primo anno in rosanero, 16 con la Lazio, altri 7 nella terza stagione di nuovo con i siciliani. Era famoso per la potenza del suo tiro: pare che il portiere del Padova nel 1950 preferì scansarsi prima di un rigore calciato da lui

LEFTER KUCUKANDONYADIS (Fiorentina). Attaccante dal gol facile con il Fenerbahce, in Italia “il Professore” trovò molte più difficoltà: per lui appena 4 reti in 30 presenze nella stagione 1951-52 con i viola, prima di tentare una nuova avventura al Nizza e infine tornare a casa, al Fenerbahce. Dove è un idolo, tanto che all’esterno dello stadio gli è stata dedicata una statua nel 2009

BULENT ESEL (Spal). Approdata in A, nel 1951 anche la Spal pesca in Turchia, dal Besiktas. Prima stagione positiva per l’attaccante, capocannoniere della squadra con 13 reti. Poi altri due campionati, per un totale di 25 reti in A e un buon ricordo

METIN OKTAY (Palermo). Anni Sessanta, in Sicilia sbarca una leggenda del Galatasaray, 388 reti in 403 partite e sei volte capocannoniere del campionato turco. In Italia i numeri si sgonfiano: 3 gol in 12 presenze, ma in Turchia resta un mito. Il Galatasaray gli ha dedicato il suo centro sportivo a Florya

CAN BARTU (Fiorentina, Venezia, Lazio). Doveva essere un giocatore di basket, disciplina in cui primeggiava (disputò anche qualche partita con la nazionale turca), poi scelse il calcio e diventò un centrocampista elegante. In Italia una lunga carriera, dal 1961 al 1967, vestendo tre maglie