Ferrari, se la ricetta vincente è avere un campione spagnolo
Formula 1Alonso ha firmato con la propria tenacia un successo che nessuno avrebbe mai sottoscritto prima della seconda trasferta del Mondiale. Colpa di tanti errori degli avversari, ma soprattutto merito di una gara perfetta e senza sbavature. LE FOTO DEL TRIONFO
SCHEDE: tutti i piloti della stagione - tutti i circuiti km per km - I RISULTATI
I VIDEO : Tutti i segreti della F1 nelle clip di Motorsport
di Biagio Maglienti
Carattere, classe, concentrazione e un po’ di fortuna è il micidiale mix che ha consentito a Fernando Alonso di centrare un obiettivo solo fino a una settimana fa impensabile. Così lo spagnolo della Ferrari ha firmato con la propria tenacia un successo che nessuno avrebbe mai sottoscritto prima della seconda trasferta del mondiale di formula uno targato 2012. Una prova perfetta, sia da parte del pilota sia da parte del team.
Nessuna sbavatura, supportati anche dal box virtuale di Maranello che ha lavorato in sinergia e anch’esso alla perfezione col muretto dei box di Sepang. A dire il vero la Ferrari e Alonso sono stati il solo team e pilota a non commettere il benché minimo sbaglio in un festival degli errori e questo ha finito per pagare alla grande.
Ha iniziato Michael Schumacher anche se incolpevolmente “punito” da Grosjean in un tamponamento: i due poi si sono scambiati reciproche accuse. Hanno proseguito Button e Hamilton con la complicità dei box; ha continuato Rosberg, si è intestardito a sbagliare Vettel, punito successivamente da una foratura causa contatto e il compagno di squadra Webber che è incappato in un Gran Premio no a causa di un set di pneumatici non perfetti. Beh, ma l’errore più grosso l’ha commesso chi avrebbe potuto correre la gara della vita, ovvero quel “Cecco” Sergio Perez che si è trovato la strada spianata da una scelta gomme azzeccatissima, da una macchina efficiente al punto da stare in scia alla Ferrari di Alonso e mettergli paura e da una scuola (quella driver academy della Ferrari appunto) che gli ha insegnato velocemente tutti i segreti del mestiere.
Eppure, un giro di pista in più rispetto alla Ferrari e un errore al termine di una rimonta stupenda su Alonso, non lo hanno premiato come avrebbe voluto e dovuto essere premiato. Rimane una grande prestazione della Sauber e del pilota messicano, ma sfugge a questo binomio un’occasione irripetibile.
Sul gradino più alto del podio della classifica piloti ora c’è Fernando Alonso, in grado di ricompattare un team in chiara difficoltà, bravo a dare un’iniezione di fiducia alla squadra di Maranello che altrimenti avrebbe subito un ko pesante; ora bisogna continuare su questa strada e ritrovare velocità, prestazione e affidabilità, mantenendo il carattere di questo campione del mondo spagnolo che ha solo la voglia di trionfare finalmente con il suo team di sempre la Ferrari.
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di Biagio Maglienti
Carattere, classe, concentrazione e un po’ di fortuna è il micidiale mix che ha consentito a Fernando Alonso di centrare un obiettivo solo fino a una settimana fa impensabile. Così lo spagnolo della Ferrari ha firmato con la propria tenacia un successo che nessuno avrebbe mai sottoscritto prima della seconda trasferta del mondiale di formula uno targato 2012. Una prova perfetta, sia da parte del pilota sia da parte del team.
Nessuna sbavatura, supportati anche dal box virtuale di Maranello che ha lavorato in sinergia e anch’esso alla perfezione col muretto dei box di Sepang. A dire il vero la Ferrari e Alonso sono stati il solo team e pilota a non commettere il benché minimo sbaglio in un festival degli errori e questo ha finito per pagare alla grande.
Ha iniziato Michael Schumacher anche se incolpevolmente “punito” da Grosjean in un tamponamento: i due poi si sono scambiati reciproche accuse. Hanno proseguito Button e Hamilton con la complicità dei box; ha continuato Rosberg, si è intestardito a sbagliare Vettel, punito successivamente da una foratura causa contatto e il compagno di squadra Webber che è incappato in un Gran Premio no a causa di un set di pneumatici non perfetti. Beh, ma l’errore più grosso l’ha commesso chi avrebbe potuto correre la gara della vita, ovvero quel “Cecco” Sergio Perez che si è trovato la strada spianata da una scelta gomme azzeccatissima, da una macchina efficiente al punto da stare in scia alla Ferrari di Alonso e mettergli paura e da una scuola (quella driver academy della Ferrari appunto) che gli ha insegnato velocemente tutti i segreti del mestiere.
Eppure, un giro di pista in più rispetto alla Ferrari e un errore al termine di una rimonta stupenda su Alonso, non lo hanno premiato come avrebbe voluto e dovuto essere premiato. Rimane una grande prestazione della Sauber e del pilota messicano, ma sfugge a questo binomio un’occasione irripetibile.
Sul gradino più alto del podio della classifica piloti ora c’è Fernando Alonso, in grado di ricompattare un team in chiara difficoltà, bravo a dare un’iniezione di fiducia alla squadra di Maranello che altrimenti avrebbe subito un ko pesante; ora bisogna continuare su questa strada e ritrovare velocità, prestazione e affidabilità, mantenendo il carattere di questo campione del mondo spagnolo che ha solo la voglia di trionfare finalmente con il suo team di sempre la Ferrari.