Formula 1: la storia del GP del Messico, il circuito più alto del Mondiale

Formula 1
Una splendida panoramica del circuito messicano (foto getty)
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Storia del Gran Premio più alto del Mondiale, dove si sfreccia ad oltre 370 km orari su una pista che ricorda, e non è certo un caso, Monza. In totale sono 18 le edizioni finora disputate, con due lunghe pause come intermezzi, che hanno visto tre vittorie a testa per Lotus, McLaren e Williams e due successi a per Clark, Prost e Mansell

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Messico e nuvole, avrebbe cantanto Jannacci. Noi prendiamo a prestito titolo e melodia per parafrasarlo in Messico e bolidi. Perchè, complice anche l’altitudine che aiuta le macchine a fendere l’aria, qui si sono superati i 370 km/h di velocità massima. Una pista velocissima, ispirata a quella di Monza, rivista più volte nel corso degli anni fino al tracciato attuale che prevede il passaggio all’interno delle tribune dell’ex stadio di baseball, a pochi metri da un pubblico appassionato e colorato. Qui si corse per la prima volta nel 1963 e qui, più volte, si è anche deciso il mondiale.

1963 - Primo Gran Premio della storia per il Messico dopo che l’anno prima sempre sullo stesso circuito il Magdalena Mixhuca (in seguito intitolato ai fratelli Rodriguez) si era tenuta con successo una gara di F2 vinta da Jim Clark. E proprio l’inglese, già campione del mondo con largo anticipo, sfrutta la conoscenza della pista vincendo anche la prima edizione della gara di Formula1 davanti a Jack Brabham e Richie Ginther.

1964 - L’anno successivo il Messico è l’ultima gara della stagione e il titolo è ancora aperto con Surtees, Hill e Clark in lotta. In pole c’è Jim Clark davanti a Gurney e Bandini. Surtees con l’altra Ferrari è quarto ma il suo avversario è solo sesto in griglia. In gara Clark mantiene la testa seguito da Gurney mentre Surtees perde terreno con Hill che entra in lotta con Bandini per il podio che vorrebbe dire titolo mondiale. L’italiano della Ferrari però urta la BRM di Hill che va in testacoda e perde parecchie posizioni. L’inglese oltretutto ha uno scarico danneggiato che gli fa perdere potenza al motore. Il titolo sembra saldamente nelle mani di Clark: con questo ordine d’arrivo sarebbe campione con 4 vittorie in stagione contro le 2 di Hill in un arrivo a pari punti. Ma al penultimo giro il suo motore perde colpi. La classifica di gara dice ora Gurney, Bandini, Surtees, quella del mondiale invece dice Hill. La Ferrari realizzando che con un secondo posto Surtees può vincere il titolo, segnala a Bandini di rallentare al passaggio davanti ai box prima dell’ultimo giro. E lui fa il perfetto scudiero: rallenta e si fa passare da Surtees. Gurney vince la gara e l’inglese della Ferrari è campione. L’unico nella storia ad aver vinto il titolo in Formula 1 e nel motomondiale.

1965 - Ancora una volta il Messico è l’ultima gara della stagione. Clark è già campione del mondo per la seconda volta e la Honda vince la prima gara della propria storia in Formula 1. A centrare lo storico successo è Richie Ginther davanti a Dan Gurney e Mike Spence in una gara in cui tutti i principali attori del mondiale sono costretti al ritiro.

1970 - Tredicesima e ultima gara della stagione in Messico. Jochen Rindt, scomparso a Monza tre gare prima, è già campione del mondo. La rimonta mondiale di Jackie Ickx su Ferrari non è riuscita e l’austriaco è l’unico campione del mondo postumo della storia della Formula1. Nonostante un titolo già assegnato in duecentomila si presentano al circuito di Città del Messico premendo e sfondando le barriere per avvicinarsi alla pista. Stewart e l’idolo di casa Pedro Rodriguez vengono mandati a parlare con la folla che, finalmente, si porta dietro le barriere. La gara può cominciare. E comincia così una lotta a tre fra Ickx, Regazzoni e Stewart. Lo scozzese però rompe una sospensione dopo aver investito un cane che era entrato in pista ed è costretto al ritiro. È doppietta Ferrari con Ickx davanti a Regazzoni. 

