Garcia: "Balotelli tra i più forti in Italia. Buffon-Psg? Gran colpo. L'Italia deve ripartire dai giovani"
CalciomercatoL'allenatore del Marsiglia, in passato sulla panchina della Roma, racconta le sue sensazioni sul calcio italiano e francese a pochi giorni dall'inizio del Mondiale. E su Balotelli lancia un assist alla dirigenza dell'OM: "Se vuoi crescere servono giocatori forti"
A Roma ha vissuto due anni e mezzo indimenticabili che hanno sancito un legame indissolubile con la città eterna. Poi, dopo un po' di riposo e qualche difficoltà a ripartire, è tornato alla ribalta da patriota, ma in Europa, dove con il suo Marsiglia è arrivato a un passo dalla gloria. Rudi Garcia sta gradualmente tornando al centro di tutto, proprio come aveva fatto con la sua chiesa nel villaggio capitolino. "A Marsiglia sto benissimo - racconta a La Gazzetta l'allenatore dell'OM -, spero di riportarlo presto in Champions". Da collega a collega il 54enne di Nemours esprime il suo personale giudizio sul nuovo Ct della Nazionale: "Mancini è l'uomo giusto per ripartire - dice -. È bravo, esperto e lavora tanto con i giovani. Sicuramente non sarà facile mettere da parte il blocco Juve, in primis Buffon, che potrebbe essere l'unica eccezione ai giovani. Io infatti lo convocherei ancora perché oltre a un grande portiere è anche un grande uomo e son convinto che al Psg si troverà benissimo, è un grande acquisto per loro. Poi i talenti bravi a cui affidarsi ci sono. Io, ad esempio, punterei su Pellegrini che ho fatto esordire in Serie A e può essere l'erede di De Rossi, sebbene in un ruolo differente. Poi c'è Romagnoli che è bravo e affidabile, Florenzi con la sua duttilità e Chiesa che ha grandi potenzialità". Nella posizione di attaccante l'ex allenatore della Roma non ha invece dubbi da chi ripartire: "Balotelli è uno dei più forti in Italia. L'ho ammirato da vicino in Francia e ha fatto benissimo, non avendo mai un comportamento fuori le righe e facendosi apprezzare dai compagni. Di mercato non voglio parlare, ma se il Marsiglia vuole migliorare deve comprare giocatori forti". Non può mancare poi il riferimento alla sua passata esperienza giallorossa, con un piccolo retroscena su possibili contatti con la Juve: "Proposte ne ho avute - afferma Garcia -, ma non ho mai visto Roma come un trampolino di lancio. Lì sono stato benissimo e quest'anno hanno fatto una grande stagione con Di Francesco. Gli faccio ancora i complimenti".
"L'Italia deve ripartire dai giovani. Tornare in Serie A, perché no?"
Il discorso ritorna inevitabilmente sul tema Nazionale quando mancano solo due settimane all'inizio della Coppa del Mondo: "Mai mi sarei aspettato l'Italia fuori dal Mondiale - aggiunge il mister transalpino -, ma spero che sia l'ultima volta. Di spiegarne le ragioni non sono in grado, ma forse il motivo è che giocano troppi stranieri. I talenti ci sono, ma potrebbero essercene di più, e soprattutto giocano poco. I nostri centri federali in tal senso invece funzionano e produciamo ottimi calciatori, anche se magari alla fine finiscono per giocare all'estero. Nella Francia possiamo contare su gente come Griezmann, Varane, Kanté, anche se potrebbe essere il Mondiale di Mbappé: è un giocatore formidabile. Con questa squadra abbiamo la chance di vincere il torneo o almeno arrivare tra le prime quattro". Di allenare la Nazionale però Garcia al momento non ci pensa: "Comincierò a farlo quando non avrò più la voglia di allenare tutti i giorni, ma per adesso non intendo smettere". L'ex Lille e Roma racconta anche la crescita del calcio francese: "I nostri dirigenti stanno lavorando bene - spiega -, infatti abbiamo venduto i diritti tv per 1,2 miliardi. Da voi invece si litiga tanto, come in politica. Per noi l'importante sarebbe aggiungere la 4^ squadra in Champions. Il Marsiglia è il club con più tifosi ma non ce l'ha fatta a qualificarsi. Da noi comunque in pratica è come se si lottasse per il 2° posto perché c'è il Psg, ma è un po' quello che è successo negli ultimi anni in Serie A con la Juve". Su un suo possibile ritorno in Italia infine Rudi Garcia non chiude le porte: "Perché no?".