Roma, il rinnovo di Pellegrini: cuore e ragione
romaIl capitano della Roma ha firmato il rinnovo, che lo legherà al club giallorosso per almeno altre 4 stagioni. Decisiva la volontà del giocatore, che ora guadagnerà 4 milioni di euro più bonus variabili. Una trattativa che può essere da esempio anche per altri rinnovi
Non abbiamo fatto altro che parlare in questo inizio di stagione dei rinnovi di contratto. Dei capitani a scadenza. Capitani non solo per la fascia, ma anche per l’importanza nello spogliatoio e nelle economie della squadra. Perché è un grande tema, un tema transnazionale, che attraversa ogni squadra e ogni storia. Sono tanti e sono pesanti. C’è Insigne, c’è Belotti, c’è Dybala, c’è Handanovic insieme a Brozovic, ci sono Kessié e Romagnoli. Ogni squadra ne ha uno, con i suoi problemi e le sue strategie. Da ieri ce n’è uno in meno: è Lorenzo Pellegrini. Ora è facile dire che Pellegrini non poteva lasciare la Roma. Perché la sua storia di romano e romanista non prevedeva un epilogo diverso. Non è sempre così: possiamo fare mille esempi. Ma oggi, con questo contesto economico, tutto è cambiato. Di sicuro sono state accontentate le due volontà, nel modo più intelligente possibile. Cuore e ragione. La Roma voleva Pellegrini, Pellegrini voleva la Roma. E c’è sempre un aspetto economico che non può essere considerato un secondo piano. Al netto dell’affetto e della storia si lavora per i soldi. E questo vale anche per i giocatori. Se le volontà non possono non contare, per far incastrare tutte le tessere del mosaico ci vuole altro, ci vuole di più. Non basta il cuore. Ci vuole la ragione. Se la Roma non avesse offerto una cifra importante Pellegrini non sarebbe rimasto. Se Pellegrini avesse sparato troppo alto, la Roma non avrebbe avuto dialogo con lui e con il suo procuratore. Ci vuole equilibrio.
Una strada da seguire
Pellegrini oggi è la prima bandiera a rinnovare. A passare dalle parole ai fatti. Ha tracciato una strada. E la Roma ha dimostrato di essere avere una proprietà attenta non soltanto alle questioni tecniche (perché qui stiamo parlando comunque di un giocatore di grandissima qualità) ma anche a quelle morali e ambientali. Che sia stato Pellegrini a rompere il fronte dei rinnovi non è un caso, probabilmente. Chissà, magari avrebbe potuto guadagnare di più altrove, sicuramente andando via a parametro zero. Ma rimanere a Roma, da capitano, da bandiera, ha consigliato Pellegrini a rimanere. Magari ad avere aspettative diverse. Non è rimasto gratis, Lorenzo a Roma. Non gioca per la gloria. Gioca per soldi come tutti. Ma c’è stato un rapporto costruttivo con la Roma, da parte del suo procuratore Giampiero Pocetta. L’ingaggio base sarà corroborato da bonus. E non solo quelli classici, ma una “novità”, una sorta di premio fedeltà. Un bonus che Lorenzo percepirà ogni volta che inizierà la stagione con la Roma. Si è usciti dall’impasse con questa mossa: non si parla di soldi, di incentivi alla firma, di “ricomprarsi il cartellino”. Più rimani, più sarai riconosciuto economicamente. Non diventa più la scelta di un momento, ma una scelta quotidiana. E la Roma ha capito che questa strada - innovativa - poteva essere la chiave. Lorenzo diventa il giocatore più pagato della Roma, ma perché, anche a scadenza, ha scelto la Roma. E magari continuerà a sceglierla. Via la clausola (che era nel suo precedente contratto, una delle prime, se non la prima in assoluto in Italia), nata dalla famosa recompra dopo il prestito al Sassuolo (anche qui l’introduzione per la prima volta di questo istituto ora diventato quasi di moda, prima in voga principalmente in Spagna). E chissà che da questo rinnovo non si possa prendere spunto anche per gli altri, sempre così difficili. E’ vero, ogni trattativa fa storia a sé. In ogni società e in ogni casistica ci sono delle specificità che non possono essere replicabili. Ognuno ha le proprie pulsioni e le proprie necessità. Continueremo a parlare di rinnovi, continueremo a raccontare i passi in avanti (e magari anche quelli indietro) nelle varie trattative individuali. Parleremo di tutti, ma da ieri non di Lorenzo Pellegrini. Lui ha fatto la sua scelta: con ragione e sentimento, con collaborazione e innovazione. Nel solco di una volontà condivisa: con i fatti e non solo con le parole.