1986 - dopo 16 anni di assenza la Formula1 torna in Messico sempre sulla stessa pista appena intitolata ai fratelli Rodriguez. Il tracciato, in realtà, è stato leggermente accorciato e modificato ma mantiene le sue curve distintive come la velocissima, e pericolosissima Peraltada, la curva finale in stile parabolica di Monza. In pole c’è Ayrton Senna, Mansell è in testa al mondiale con 10 punti su Piquet e 11 su Prost a tre gare dalla fine. Ma la Benetton-BMW ha un’arma segreta per la gara: le gomme Pirelli sull’asfalto dell’Hermanos Rodriguez non si consumano praticamente mai. Berger non deve fermarsi per la sosta ai box e così vince davanti a Prost e Senna. È la sua prima vittoria in carriera e la prima anche per la Benetton.

1990 - Siamo a metà stagione, il mondiale vede in testa Senna, con la McLaren, seguito a 8 punti da Prost su Ferrari. La pole la segna Berger sull’altra McLaren davanti a Patrese e al compagno di squadra. Prost è in difficoltà e si qualifica solo 13esimo. Per di più in partenza perde anche alcune posizioni. Ma poi comincia la rimonta: al decimo giro è ottavo e gestisce anche le gomme con cui invece faticano gli altri piloti, Patrese su tutti. Il francese va in caccia di Mansell che intanto ha ridotto il distacco da Senna a 10 secondi. Al 54esimo giro Prost passa l’inglese della Williams e cerca di completare la rimonta. Dopo 6 passaggi, con un Senna in difficoltà con le gomme, va al comando e vince la gara. Il mondiale è più aperto che mai.

1991 - Sesta gara della stagione con Senna che ha vinto le prime 4 dominando e Piquet che ha centrato il successo in Canada. In Messico si arriva quindi con un mondiale decisamente poco combattuto. Senna però esce violentemente di strada alla micidiale Peraltada, la sua McLaren sbatte contro le gomme, rimbalza sulla ghiaia e si capovolge. Il brasiliano è scosso ma al sabato si qualifica comunque terzo. In pole c’è Patrese con la Williams. In partenza il padovano perde quattro posizioni. La sua gara però non è finita: Patrese bada a non distruggere le gomme e recupera, con una macchina fantastica, giro dopo giro fino ad andare a vincere il Gran Premio davanti a Mansell e Senna.

1992 - Fine settimana dominato dal leader del mondiale Nigel Mansell, cosa non del tutto inusuale peraltro nella stagione ’92, ma la gara del Messico va segnalata e ricordata soprattutto per il primo podio in carriera di Michael Schumacher.

2015-2016 - Dopo un’altra pausa lunga ben 13 anni, la Formula 1 ritorna sempre a Città del Messico e all’Hermanos Rodriguez rinnovato per l’occasione da Herman Tilke. La Peraltada, affascinante e pericolosa, non c’è più ma in compenso il circuito passa nel bel mezzo delle tribune di un ex stadio da Baseball. Nel 2015 è Nico Rosberg a prendersi la vittoria mentre l’anno successivo è Hamilton a trionfare. Ma da ricordare c’è un finale a sorpresa per il terzo posto: dopo una lotta serrata a tre tra Verstappen, Vettel e Ricciardo, è l’olandese a centrare il podio. Ma Max ha tagliato anche una curva prendendosi così un vantaggio nei confronti di Vettel che lo stava attaccando. 5 secondi di penalizzazione e podio svanito. Il ferrarista viene quindi richiamato sul podio ma poi anche per lui arriverà la penalità per aver, ironia della sorte, fatto la “mossa Verstappen” in frenata su Ricciardo. Per una regola che, per fortuna, è esistita solo un anno in Formula1 e che era stata scritta per impedire ai piloti di spostarsi a frenata iniziata (come faceva con una certa costanza appunto Verstappen), anche Vettel è retrocesso. Ricciardo ride anche più del solito e si tiene un podio sudato e insperato.