Pochi top e tanti flop, in quegli anni di parametri zero spesso arrivati e poi ripartiti nel giro di un anno o di soli sei mesi. Il doppio colpo Beckham che fece sognare tutti i tifosi, Cassano e Van Bommel decisivi per lo scudetto del 2011 come Balotelli per la rincorsa Champions del 2013, ma anche i vari Mancini, Essien, Mesbah, Destro e Cerci. Fino a Suso, arrivato anche lui in inverno e oggi punto fermo del Milan di Gattuso
JUVE, I COLPI STORICI DI GENNAIO
INTER, I COLPI STORICI DI GENNAIO
Ecco tutti i colpi del mercato invernale dei rossoneri degli ultimi dieci anni, dal 2008 al 2018.
2009: THIAGO SILVA. Vero: esordì in rossonero solo in estate, ma il colpo di mercato risale all’inverno precedente, quando nel dicembre del 2008 il Milan trovò l’accordo con la Fluminense sulla base di 10 milioni. Il brasiliano, presto tra i migliori centrali al mondo, si allenerà a Milanello già dal gennaio del 2009. Con i rossoneri sarà tra i grandi protagonisti nello scudetto del 2011.
2009: DAVID BECKHAM. Altra figurina da collezione o giocatore vero? Beckham arrivò a Milano già nell’ottobre del 2008 in prestito dai Galaxy, dopo che la stagione Mls era già conclusa, diventando poi colpo ufficiale il 7 gennaio seguente. L’ex ‘Spice Boy’ si dimostrò ancora in grande forma anche per il calcio europeo, con 20 presenze e 2 gol nei suoi sei mesi rossoneri.
2009: FELIPE MATTIONI. Prima meteora degli ultimi anni di mercato invernale rossonero. Il brasiliano arriva dal Gremio il 15 gennaio del 2009 assistito dal fido Mino Raiola: prestito con riscatto a 6 milioni. Il risultato? Deludente, esordio solo a maggio e niente riscatto a fine stagione.
2010: DAVID BECKHAM BIS. Stessa formula di 365 giorni prima: Mls finita e lui vuole continuare a giocare per rincorrere il Mondiale del 2010 in Sudafrica. Al Milan lo aspettano ancora tutti ancora a braccia aperte ma il destino ha altri piani per lui: a marzo in una partita di campionato contro il Chievo salta il tendine d’Achille della gamba sinistra, lacrime e addio sogno con la Nazionale.
2010: MANCINI. Parenti serpenti, lo dice il detto e così fu anche in quello stesso gennaio dove l’Inter rifilò il pacco al Milan. Prestito con diritto di riscatto al fotofinish il primo febbraio del 2010. A giugno i rossoneri, senza grande stupore, non lo riscatteranno.
2011: DIDAC VILÀ. Vilà chi? Sì, proprio lui, che arrivo in rossonero a gennaio a titolo definitivo, e che esordì per la prima volta addirittura dopo aver già vinto lo scudetto qualche giorno prima. Preso dall’Espanyol, nel giro di sei mesi tornò a casa in prestito.
2011: URBY EMANUELSON. In rossonero 105 partite e 5 gol, prima di giocare per Roma, Atalanta, Verona, la “B” inglese e fare ritorno in Olanda. Arrivato dal micidiale vivaio dell’Ajax e pagato due milioni e mezzo, non riuscirà mai ad affermarsi nel Milan, specie dopo l’addio dei vari Ibra, Thiago Silva, Nesta, Inzaghi, Gattuso, Seedorf del 2012.
2011: NICOLA LEGROTTAGLIE. Una presenza, per una… gomitata. Il 31 gennaio del 2011 il Milan lo acquista facendogli firmare sei mesi di contratto. Esordisce contro la Lazio il giorno dopo quando però una sbracciata di Libor Kozak lo manda al tappeto: tanto spavento ma nessuna conseguenza, se non che in rossonero non giocherà più un solo minuto, vincendo comunque lo scudetto a maggio.
