Calciomercato, Paratici rivela: "L'arrivo di Cristiano Ronaldo? Quando Mendes me lo propose, sembrava una barzelletta"
CalciomercatoRetroscena sulla trattativa che in estate ha portato la stella portoghese in bianconero: "Quando l'ho detto a Max Allegri era felicissimo". Aspettando la premiazione dei Globe Soccer Awards, oggi in live streaming su SkySport.it e in diretta sul mosaico interattivo di Sky Sport 24
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Il trasferimento di Cristiano Ronaldo alla Juventus? All'inizio i dirigenti bianconeri pensavano fosse "una barzelletta". Parola di Fabio Paratici, che in conferenza al Globe Soccer di Dubai - dove il portoghese sarà protagonista dei Globe Soccer Awards, evento che sarà possibile seguire in live streaming su SkySport.it e in diretta sul mosaico interattivo di Sky Sport 24 - ha raccontato un aneddoto legato all'arrivo della stella portoghese in Serie A nella scorsa estate.
Ronaldo alla Juventus, Paratici ammette: "Tutto è nato ad aprile, Mendes mi rivelò che Cristiano voleva giocare per noi"
Il Chief Football Officer della Juventus è tornato sui giorni che hanno portato CR7 in bianconero, realizzando l'arrivo di una stella del calcio mondiale nel campionato italiano. "Tutto è avvenuto in maniera molto rapida. È stato un trasferimento storico, bisogna ringraziare il presidente e il Real Madrid perché non era facile cedere un giocatore così". La love story tra Cristiano Ronaldo e la Juventus affonda le radici nella scorsa primavera: "Il primo contatto c'è stato durante i quarti di finale della Champions League - la spiegazione di Paratici - Jorge Mendes mi disse che Cristiano voleva giocare per la Juve. Io pensavo fosse una barzelletta, poi si parlò di Cancelo e lui tornò su Ronaldo. In quel momento capii che si poteva provare". E partirono i contatti tra l'entourage del calciatore e la società, maturati nell'arrivo del numero 7 a Torino meno di tre mesi dopo. "Ne parlai con Agnelli - ricorda Paratici - non era facile ma lui rispose subito in maniera positiva sia sotto l'aspetto tecnico, che per le motivazioni del giocatore, che per quello che avrebbe potuto portare al nostro brand. Quando l'ho detto a Max Allegri era felicissimo. È un allenatore fortunato". Operazione vincente, ricorda Paratici, non solo per l'apporto tecnico garantito da CR7 alla Juventus - con 15 reti e 8 assist in 24 partite giocate tra Serie A e Champions League - ma anche per i benefici economici comportati per le casse del club. "Agnelli ne ha parlato con i responsabili commerciali, abbiamo fatto uno studio numeri alla mano e quando si è capito che l'operazione era vantaggiosa si è deciso di procedere". Fino all'arrivo in bianconero, risalente a sei mesi fa. Con piena soddisfazione per il dirigente bianconero: "Ronaldo è Ronaldo, c'è poco da dire - il commento di Paratici - siamo felici di lui non solo dal punto di vista tecnico. Lavora duramente tutti i giorni ed è un esempio. Perché quando guardi il numero 1 lavorare così, tutti si sentono in obbligo di fare lo stesso".
L'addio di Buffon: "Prepararsi all'addio di una bandiera non è facile"
Oggi, con Cristiano Ronaldo in rosa, la Juventus insegue l'ottavo scudetto consecutivo e guida la classifica di Serie A a +9 sul Napoli secondo. Un filotto avviato con Antonio Conte in panchina. Paratici ha parlato anche dell'allenatore salentino e del suo triennio in bianconero, tracciando le differenze con il suo successore Massimiliano Allegri: "Conte è più caratteriale e organizzatore, era perfetto per quel momento. Serviva un allenatore che avesse grande juventinità. Con lui e Agnelli c'è stata la rinascita del club, ci hanno dato un grande aiuto. Allegri ha trovato una situazione già in divenire, veniva da un grande club come il Milan e ci ha trasmesso questo tipo di mentalità. È forse meno organizzatore, ma più tecnico e aperto alle diverse situazioni di gioco. Da loro ho imparato tante cose e devo ringraziarli". A Dubai, il dirigente bianconero ha toccato anche un addio storico, maturato poche settimane prima dell'arrivo di CR7 a Torino. Quello di Gigi Buffon alla Juventus: "Quando si perde una bandiera come Gigi bisogna prepararsi e non è facile. Lui è anche un mio amico, da cui ho imparato tanto sul calcio e sulla Juventus. Ci siamo preparati, lui aveva deciso in un primo momento di concludere la carriera e quando siamo arrivati alla fine del campionato abbiamo confermato Szczesny. Poi lui ha avuto una proposta dal PSG, lo ha detto al presidente e a quel punto si è deciso di lasciarlo andare".