
Laporta: "Il Barcellona è tornato". Ricordi i colpi del suo primo mandato da presidente?
Ferran Torres dal City per 55 milioni, Haaland il sogno ("Tutto è possibile") e una dichiarazione d'intenti: "Siamo tornati forti sul mercato e stiamo lavorando per costruire un top team". Ma il Laporta atto II piazzerà colpi fenomenali come durante il suo primo mandato da presidente? Tra i tanti nomi ci sono molti campioni, ma anche qualche flop

LA MISSIONE DI LAPORTA - Nella conferenza di presentazione di Ferran Torres, il presidente blaugrana ha parlato con grande ambizione del futuro del club: "Siamo tornati forti sul mercato e stiamo lavorando per costruire un top team. Su Haaland dico che tutto è possibile" Proprio Ferran Torres (dal City per 55 mln) è stato il primo colpo di gennaio. In estate erano arrivati Depay, Eric Garcia e Luuk De Jong a zero. Poi il ritorno di Dani Alves. Le ambizioni sono alte come quando iniziò il suo primo mandato.
LAPORTA: "HAALAND? TUTTO È POSSIBILE. IL BARCELLONA È TORNATO"
IL PRIMO COLPO DI 19 ANNI FA - "Uno tra Beckham, Ronaldinho e Henry". A confessarlo fu lo stesso Joan Laporta in un'intervista rilasciata a Marca nel 2016. È l'estate del 2003 quando il neo presidente del Barcellona sale in carica per la prima volta, e pensa subito a un grande colpo. Beckham è in pole, poi l'affare salta: spice boy a Madrid. "Eravamo stufi di aspettare una risposta, così abbiamo ingaggiato Ronaldinho".

RONALDINHO e "EL PARTIDO DEL GAZPACHO" - Fu proprio il brasiliano il primo colpo simbolo dell'era Laporta, atto I. Trenta milioni al Psg, magie, un Pallone d'Oro, due campionati e una Champions. E la curiosa storia del suo debutto al Camp Nou: ottantamila tifosi impazziti nella partita iniziata a mezzanotte e cinque minuti…

Quel giorno i catalani sfidavano il Siviglia nell'infrasettimanale, ma per il primo recital al Camp Nou di "Dinho" c'era un problema: le nazionali. Il Brasile reclamava i giocatori, e mercoledì Ronaldinho non sarebbe potuto scendere in campo. Richiesta agli avversari: anticipare a martedì la partita. Rifiutata. Laporta&Co allora riprogrammarono l'orario: sempre mercoledì, ma appena 5 minuti dopo la mezzanotte. In 80mila riempirono lo stadio, dove venne servito gazpacho e altri rinfreschi per intrattenere i tifosi. E dove Ronaldinho segnò una rete da antologia.

FRANK RIJKAARD - Non può certo mancare nell'elenco dei grandi colpi il primo allenatore dell'era Laporta, arrivato nella sua stessa estate. Vincerà una Liga (nel 2005) che mancava dal 1999. E la Champions (nel 2006) che mancava dal 1992, l'anno del "Dream Team".
Allo stesso modo, nel suo secondo mandato presidenziale, Laporta ha scelto un nuovo allenatore: Xavi.

RICARDO QUARESMA (2003, dallo Sporting per 6,35 mln) - Preso dallo Sporting e rivenduto un anno dopo al Porto, dove espolderà. Arrivando fino all'Inter.

RÜSTÜ (2003, gratis dal Fenerbahce) - Il portierone turco divenne un'icona nel Mondiale del 2002: paratone e due segni neri sotto gli occhi come i giocatori di football americano. Col Barça giocherà solo sette volte.

RAFA MARQUEZ (2003, dal Monaco per 5 mln) - Ministro della difesa per eccellenza. Leader con Puyol: vincerà dodici trofei tra cui quattro volte la Liga e due la Champions.

EDGAR DAVIDS (2004, in prestito dalla Juve) - Colpo di gennaio arrivato in prestito dai bianconeri. Solo sei mesi per lui al Camp Nou.

SAMUEL ETO'O (2004, dal Mallorca per 27 mln) - Altro colpo pesante. Anzi, pesantissimo. Indemoniato sotto porta, bomber spietato. 130 gol in 199 partite e due Champions vinte (con gol in ciascuna finale).

JULIANO BELLETTI (2004, dal Villarreal per 6 mln) - Eroe per un giorno, come cantava David Bowie. Nella finale del 2006 contro l'Arsenal - dopo il pari 1-1 di Eto'o - fu su suo il gol della vittoria.

DECO (2004, dal Porto per 21 mln) - Nell'estate del 2004 prende vita la campagna acquisti che cambia volto al Barcellona di Laporta. Il portoghese arrivava dai campioni d'Europa del Porto. E la Champions la rivincerà anche coi catalani.

LUDOVIC GIULY (2004, dal Monaco per 8,5 mln) - Se nel maggio del 2004 il Porto di Deco aveva vinto la Champions, chi quella finale la perse fu il Monaco di Giuly. Match winner della semifinale del 2006 col Milan, quando poi saranno proprio i catalani ad alzare la coppa.