2011: ANTONIO CASSANO. E su quel tricolore c’è sicuramente segnato anche il nome di Fantantonio, preso il 3 di gennaio e decisivo per la corsa al titolo a dare fiato e idee ai vari Ibrahimovic e Robinho. 17 partite e 4 gol, uno nel 3-0 del derby che chiuse virtualmente i giochi. L’anno dopo farà ancora meglio vestendo i panni dell’assistman, salvo poi finire proprio all’Inter nel 2012.
2011: MARK VAN BOMMEL. “MVB” la sua sigla, come quella di un altro storico olandese che vestì i colori rossoneri. Senza Pirlo infortunato il Milan puntò tutto su di lui a gennaio. Prese la maglia numero 4 in onore di Demetrio Albertini, suo ex compagno nel Barcellona, fu decisivo nel tricolore e rimase a Milano fino al maggio del 2012, quando contro il Novara salutò (anche lui) in lacrime i suoi tifosi.
2012: MAXI LOPEZ. Catania andata e ritorno, in mezzo sei mesi, undici partite, pochissimi minuti e appena due reti. Al tempo Galliani riprovò il colpo “alla Cassano” per dare nuova linfa all’attacco nella corsa scudetto: fallito. Vincerà la prima Juve di Conte.
2012: DJAMEL MESBAH. Arrivato il 18 gennaio, anche il terzino algerino non riuscì a imporsi in rossonero. Preso a titolo definitivo ripartì sei mesi dopo per Parma.
2012: SULLEY MUNTARI. L’istantanea è sempre quella, “il gol di Muntari” con palla dentro che in realtà non diventò gol. Il Milan lo acquista l’ultimo giorno della sessione invernale in prestito dall’Inter: esordisce a febbraio e segna subito. Rimarrà in rossonero altri tre anni segnando anche un pesantissimo (ma poi inutile) gol al Barcellona in Champions. Ricomincerà nel 2016 dall’Arabia Saudita.
2013: MARIO BALOTELLI. Come Cassano e Van Bommel decisivi per la corsa scudetto, lui lo fu per quella Champions 13-14 poi raggiunta per davvero (l’ultima giocata dal Milan). Arriva dal City il 31 gennaio col solito colpo in extremis di Galliani. Porta i rossoneri in Europa e l’anno dopo infila 18 gol: suo primato personale di sempre battuto solo lo scorso anno col Nizza. Partirà per Liverpool per poi ritornare, senza successo, nel 2015.
2013: CRISTIAN ZACCARDO. Il 25 gennaio 2013 si trasferisce a titolo definitivo al Milan nello scambio che coinvolge anche Djamel Mesbah e Rodney Strasser che compiono il percorso inverso al Lecce. In rossonero altri due anni con 17 presenze totali.
2014: ADIL RAMI. “Baffone” portafortuna della Francia campione del mondo, ma anche rossonero dal 3 gennaio del 2014. A fine anno il Milan lo riscatta dal Valencia ma la sua avventura dura soltanto un’altra stagione. Ripartirà per la Spagna nel Siviglia.
2014: MICHAEL ESSIEN. Ricordate il leone del centrocampo del Chelsea? Bene, a Milano fu letteralmente solo un ricordo. Lento e poco incisivo, in un anno e mezzo colleziona in tutto 22 presenze.
2014: KEISUKE HONDA. A chi il “10” se lo ricordava sulla schiena dei vari Rivera, Gullit, Boban, Savicevic, Roberto Baggio, Rui Costa o Seedorf sarà venuto più di un infarto nel vedere Keisuke dal Sol Levante con quel numero. Svincolato dal Cska, inizierà la sua avventura a Milano il 3 di gennaio. Nel 2014-15 è titolare nel peggior Milan del millennio con Inzaghi in panchina. La sua parentesi si chiude nel 2017 quando va a finire in Messico.
