Primi problemi per Sarri legati alla gestione del mercato e al rapporto con Marina Granovskaia, amministratore delegato dei Blues e braccio destro di Abramovich. Più in generale, lo specchio del fatto che in Premier il classico manager all'inglese non esiste quasi più
Vigilia della sfida di Carabao Cup Tottenham-Chelsea, Maurizio Sarri parlando di mercato ripete il solito concetto: "Dipende dal club, conoscono la mia opinione ma non dipende da me". Quando parla di board si riferisce a lei: Marina Granovskaia. Ufficialmente amministratore delegato del Chelsea, in pratica il braccio destro di Abramovich da circa vent'anni. Gestisce tutto, dai trasferimenti ai rinnovi, e problemi sulla gestione del mercato li aveva già avuti con Conte. Perchè ormai i grandi club inglesi sono delle multinazionali, gli allenatori da quelle parti li chiamano ancora manager, ma il vero manager alla Ferguson, o alla Wenger, non esiste più.
Le mosse di mercato
L'unico che può ancora essere definito un manager all'inglese è Klopp, non Emery all'Arsenal o Pochettino al Tottenham. Nel Manchester City, a fare il mercato per Guardiola, ci sono Begiristain e Soriano. Amici di Pep e quindi tutto fila liscio. Marina invece si sta dimostrando non proprio un'alleata di Sarri. Che perde Fabregas perchè il Monaco gli ha offerto 3 anni di contratto, mentre il Chelsea agli over 30 rinnova solo per una stagione. E lo stesso Maurizio gli ha consigliato di andare, vista la situazione. Dell'acquisto di Pulisic Sarri non sapeva niente: gli avevano chiesto un'opinione sul giocatore, poi un mese dopo ha scoperto che lo avevano preso per giugno.
I problemi in attacco
Giroud segna solo in Europa League, Morata non gira e il Chelsea ha un evidente problema in attacco. Se Hazard non fa il fenomeno, sono guai. Maurizio è riuscito a inventarsi Kantè mezzala, ha trovato i gol dei centrocampisti, ma così vincere diventa dura. Come avere a che fare con un club che, a quanto pare, ti dice: tu allena, il resto lascialo fare a me.