È la giornata di visite e firma col Milan, mentre ad Anfield lo avevano già salutato chiamandolo "Liverpool legend". Ma come può una riserva aver ricevuto così tanto amore? Gol pesantissimi in Champions e assoluto uomo derby. Carragher e Klopp hanno speso parole dolcissime per lui. E poi: il guard of honour per l'ultima ad Anfield, un bacio da un tifoso a San Valentino, un delfino col suo nome e quel graffito che dice "il calcio è niente senza Origi"
L'ADDIO AI REDS - Otto anni al Liverpool, ora il Milan. Origi arriva dopo essere stato salutato dal vecchio club col nome di "Liverpool legend". Sì, leggenda. Pur non avendo segnato i gol di Salah e Mané, e senza essere divenato un'eterna bandiera come Gerrard o Carragher (che per lui ha speso parole importanti). Come è possibile?
RISERVA? - Sì, questo lo dicono i numeri. Origi, amato e fondamentale. Uomo dai gol pesanti, ma comunque una seconda linea. Delle sue 107 presenze in Premier col Liverpool, 34 sono state da titolare, 73 da subentrato. Delle 25 in Champions, 8 da titolare e 17 da subentrato. Ma…
L'UOMO DEL DESTINO IN CHAMPIONS - Una di quelle otto da titolare è la sliding doors della sua carriera. Liverpool-Barcellona, semifinale di ritorno del 2019. Salah è il grande assente. Manca anche Firmino. Ma ad Anfield c'è l'uomo in più che si materializza dalla Kop. L'uomo in più in campo, invece, è proprio Origi. Il jolly. Segna subito. Poi è suo il 4-0 sull'assist dell'inganno di Alexander-Arnold. E il 3-0 del Camp Nou di super Messi è ribaltato.
E IN FINALE… - Origi, non contento, entra e segna anche nell'atto conclusivo col Tottenham. Il suo marchio di fabbrica. Coppa e copertina per lui.
IL MILAN NEL DESTINO - Alla fine sono quattro i suoi gol totali col Liverpool in Champions, dopo i due al Barça e quello nella finalissima. Dove segna l'altro? A San Siro contro il Milan.
ASSOLUTO UOMO DERBY - Amato anche per questo. Immaginate un jolly dalla panchina che timbra i gol più importanti per la vittoria della Champions League e segna sempre nei derby. Ora capite perché ad Anfield è venerato? All'Everton, rivali cittadini della Merseyside, ha segnato 6 gol. Il doppio delle altre squadre più battute in carriera. Memorabile l'1-0 decisivo al sesto minuto di recupero nel 2018 su papera di Pickford.
JOLLY - E anche qui la conferma arriva direttamente dalle statistiche. Dalla stagione 2015-16 (la sua prima al Liverpool) al 2021-22 appena concluso, Origi ha segnato ben 11 gol da subentrato in Premier League. Solo uno ha fatto meglio, con 17. Il suo nome? Olivier Giroud.
IL BACIO DEL TIFOSO - Era San Valentino, e l'amore - come in quella canzone - era già nell'aria. Origi segna il suo secondo gol di sempre in Premier (all'Aston Villa) e un tifoso lo bacia durante i festeggiamenti.
UN DELFINO COL SUO NOME - Fu ribattezzato Origi perché nato poco dopo il suo gol partita nei Mondiali 2014 alla Russia, all'88' e che valse il passaggio del turno agli ottavi. La sua prima rete di sempre in nazionale.
DA RECORD COL BELGIO - Proprio quel gol alla Russia, segnato a 19 anni, 2 mesi e 4 giorni, lo ha fatto diventare il più giovane marcatore della storia del Belgio a un Mondiale.
L'INVESTITURA DI CARRAGHER - Autentica leggenda del Liverpool, che già nel 2021 disse: "È una figura leggendaria per i reds, basti vedere i grandi gol che ha segnato".
E QUELLA DI KLOPP - "Mi aspetto che Div riceva un'accoglienza speciale per il suo addio - disse il tedesco in conferenza prima dell'ultima stagionale ad Anfield -. È un giocatore eccezionale e un ragazzo eccezionale, tutti nella squadra lo adorano. È, e sarà sempre, una leggenda del Liverpool, uno dei giocatori più importanti che abbia mai avuto". E infatti…
L'ADDIO COME I PIÙ GRANDI - Proprio nell'ultima di Premier ad Anfield, Origi saluta tutti da autentico re. Standing ovation dei tifosi e guard of honour dei compagni di squadra.
BENEFICENZA - Calcio e sociale. Origi collabora con la University of Liverpool per premiare gli studenti più meritevoli con borse di studio: "Voglio dare ai giovani l'opportunità di sviluppare la propria passione, proprio come ho fatto io".
FIGLIO D'ARTE - Suo papà, Mike Origi, vinse due volte il campionato belga (nel 1998-99 e 2001-02) col Genk. Lui giocava per la nazionale del Kenya, mentre Divock - come noto - segna per il Belgio. Il cugino Arnold Origi (classe 1983) ha invece sviluppato gran parte della sua carriera in Norvegia.
IL CALCIO È NIENTE SENZA ORIGI - Un graffito, scovato e poi svelato sui social dai media inglesi più vicini ai reds: "Football is nothing without Origi". Il calcio è niente senza Origi. A prima vista un omaggio insolito, ma tutto ora sembra avere perfettamente senso.