Sembra sempre più vicino al bianconero il figlio di Andrea, Nicolò Pirlo. È anche lui un centrocampista, classe 2003, e il talento non sembra mancare. Gioca a Torino col Pecetto, ma nessuna pressione, garantisce il papà: “Si diverte a giocare a calcio, che è la cosa più importante”
Al momento è solo una suggestione, una bellissima suggestione che rivedrebbe Pirlo ancora nella Juventus. Da calciatore e non da dirigente, ma in realtà qui si sta parlando di Nicolò, il figlio di Andrea, ormai monitorato da molto tempo - come riporta Il Corriere Torino - dal club bianconero. Solitamente in questi casi si una l’espressione “figlio d’arte”, e mai parola potrebbe calzare meglio su uno come l’ex Milan e Juve: arte. Il talento inarrivabile di uno dei migliori centrocampisti di sempre. Da regista probabilmente il migliore, a dirigere per oltre vent’anni film su film di vittorie, nei club come nella Nazionale. Adesso sembra giunto il momento di Nicolò, forse predestinato, non solo nel nome, ma anche nella classe: 2003. Come la prima grande gioia del padre giocatore, di una Champions League vinta da protagonista, e da regista, con il Milan e proprio contro la Juventus che forse è nel destino del figlio. Anche Nicolò è un centrocampista, e sulla divisa neroverde del Pecetto - comune di quattro mila abitanti della città metropolitana di Torino - porta il numero 8. Il club bianconero c’era già andato vicino a lui, offrendogli un provino il 3 gennaio scorso, rifiutato però perché in quel momento Nicolò era in vacanza con la famiglia.
Nel nome del padre
Pirlo, il padre, è sempre stato abbastanza chiaro su tutto questo, e per confermarlo basta riprendere qualche sua vecchia intervista. “Gioca a calcio e vorrebbe diventare calciatore - spiegava del figlio ai tempi della Juve - io però gli dico che prima deve studiare”. E ancora: “Mi somiglia tanto, è tecnico e poco grintoso, ma soprattutto si diverte a giocare a calcio, che è la cosa più importante”. Vero, dopotutto lo stesso Pirlo è sempre stato il primo ad ammettere di non amare particolarmente tutti quei genitori che mettono troppa pressione ai figli. Un insegnamento di famiglia, come quando i suoi di genitori, ormai molti anni fa, andavano dall’altra parte della tribuna per non sentire gli altri papà urlare. Eppure qualcosa in Nicolò c’è, perché altrimenti a 15 anni non vieni seguito dalla Juventus, e come giovane calciatore è così tanto interessante che l’ultimo weekend a guardarlo giocare c’era pure il direttore sportivo bianconero Fabio Paratici, che nel frattempo era lì anche per il proprio figlio - Lorenzo, di 9 anni - in campo coi Pulcini della Sisport. Già, inutile scomodare paragoni impossibili da reggere, eppure all'orizzonte sembra esserci un nuovo provino in arrivo, col futuro ancora però tutto da decidere, così come da scrivere. E se è vero che di storie di “figli d’arte” il calcio ne è pieno - da chi ce l’ha fatta a chi invece ha fallito - quella di Nicolò Pirlo rimane soltanto una semplice ma affascinante suggestione. Senza pressioni e senza forzature, perché il nostro calcio - proprio in questo periodo storico - non ha altri motivi per venirne ulteriormente rovinato.