Dopo una lunga trattativa la Juventus ha ingaggiato il giovane difensore dell'Ajax. Il suo inserimento nella nuova difesa di Sarri garantisce degli evidenti pregi, ma anche qualche rischio
La Juventus ha storicamente fondato i propri cicli sulla base di una difesa granitica dal punto di vista collettivo e brillante nei singoli interpreti. I difensori di tutte le migliori Juventus sono stati chiamati a svolgere una sorta di funzione rappresentativa dell’identità del club, e questo a prescindere dal modello di gioco più o meno offensivo. Per questo i difensori hanno dovuto essere qualitativamente superiori alla media, carismatici e con una mentalità in linea con quella del club. Matthijs de Ligt ha tutte queste caratteristiche anche sotto l’aspetto caratteriale, oltre che quello tecnico.
Queste parole di de Ligt alla festa dello scudetto olandese potrebbero benissimo essere un manifesto dell’ideologia di Maurizio Sarri.
Un difensore di carattere
La personalità di de Ligt è certo testimoniata dal suo rapporto con i tifosi, quasi da capopopolo, ma anche con lo spogliatoio. Ad appena 18 anni è diventato capitano dell’Ajax con cui, è bene ricordare, ha giocato una finale di Europa League neanche maggiorenne. Ma è soprattutto nelle sue qualità in campo che de Ligt dimostra di essere un leader.
De Ligt ha uno stile di gioco esuberante, a tratti titanico per come riesce a dominare gli avversari con una forza fisica e un coraggio tipico dei vent’anni. La stazza avrebbe potuto penalizzarlo nello sviluppo, tant’è che al Manchester United scartarono l’idea di acquistarlo, un paio di anni fa, perché ritenevano concreto il rischio di un progressivo imbolsimento. Al momento, però, la sua struttura sembra più un vantaggio che un handicap; de Ligt gestisce alla perfezione il suo corpo, che riesce a volte a trasformare in un muro di gomma contro cui gli attaccanti finiscono per rimbalzare.
De Ligt è così straripante che rischia di non stare nella divisa.
Per lo stile di gioco mostrato all’Ajax, con una linea difensiva spesso molto alta, un tipo di difensore del genere può essere utile solo se alla fisicità è abbinata anche la capacità di coprire grandi distanze in poco tempo, sia attraverso una conoscenza tattica sufficiente da comprendere alla perfezione i tempi e le distanze giuste da tenere in copertura della profondità, sia con una rapidità elevata su distanze medio-lunghe. In questo senso, de Ligt ha dimostrato di essere a proprio agio anche quando deve difendere con spazi ampi alle proprie spalle.
All’andata contro la Juventus abbiamo un esempio di come de Ligt sia bravo nella copertura della profondità anche contro avversari rapidi. Qui in un primo momento prova ad accorciare su Bernardeschi.
Rapidamente capisce che l’avversario è in vantaggio e inizia a temporeggiare scappando all’indietro.
Bernardeschi riesce a superarlo sfruttando l’inerzia dell’azione.
De Ligt però recupera in maniera straordinaria con un tackle pulitissimo e mette la palla in calcio d’angolo.
Come si inserisce de Ligt nella Juventus di Sarri
Essere cresciuto in questo Ajax ha permesso a de Ligt di sviluppare abitudini tattiche molto moderne. La sensibilità delle letture in una squadra dal baricentro alto, nella difesa a zona e nella partecipazione attiva anche alla fase offensiva. Tutti aspetti che lo rendono un profilo modello per Maurizio Sarri, il cui gioco sulla carta è basato sostanzialmente sugli stessi principi.
Il reparto arretrato della Juventus potrebbe diventare uno dei più eterogenei degli ultimi anni: Bonucci, Chiellini, Rugani, de Ligt e Demiral potrebbero consentire a Sarri di sbizzarrirsi negli abbinamenti della coppia per trovare il tandem migliore. Data la vastità del repertorio, de Ligt potrebbe funzionare un po’ con tutti gli altri difensori, completandoli.
Se con Chiellini (e Demiral?) potrebbe interpretare la parte del centrale più “attendista”, con Bonucci e Rugani interpreterebbe invece il ruolo di quello aggressivo; questo è indicativo della duttilità dell’olandese. Va detto che l’approccio difensivo di Sarri, estremamente didattico, ha l’obiettivo di formare un quartetto capace di rompere la linea e coprirsi a vicenda in qualsiasi situazione; pertanto, è verosimile immaginare un contesto in cui difficilmente vedremo uno dei due centrali più aggressivo dell’altro per motivi non dipendenti dalla posizione del pallone.
Premessa la varietà di soluzioni in fase di possesso, un aspetto che probabilmente sarà altrettanto decisivo, nella scelta della coppia titolare, è l’abbinamento di caratteristiche in fase di possesso. Nel corso degli anni abbiamo imparato visto quanto Sarri responsabilizzi i suoi centrali difensivi in fase di costruzione, e nell’anno dell’introduzione della nuova regola sulle rimesse del portiere questo aspetto potrebbe essere ancora più importante.
Nella coppia dell’Ajax, de Ligt è stato sfruttato meno di Blind per far avanzare il pallone. Questo però non significa un minore coinvolgimento nel possesso, anzi, de Ligt ha avuto diverse responsabilità in fase di costruzione, anche se in maniera meno diretta del compagno.
Sotto questo punto di vista - in fase di possesso palla - potrebbe sposarsi molto bene sia con Bonucci, che ha uno stile più creativo e verticale nelle trasmissioni, sia con Chiellini, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo fondamentale anche nelle conduzioni profonde fino alla metà campo avversaria. In entrambi i casi la Juve potrebbe giovare di una coppia abituata a gestire il pallone per non sovraccaricare di responsabilità il mediano centrale e i terzini già dalle prime battute dell’azione.
Insomma, Matthijs de Ligt è un profilo perfetto per la filosofia di Sarri e per ringiovanire un reparto difensivo che ha fatto la storia del club ma che, se non altro per ragioni anagrafiche, ha bisogno di un rinnovamento. La giovanissima età, data la tantissima esperienza internazionale accumulata negli ultimi due anni, è solo un vantaggio, e con un contratto dalla lunga durata più le nuove agevolazioni sulla tassazione, l’investimento fatto potrebbe rivelarsi sostenibile anche dal punto di vista finanziario.
La nuova Juve di Sarri, pur dando l’idea di voler rinnovare la filosofia tattica della società, come nella più classica delle tradizioni juventine sembra voler partire dall’acquisto di un grande centrale difensivo. Uno di quelli che potrebbe diventare un pilastro della Juventus del futuro.