Parte sabato l'edizione numero 106 della Corsa Rosa. Dal dopoguerra a oggi, al Giro sono state scritte pagine leggendarie dello sport grazie a fenomeni come Coppi, Pantani, Bartali e Nibali, ma anche Merckx, Indurain e Froome. Ecco le foto più belle della gara più amata dagli italiani
- Il Giro d'Italia taglia il traguardo della 106^ edizione, al via sabato 6 maggio dall'Abruzzo. La storia della Corsa Rosa, dal dopoguerra a oggi, ha raccontato imprese epiche da parte di leggende dello sport. Riviviamo alcuni dei momenti che hanno reso il Giro un mito dello sport
- Partiamo dal 1946. L'Italia è stata liberata dai nazifascisti da pochi mesi; gli organizzatori decidono di ripristinare il Giro dopo l'interruzione del 1940 a causa della Seconda Guerra Mondiale. In un clima di semi rivoluzione, la spunta Gino Bartali, al suo terzo trionfo dopo quelli del 1936 e 1937
- Il Paese era totalmente diviso in due: monarchici e repubblicani, fascisti e comunisti, tifosi di Bartali e tifosi di Coppi...
- Fausto Coppi da Castellania vinse cinque volte il Giro: la prima nel 1940, l'ultima nel 1953. Il Campionissimo scrisse pagine memorabili dello sport, come i 192 km di fuga nella Cuneo-Pinerolo del 1949
- E' quella un'Italia agricola, che si rimbocca le maniche per uscire dagli stenti di una Guerra che l'ha portata sull'orlo del fallimento. Il Giro serve anche per staccare testa e muscoli e riprendere fiato
- Le condizioni delle strade erano al limite della praticabilità: d'altra parte, i segni della Guerra sono stati evidenti per molti anni nel nostro Paese
- I corridori erano visti come degli autentici eroi, capaci di salire sulla bici in qualunque condizioni atmosferica
- Il muro di neve si confonde con la marea umana presente sul Passo del Gavia durante il Giro del 1960: un'istantanea pazzesca di quel momento
- Negli Anni Sessanta, oltre al boom economico, arriva anche una generazione di campioni: Adorni, Anquetil, Motta e Felice Gimondi, vincitore per tre volte del Giro (1967, 1969 e 1976)
- Il più grande di tutti resta però Eddy Merckx, che con cinque successi affiancò i mitici Binda e Coppi nella classifica all-time. Il Cannibale belga non aveva certo bisogno della benedizione di Papa Paolo VI per conquistare la maglia rosa...
- Il ciclismo a colori coincide con l'arrivo in gruppo di due giovani italiani, così diversi da accendere una rivalità che divide, ancora una volta, l'Italia. Giuseppe Saronni vince, a soli 21 anni, il Giro del 1979
- In quel 1979, arrivò secondo un giovane trentino dal grande talento, Francesco Moser, che scrisse il proprio nome nell'albo d'oro del Giro poco dopo, nel 1984. Quella con Saronni fu una rivalità che diede nuova linfa vitale al ciclismo italiano, tornato protagonista a grandi livelli
- Nel 1992 e 1993, un uragano spagnolo si abbatté sull'Italia: si trattava di Miguel Indurain, fenomeno nelle cronometro e maglia rosa in due edizioni consecutive
- Non mancavano di certo i campioni a inizio Anni Novanta: basti pensare a Claudio Chiappucci (l'eterno secondo) o Gianni Bugno (vincitore nel 1990 e maglia rosa dal primo all'ultimo giorno), beffati entrambi nel 1994 da un giovane russo cresciuto in Oltrepò, Eugeni Berzin
- Il Giro aveva il suo Re (Leone), alias Mario Cipollini, che con 42 successi di tappa (tutti allo sprint) è il corridore più vincente nella storia della Corsa Rosa
