Juan José Mayor era il direttore sportivo del Colonia Ofigevi, club dilettante da cui il Real Madrid prese Hakimi quando era ancora un bambino: "Era già fortissimo, non chiedemmo soldi per lui ma solo un po’ di attrezzatura. In Italia farà bene, ma prima o poi tornerà a casa"
"Al Real Madrid non chiedemmo nulla per Hakimi, se non qualche attrezzatura che ci serviva per andare avanti. Da Madrid ci inviarono dei palloni": a raccontare questo e altri aneddoti è Juan José Mayor, la prima persona a credere nel talento dell'esterno marocchino, intervistato da gianlucadimarzio.com. Mayor all'epoca era direttore sportivo del Colonia Ofigevi, club del barrio Las Margaritas, 13 chilometri più a sud di Madrid.
"Tutti a bocca aperta"
Hakimi nel 2005 aveva soltanto sette anni, eppure già impressionava: "Si allenava con i ragazzi più grandi, a vederlo giocare rimanevano tutti a bocca aperta. Da noi faceva l'ala, saltava tutti palla al piede e segnava, con una velocità impressionante". Quindi lo notò un osservatore del Real Madrid, che decise di portarlo a Valdebebas: ben presto Hakimi venne aggregato alle squadre giovanili. "Ma il centro sportivo non era vicino, il padre fece molti sacrifici per accompagnarlo e seguirlo" ha detto Mayor.
A chi assomiglia?
Il futuro più vicino è l'Inter, per Achraf Hakimi. I nerazzurri lo hanno acquistato dal Real Madrid per 40 milioni più 5 di bonus. "È madridista, voleva essere protagonista ma aveva capito che ora non avrebbe trovato spazio nel 4-3-3 che ha in mente Zidane", sostiene Mayor. Lo potrà essere sicuramente con la maglia dell'Inter: "Sono certo che migliorerà e farà bene in Italia. Non somiglia a nessun esterno del passato del club, Maicon e Zanetti erano più difensivi, Roberto Carlos segnava molto perché aveva un tiro impressionante. Achraf invece è un giocatore innovativo".