Fango, pavé e gloria: il mito della Roubaix

L’arrivo, dopo 257 km, è previsto come di consueto nel Velodromo di Roubaix. Qui i corridori si giocano la vittoria dopo aver compiuto un giro e mezzo del tracciato: attenzione dunque a un’eventuale volata –

La prima edizione della Parigi-Roubaix si corse nel 1896 e venne vinta dal tedesco Josef Fischer. Nelle due successive arrivarono i trionfi dell’italiano (naturalizzato francese) Maurice Garin –

A proposito di italiani: sono 13 le affermazioni azzurre nella storia della Regina delle Classiche. Tra queste ci sono grandi firme come quella di Fausto Coppi, che nel 1950 si impose succedendo nell’albo d’oro al fratello Serse –

Nel 1966, tra le affermazioni dei belgi Van Looy e Merckx, ecco spuntare Felice Gimondi, che fa sua la Roubaix interrompendo un digiuno azzurro che durava da 15 anni –

Tra il 1978 e il 1980, l’Inferno del Nord ha un solo padrone: Francesco Moser, che mette a segno una tripletta consecutiva che non è mai più riuscita a nessun altro campione (Foto web) –

Meglio del trentino hanno fatto solo due corridori, i belgi Roger De Vlaeminck (vincitore nel 1972, 1974, 1975 e 1977) e Tom Boonen (2005, 2008, 2009, 2012). Quest’ultimo correrà domenica la sua ultima gara da professionista prima del ritiro –

Tra i favoriti d’obbligo non può che esserci Peter Sagan, che finora nelle Classiche Monumento ha collezionato solo delusioni (secondo alla Sanremo, caduto al Fiandre) e che non si è mai imposto sul pavé della Roubaix (6° nel 2014 il suo miglior piazzamento) –

Bisognerà fare attenzione al meteo: in caso di pioggia, la strada diventa un serpente di fango. In caso di sole, sarà la polvere il nemico pubblico numero 1 del gruppo –

Per non parlare dei passaggi a livello: in Belgio i treni sono sempre un’incognita… -

Al vincitore della Roubaix (in foto l’australiano Mathew Hayman, che ha trionfato lo scorso anno) spetta una coppa davvero speciale, con il blocco di pavé caratteristico di una delle corse più prestigiose del mondo –

Caldi (complice anche qualche birra di troppo) e unici nel loro genere: sono i tifosi, che formano un serpentone umano da Parigi sino all’arrivo. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone assiepate per assistere al passaggio degli eroici corridori –

In certi frangenti, la Roubaix è una gara di cross su strada. Tante le cadute, spesso rovinose, dei ciclisti –

Non è facile per il gruppo, ma nemmeno per ammiraglie e addetti ai lavori: tra pavé, polvere e fango, la Roubaix è davvero un inferno –

L’ultimo italiano ad imporsi nel Velodromo di Roubaix è stato Andrea Tafi nel 1999. Prima di lui, ci era riuscito il compianto Andrea Ballerini, che aveva trionfato nel 1995 e nel 1998 –

Il vincitore ha anche la possibilità di essere il primo a utilizzare le mitiche docce del Velodromo di Roubaix, ognuna intitolata a un vincitore del passato –

Dietro alla Regina delle Classiche c’è un lavoro meticoloso: ogni tratto in pavé viene esaminato da esperti, che lo rendono sicuro in vista del passaggio dei corridori –

Il risultato è questo, prendere o lasciare. D’altronde non si entra nella leggenda del ciclismo per caso, ma vincendo gare come la Roubaix… -