- Nel 1994, un giovane semi sconosciuto della Carrera incantò l'Italia vincendo due tappe di alta montagna (Aprica e Merano): il suo nome era Marco Pantani, che nel 1998 vinse il Giro, diventando uno degli sportivi più ammirati nella storia del nostro sport. Le scalate del Pirata sono leggenda
- L'epilogo della carriera (e della vita) di Marco Pantani arriva un drammatico 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio. Lo scalatore romagnolo, maglia rosa e a un passo dal secondo trionfo consecutivo, viene fermato per l'ematocrito alto. Pantani, escluso da quel Giro, non si riprenderà più e comincerà il lento declino verso la morte
- Tra il 2000 e il 2007, l'Italia monopolizza l'albo d'oro del Giro: vincono Garzelli, Simoni, Cunego, Savoldelli, Di Luca e Basso. Nessuno, però, riesce a entrare nei cuori come aveva fatto qualche anno prima il compianto Pantani
- Il Giro 2009, quello del Centenario, vive un momento drammatico nell'ultimo km dell'ultima frazione, una crono a Roma. Denis Menchov, maglia rosa con 20'' di vantaggio su Di Luca, scivola a pochi metri dal traguardo. Il russo riuscirà, con qualche patema d'animo di troppo, a mantenere la leadership e vincere quel Giro
- Il Giro è anche dramma, non solo sportivo, purtroppo. Il 9 maggio del 2011, Wouter Weylandt (Leopard-Trek), perde la vita durante la terza tappa della corsa, cadendo nella discesa del Passo del Bocco
- L'edizione del 2011 è anche quella che vede la battaglia all'ultimo scatto fra Michele Scarponi e Alberto Contador. A prevalere fu lo spagnolo, la cui squalifica per doping regalò postuma la maglia rosa a Scarponi, tragicamente scomparso di nel 2017 a causa di un incidente durante un allenamento
- Uno dei finali più entusiasmanti nella storia del Giro è datato 2012, quando Ryder Hesjedal rimonta i 31'' di svantaggio da Rodriguez nell'ultima tappa a cronometro, conquistando la maglia rosa per appena 16'' (quarto minor distacco nella storia del Giro)
- Il ciclone colombiano si abbatte sul Giro 2014, quando Nairo Quintana porta a casa la maglia rosa, primo sudamericano a imporsi sulle strade italiane. Ci riusciranno più avanti anche l'ecuadoriano Carapaz ed Egan Bernal
- Clamoroso quanto accade il 27 maggio 2016 nella 19esima tappa da Pinerolo a Risoul: Steven Kruijswijk, lanciato verso la vittoria finale, cade nella discesa del Colle dell'Agnello e dice addio ai sogni di gloria...
- Ne approfitta, da vero Squalo, Vincenzo Nibali, capace di rimontare 4'43'' di ritardo in appena 5 tappe e di portare a casa il suo secondo Giro dopo quello del 2013
- Già vincitore di quattro Tour, Chris Froome sbarca al Giro per conquistarlo per la prima volta. Nel tappone alpino con quattro colli da scalare, Colle del Lis (1 311 metri), Colle delle Finestre (Cima Coppi di quest'anno, 2 176 metri), Colle del Sestriere (2 035 metri) ed il Monte Jafferau (1 900 metri), il britannico dopo una fuga solitaria di più di 80 km, cominciata sul Colle delle Finestre, strappa la maglia rosa a Simon Yates. Il Giro è suo
- Nel 2020 il Giro d'Italia non può partire in primavera a causa dell'esplosione della pandemia. Si riesce comunque a cominciare ad ottobre inoltrato. Trionfo per il britannico Tao Geoghegan Hart, ma il grande protagonista è Filippo Ganna, vincitore di quattro tappe
- Duranta la tappa che si chiude nella sua Messina, Vincenzo Nibali annuncia che quello in corso sarà il suo ultimo Giro d'Italia e che a fine stagione lascerà l'agonismo. E' una marea di affetto quello che si riversa sullo 'Squalo', quarto in quel Giro e primo degli italiani in classifica generale