Bologna, Sabatini: “Io, Mihajlovic e il nostro calcio arrogante"

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Il dirigente rossoblù ha parlato dei progetti del Bologna e dei grandi colpi dell’inverno: "Non prenderemo solo per aggiungere, per luglio abbiamo già due obiettivi fortissimi. Eriksen farà scuola, Ibrahimovic dà ottimismo ed è stata una scelta giusta"

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Un anno dopo l’arrivo di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna, Walter Sabatini ha voluto tracciare un bilancio, in un progetto ambizioso tra idee ed emozioni. "Oggi vedo grande coesione e forza morale del gruppo, dalla società allo staff tecnico, compreso Sinisa. Abbiamo proprio uno spirito che guida la squadra, non c'era lui a guidare l'allenamento ma a vedere il livello espresso sono molto tranquillo: è come se ci fosse lui nel campo" ha spiegato il coordinatore dell’area tecnica del club emiliano e del Montreal Impact. A Bologna ha trovato il luogo giusto per lavorare come desidera: "Quando sono venuto qui ho detto di voler stare in una bolla di felicità e ci sono dentro. Il mio calcio è un caravanserraglio in cui c'è emozione, frustrazione, rabbia, rammarico. Non so quando penso a me cos'è stato il calcio nella mia vita: un caos totale, ma qui a Bologna è diventato un caos calmo". I giovani talenti sono un elemento portante per la squadra. "Sono un inguaribile ottimista, quando un mio calciatore ho la presunzione di vedere e capire qual è la giocata da pretendere, com'è successo con Barrow con la Spal, quando è stata fatta quell'azione sulla linea laterale: io ho preteso dentro di me che facesse quella giocata. Orsolini è giovane ma è un traino per i suoi coetanei. mi hanno fatto notare che abbiamo chiuso con due ‘98 e un ‘99, ma è una cosa normale per noi" ha proseguito Sabatini. Il rapporto tra la squadra, il gioco espresso e l’allenatore è ormai simbiotico: "Facciamo un calcio prepotente, sfacciato, come Sinisa. Ha ancora dentro una situazione di debolezza fisica, faceva 11 chilometri a piedi ogni giorno e qualsiasi persona si sarebbe sdraiata sul divano per recuperare, invece con la sua arroganza benevola la trasferisce alla squadra. Il calcio che esprimiamo è arrogante e sfacciato. Già è una grande stagione, non voglio mettere sbarramenti, tutto passa per le giocate dei ragazzi. E sarà ancora più bella per il Bologna se nell'ultima partita ci sarà Sinisa seduto in panchina e penso che certamente sarà così: non mi importa di finire in Europa League o decimo, ma che lui sia con noi".

La filosofia di mercato

Sabatini non ha in programma colpi di fine mercato, ma si sta già muovendo per l’estate. "Abbiamo avuto un momento di emergenza in diesa che penso sia superata. Abbiamo deciso di non aggiungere tanto per farlo, quindi non prenderemo nessuno. Ma per luglio abbiamo già individuato due calciatori fortissimi. Andranno veramente a rinforzare la squadra e a caratterizzarla di più" ha rivelato il dirigente rossoblù. Il calciomercato è sinonimo di alta tensione: "Nel calciomercato si muore e si resuscita nel giro di una notte, si vive di frustrazione ed esaltazione, tutti sentimenti da contrasto. Un'operazione può saltare con una telefonata che arriva in ritardo. L'ho sempre vissuto sul margine del burrone, tra follia e normalità". Quindi, il commento a quelli che sono stati i nuovi arrivi più importanti, Ibrahimovic al Milan ed Eriksen all'Inter: "Il danese è un giocatore sublime, farà scuola ai calciatori in evoluzione in Italia per come giocherà l'ultimo passaggio e calcerà le punizioni. Ibra ha creato un clima propositività e ottimismo. È stato un grande traduttore di questo modo di pensare il calcio, per me è stata una scelta corretta". Menzione di merito per la Lazio, esempio virtuoso di un progetto tecnico di crescita solida e razionale: "Al momento è la realtà più importante del calcio italiano, perché Tare e Lotito sono anni che lavorano a un progetto integrandolo ogni anno alla perfezione. Danno spettacolo e sono anni che è così, probabilmente nei prossimi anni può dare fastidio alle squadre metropolitane".

La partenza di Florenzi

Alessandro Florenzi è in procinto di lasciare la Roma in prestito al Valencia fino al termine della stagione: "Perdere questo tipo di giocatori è come se di Roma rimanesse soltanto la periferia, senza nulla togliere alla periferia. Questi giocatori sono il cuore pulsante di una città. Speriamo che diventi qualificata questa periferia, con i calciatori che ci sono e quelli che arriveranno". L’eredità di Florenzi potrebbe essere raccolta da un altro romano, come Lorenzo Pellegrini: "Come il campo racconta potrebbe essere il nuovo capitano, sarebbe fisiologico dopo aver fatto le giovanili con i giallorossi. Il problema della Roma non è dare la fascia a un romano, ma individuare un grande capitano, perché sono rari".