Evra, la sua vita da svincolato tra allenamenti, travestimenti e risate: a gennaio c'è il Galatasaray?

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Patrice Evra è ancora svincolato, dopo la risoluzione del contratto col Marsiglia per quel calcio in faccia a un tifoso prima di una partita di Europa League. Ma com’è la sua vita senza ancora una squadra? Uno spasso: tra allenamenti in solitaria, travestimenti e scherzi. E su di lui si muove il Galatasaray

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EVRA, IL CALCIO AL TIFOSO COSTA CARO: SQUALIFICA E ADDIO MARSIGLIA

C’è un ritornello costante nella vita da svincolato di Patrice Evra. Quattro parole e un motto che era in realtà diventano simbolo di un altro sport, la pallacanestro: “I love this game”. Amo questo gioco. Più tante, tante risate. Il francese lo scriveva accanto ad ogni suo post anche quando giocava nella Juventus e dunque al Marsiglia. Lui che dei social è un autentico re, dove raccoglie tre milioni e mezzo di follower. Vero, ma perché quel gesto? Quel calcio in faccia a un tifoso del Marsiglia durante il riscaldamento del match di Europa League con il Vitoria Guimaraes che ne ha messo a rischio il finale di carriera. Perché farlo? Nonostante questo infinito amore per lo sport che più ama? È quasi inspiegabile, vero, ma è successo. L'ex Juve era in quella partita tra panchinari del Marsiglia, e la sua reazione fu scatenata da insulti e cori contro di lui da parte degli ultrà. Non certo una clamorosa novità: un “tifoso” che insulta un giocatore. Per uno della sua esperienza poteva essere semplice routine, invece Evra è scattato, e insieme a lui anche la risoluzione del contratto col Marsiglia e la squalifica della Uefa: out fino al 30 giugno 2018, ma solo nelle competizioni europee. Già, ma adesso che sono più di due mesi senza squadra, qual è la vita di Patrice Evra?

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Aladino del Senegal

A raccontare la sua storia ci pensano i social, gli autentici diari segreti degli anni duemila, che tanto segreti poi, in realtà, non lo sono. Su Instagram è un tripudio di video e foto. Tra duri allenamenti e istantanee bizzarre. Partiamo dal campo, si allena sempre il francese, a Dubai, per mantenere la forma fisica in caso di chiamata a gennaio di qualche club: vero, la squalifica è solo per le coppe, e in campionato potrebbe giocare. Un club interessato su tutti? Il Galatasaray in Turchia. “Good session today”, è il post del 20 dicembre. Palleggi, colpi di tacco e corse sul fondo del campo per andare a crossare di sinistro, da terzino puro qual è sempre stato: “The ball is your friend”, la palla è tua amica, dice nel video. Sempre sorridente, perché questo sport Evra lo ama davvero. Poi i tanti post ironici, strani, spassosi. Con cui riempie la sua giornata dopo il lavoro fisico. Il 25 dicembre si dondola su un’altalena vestito da Babbo Natale. A novembre c’è il selfie con occhiali da sole, treccine rasta e cappello a tinte giamaicane, con tutti i like dei suoi ex compagni bianconeri ad accompagnare la foto: da Dybala a Pjanic. A capodanno ascolta Edith Piaf, poco prima si fa fotografare mentre fa benzina vestito da sceicco, con tunica e turbante. Lo stesso in testa mentre gira per Dubai in macchina, le sue parole? “Follow the Aladdin of Senegal”. Com’è la vita da svincolato di Patrice Evra, dicevamo? Più o meno così.

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Carriera vincente

Eppure, al di là dei social e del divertimento, stiamo parlando di un giocatore che ha vinto tanto in una carriera straordinaria. Evra parla benissimo italiano, da sempre, merito di quegli esordi proprio nel nostro calcio da giovanissimo, con Marsala e Monza. Poi il Monaco per lui, ma soprattutto il Manchester United di Ferguson. Lì vince praticamente tutto: Premier League, Champions League, Mondiale per Club. Nel 2015 passa alla Juve, come valore aggiunto in esperienza utile per conquistare l’Europa. Nella finale di Champions contro il Barcellona è titolare, ma arriva la sconfitta. Succede di peggio però l’anno dopo, quando proprio da una sua banale palla persa nasce il gol del pareggio del 2-2 di Muller all’ultimo minuto negli ottavi di finale contro il Bayern Monaco che porterà all'eliminazione della Juve (i tedeschi vinceranno poi nei supplementari). Già, lì qualcosa si spezza con i bianconeri, nonostante i tre scudetti, e il gennaio seguente torna in Francia. I primi sei mesi del 2017 gioca più volte, ma quest’anno di meno: quattro partite su dodici in Ligue 1, e poi in Europa League arriva quel calcio che lo tiene ancora lontano dal campo, sì, ma soltanto quello delle partite ufficiali. Non certo quello degli allenamenti, dei video e del divertimento. Perché Patrice Evra ama davvero questo gioco, e vuole tornare a giocare a calcio il prima possibile.