Decreto crescita, l'Inter risparmia 15 milioni per Conte. E Pogba diventa un affare

Calciomercato

Con la norma prevista del Decreto crescita "aperta" a ogni genere di lavoratore, il Governo potrebbe dare una grossa mano al calcio italiano. L'Inter risparmia 15 milioni sull'ingaggio triennale di Conte, un eventuale ritorno in Italia di Pogba sarebbe addirittura un affare

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Pogba alla Juve? Oggi costerebbe “solo” 12 milioni. E allo stesso modo, l’Inter, che ha riportato Antonio Conte in Italia, potrebbe risparmiare 15-20 milioni sull’ingaggio triennale del suo nuovo allenatore. Tutto merito della norma prevista dal Decreto crescita del Governo, che potrebbe finire per dare una grossa mano al calcio italiano permettendo l’acquisto di giocatori o allenatori provenienti dall’estero con una tassazione molto ridotta.

Cosa prevede la norma

Partiamo dalla norma, innanzitutto: introdotta nel passato governo con lo scopo di far rientrare nel nostro Paese i “cervelli” fuggiti all’estero, e riguardante dunque qualsiasi tipo di professione, adesso è stata resa ancora più “conveniente”, eliminando l’obbligo da parte dei lavoratori di dover soddisfare dei requisiti di specializzazione e qualificazione e aprendo, di fatto, le porte anche ai calciatori. Motivo per cui una norma che, lo ripetiamo, riguarda ogni genere di lavoratore, si rivela un potente strumento a disposizione delle società di calcio. Ma cosa prevede in concreto la norma? In sintesi, una tassazione molto conveniente per chi decide di tornare in Italia per almeno 2 anni, dopo essere stato all’estero per almeno 2 anni. Nello specifico, prevede la tassazione di solo il 30% del reddito per i primi 5 anni a un’aliquota marginale progressiva che arriverebbe al 43%. Quantificando: un giocatore con uno stipendio di 10 mln netti (potrebbe essere il caso di Pogba, qualora accettasse una “riduzione”), prima di questo decreto sarebbe costato al club circa 19 mln con le tasse, mentre adesso costerebbe intorno ai 12-13 mln.

Pogba al Napoli? Sarebbe un affare

E non è tutto: perché il decreto prevede un’agevolazione ancora maggiore per le regioni del Sud Italia, dove le imposte si pagano non sul 30%, ma solo sul 10%. Per fare un altro esempio concreto: al Napoli, Pogba costerebbe 11 mln, per un’operazione praticamente esentasse. Ulteriori agevolazioni, poi, per i lavoratori con figli: per chi ne ha tre la riduzione è sempre del 90% ma per gli ulteriori 5 anni, non solo per i primi 5.

E se questo non è il caso del francese ex-Juve, un altro punto che invece farebbe molto felice De Laurentiis è quello relativo ai diritti sullo sfruttamento dell’immagine, che non sono un reddito che rientra in questo genere di agevolazione: in sostanza, un giocatore che li detenesse non sarebbe assoggettato a questo regime, e gli converrebbe addirittura cederli al club...

I conti di Conte

Importante sottolineare come la norma riguardi chi rientra in Italia dopo essere stato all’estero almeno due anni, quindi sia applicabile a Conte ma non a Sarri, ad esempio. A patto che – altro tecnicismo da considerare – Conte, dopo l’esonero dal Chelsea, abbia mantenuto la residenza fiscale in Gran Bretagna e non l’abbia spostata in Italia, cosa che non gli darebbe più diritto all’agevolazione.

Per fare i conti di Conte: all’Inter, complessivamente, tra esonero di Spalletti e staff e ingaggio di Conte, l’operazione costa sui 70 mln. Una quindicina, se non di più, potrebbero essere risparmiati (a patto, come detto, che l’ex allenatore del Chelsea non abbia cambiato residenza fiscale) grazie a questa norma, dato che Conte – che percepirà 10-11 mln netti per tre anni – costerà all’Inter 13-14 mln all’anno anziché 20-22. Roba da pagarsi Dzeko, con quei soldi risparmiati, se si pensa che la Roma lo valuta sui 10-12 milioni...

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