2014: ADEL TAARABT. Funambolico, velocissimo, dribbling mozzafiato: il tutto negli anni del pochissimo talento in rosa. Il marocchino arriva dal QPR dove ha fallito, facendo presto subito impazzire i tifosi e segnando anche quattro gol. Inutili: il Milan a fine stagione non lo riscatterà.
2015: GABRIEL PALETTA. Il 2 febbraio 2015 l’argentino viene ceduto in via definitiva al Milan con cui firma un contratto fino al 30 giugno 2018. Sei mesi dopo finisce subito in prestito all’Atlanta, salvo poi tornare a Milano nel 2016.
2015: SUSO. Oggi faro del Milan: si accende lui e si accende la squadra, finalmente (per ora) tornata a lottare per un posto Champions. Dopo il flop nel Liverpool il 17 gennaio del 2015 Galliani vede lungo e lo porta in rossonero per appena 1,3 milioni. Oggi ne vale 40, ed è il miglior assistman d’Europa.
2015: MATTIA DESTRO. Famosa la scena in cui Adriano Galliani andò a citofonare a casa sua a Roma per convincerlo a scegliere il Milan, la squadra per cui un tempo tanti campioni avrebbero fatto di tutto per giocarci. Tanto voluto quanto deludente: 15 presenze e la miseria di 3 gol in rossonero. Sei mesi dopo tornerà alla Roma.
2015: ALESSIO CERCI. Lento e senza più dribbling, soltanto la copia sbiadita di quel giocatore che tanto bene aveva fatto nel Torino e che aveva convinto l’Atletico Madrid a prenderlo l’estate precedente. Il 5 gennaio passa in prestito al Milan. Sceglie la maglia numero 22 che fu di Kakà e delude: segna una rete e riparte in estate per il Genoa.
2015: LUCA ANTONELLI. Cresciuto nelle giovanili del Milan, Il 2 febbraio del 2015 ritorna a casa con la formula del prestito con obbligo di riscatto dal Genoa. In quattro stagioni totalizza 66 presenze e 5 gol.
2015: SALVATORE BOCCHETTI. Emigrato qualche anno prima in Russia, sempre a gennaio torna in Italia e a Milano in prestito. A fine stagione niente riscatto dopo appena otto presenze, e lui riparte per lo Spartak Mosca.
2016: KEVIN-PRINCE BOATENG BIS. I gol, lo scudetto, Michael Jackson ballato a San Siro e un tatuaggio indelebile. Il suo ritorno al Milan dallo Schalke non sarà però ugualmente un successo. Sei mesi dopo, senza rinnovo del contratto, rimane svincolato e prenderà un volo per le Canarie per giocare col Las Palmas.
2017: GERARD DEULOFEU. Sulla scia di Taarabt, lo spagnolo regala subito magie al Milan: dribbling, idee e quattro gol in 18 partite. Anche di lui i tifosi si innamorano, ma il Barcellona vuole riaverlo. Venduto all’Everton (che lo aveva girato al Milan in prestito secco), viene richiamato in Catalogna grazie al "diritto di recompra" che i blaugrana si erano assicurati. Sei mesi più in là sarà ai margini del progetto Barça e tornerà in Inghilterra nel Watford.
2017: LUCAS OCAMPOS. Nel mercato invernale del 2017 passa al Milan in prestito secco per 500 mila euro. In rossonero dura altre 11 presenze, a fine anno non viene riscattato e torna in Francia nel Marsiglia, dove nel 2018 arriverà in finale di Europa League perdendo contro l’Atletico di Griezmann.
2017: MARCO STORARI TRIS. La prima volta fu nel 2007, quando entrò a far parte della squadra che poi avrebbe vinto la Champions League. Poi ancora nel 2009 prima di andare a vincere quattro scudetti nella Juve come secondo di Buffon. La terza avventura riparte il 10 gennaio del 2017. Attualmente è svincolato.
