
Fuori ritmo dal primo metro, in difficoltà forse anche psicologica contro un Nibali più giovane, forte e applaudito. Così Cadel Evans abbandona forse il sogno di vincere, dopo il Tour 2011, anche un Giro d'Italia. E sì che la tappa gli si addiceva -

I suoi tifosi e il diretto interessato facciano gli scongiuri, ma una cosa è certa: serve un cataclisma per far perdere questo Giro a Vincenzo Nibali. La grinta e lo strapotere fisico messi in mostra nella cronoscalata non lasciano dubbi... -

L'aveva detto: "Sono vecchietto, aspettatemi alla terza settimana". Ed eccolo, Samuel Sanchez, di nuovo protagonista. Lo spagnolo si vede negare il successo da Nibali, ma ci riproverà. Intanto è 10° nella generale -

Dietro a Sanchez, un ottimo Damiano Caruso. Anche lui ha deluso fin qui, per colpa della preparazione non a punto (ha sostituito Ivan Basso all'ultimo). Ma la sua crono fa ben sperare per le ultime tappe di montagna -

Tra gli uomini di classifica, a parte l'inarrivabile Nibali, è stato il marchigiano della Lampre ad andare più forte di tutti. Nel finale perde un po' e subisce la rimonta di Uran, ma il podio non è lontano -

Per quanto riguarda il colombiano, si deve parlare di prova a due facce. Disastrosa fino all'intertempo, quasi in linea con Nibali nella seconda metà. Il ragazzo del Team Sky non mollerà molto facilmente il podio, ma la maglia rosa pare impossibile -

Quinto di giornata e sesto nella generale, ma quant'è bravo questo polacco! E pensare che faceva storcere il naso la sua presenza, al posto di Contador o Kreuziger, per la Saxo. Invece fa molto divertire il suo duello per la maglia bianca con Betancur -

Chi invece sembra aver finito la birra, forse perché fin qui era andato oltre le aspettative, è Mauro Santambrogio. Brutta la sua cronometro, che lo fa rimbalzare fino all'ottava posizione. Fino a qualche giorno fa era il più brillante in salita -

Un nono posto, d'accordo, non è niente di eccezionale. Ma per Dario Cataldo, dopo aver lottato con un fastidioso malanno di salute per mezzo Giro, essere ancora in corsa e fare un'ottima cronometro (a 20" dal podio) è segno di tenacia e classe -

Ogni volta ci illude, ma alla fine affonda regolarmente. Anche in una prova come questa cronoscalata, che sembrava perfetta per lui. Robert Gesink, almeno a questo Giro, rimarrà una promessa non mantenuta. Ed esce anche dalla top-10 -

Pirazzi o Fantozzi? Viene da chiederselo vedendo la maglia azzurra partire con 5 minuti buoni di ritardo per un errore nell'orario di start. Colpa della squadra, per carità. Ma stare più attento anche lui? -