HENRIK LARSSON (2004, gratis dal Celtic) - Una garanzia in quanto a gol. In quegli anni il Barcellona comprò altri due giocatori che oggi stanno seguendo la via della panchina: Giovanni van Bronckhorst, che allena i Rangers, e Sylvinho, attualmente sulla panchina del Corinthians.

MAXI LOPEZ (2005, dal River Plate per 6,5 mln) - Si è ritirato da poco dopo l'ultima avventura in C con la Sambenedettese. Arrivò in quel gennaio in Europa dal River: due i suoi centri in blaugrana.

DEMETRIO ALBERTINI (2005, gratis dall'Atalanta) - Una vita al Milan, prima di chiudere la carriera tra Atletico, Lazio, Atalanta e proprio Barcellona, per un solo anno. Milan-Barcellona tra vecchie glorie dei due club sarà anche la sua partita di addio al calcio.

MARK VAN BOMMEL (2005, gratis dal Psv) - Un solo anno in Catalogna, tra i tanti al Psv (prima) e i tanti al Bayern (dopo).

GIANLUCA ZAMBROTTA E LILIAN THURAM (2006, dalla Juve per 14 e 5 mln) - Arrivarono in coppia dalla Juve post caos Calciopoli. Due stagioni per entrambi in Spagna.

EIDUR GUDJOHNSEN (2006, dal Chelsea per 12 mln) - Tantissimi club cambiati in carriera, tra cui quello catalano. 19 i suoi gol al Camp Nou.

THIERRY HENRY (2007, dall'Arsenal per 24 mln) - Poteva essere il primo colpo dell'era Laporta, in lizza con Beckham e Ronaldinho. È arrivato dopo, portandosi a casa un triplete.

ERIC ABIDAL (2007, dal Lione per 15 mln) - Arrivava dal Lione cannibale di campionati in patria. È rimasto a lungo nel club, sconfiggendo una malattia e alzando una Champions da capitano.

YAYA TOURÈ (2007, dal Monaco per 9 mln) - Assoluto dominatore del centrocampo già ricco di stelle. Dopo tre anni andrà a dominare la Premier col City.

GABRIEL MILITO (2007, dal Real Zaragoza per 20 mln) - Cifra importante. Meno il suo lascito da quelle parti. Titolare agli inizi, poi tantissimi infortuni.

PEP GUARDIOLA - Stagione 2008/09. Dopo il ritorno al successo con Rijkaard è tempo di voltare pagina: arriva il secondo allenatore (di due totali) della prima era Laporta. Pep Guardiola ha nel curriculum un solo anno col Barça B. Tiki-taka, gol, spettacolo, triplete. È una rivoluzione. Vincerà tutto.

DANI ALVES (2008, dal Siviglia per 35,5 mln) - Tassello fondamentale di tutti i Barcellona, non solo quello con Guardiola in panchina. Ha iniziato lì la sua scalata che ne fa oggi uno dei giocatori più titolati dell'intera storia del calcio.

ALEKSANDR HLEB (2008, dall'Arsenal per 17 mln) - Quello squadrone di Wenger rivelò al calcio tanti giovani talenti, che altrove fecero meno bene. È il suo caso: fu rivenduto in prestito l'anno dopo.

MARTIN CACERES (2008, dal Villarreal per 16,5 mln) - In Italia lo conosciamo bene. Prima di vincere scudetti nella Juve, ha fatto in tempo a conquistare il triplete (non da protagonista).

SEYDOU KEITA (2008, dal Siviglia per 14 mln) - Altro ex (anche) della Serie A. Quattro i suoi anni al Camp Nou.

HENRIQUE (2008, dal Desportivo Brasil per 8 mln) - Zero le sue presenze col Barcellona dei big. Il volto non vi è nuovo? Tra 2013 e 2015 ha giocato nel Napoli.

ZLATAN IBRAHIMOVIC (2009, dall'Inter per 69,5 mln) - Un'estate decisiva per tutta la stagione seguente. Ibra saluta la Milano nerazzurra e Eto'o compie il percorso inverso. Sarà triplete Inter. E lui un anno dopo andrà al Milan dopo i ben noti problemi con Guardiola.

DMYTRO CHYGRYNSKYI (2009, dallo Shakhtar per 25 mln) - Si rivelerà un flop: appena quattordici le sue partite. Un anno dopo farà dietrofront verso l'Ucraina.

MAXWELL (2009, dall'Inter per 5 mln) - Amico fraterno di Ibra. I due hanno condiviso tantissime maglie, tra cui quella dei catalani. E poi si ritroveranno anche al Psg.

KEIRRISON (2009, dal Desportivo Brasil per 14 mln) - Sì, la stessa squadra da cui il Barça acquistò l'Henrique ex Napoli. Keirrison giocò invece in Italia con la maglia della Fiorentina, senza lasciare traccia.

MESSI E GLI ALTRI CANTERANI - La forza del Barcellona, si sa, parte dall'interno. E proprio sotto la gestione Laporta furono diversi i giovani saliti in prima squadra, poi decisivi nell'era Guardiola (e non solo). Messi su tutti, ma anche Pedro, Bojan, Piqué e Sergio Busquets