Formula 1, Vettel: "Alonso favorito? Non mi interessa. Quanto mi manca Schumi..."

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Sebastian Vettel (Getty)

Il quattro volte campione del mondo della Ferrari si è confessato al quotidiano svizzero Blick: "Quello che dice Fernando non mi interessa. Quest'anno ci è mancato il colpo finale, ma senza Hamilton difficilmente la Mercedes avrebbe vinto il Mondiale"

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Il Mondiale 2017 di Formula 1 è in archivio da poco più di una settimana. Sebastian Vettel ha vissuto una stagione al limite, ritrovando vittorie, podi e giri veloci con la Ferrari, con la quale ha sfiorato un titolo che a Maranello manca da dieci anni. E' mancato il guizzo finale, con un passaggio a vuoto nella seconda metà della stagione che ha consegnato a Lewis Hamilton e alla Mercedes i due Mondiali: "Lauda dice che senza Hamilton non avrebbero vinto il Mondiale? Alla fine questo non conta, però credo abbia ragione - ha detto il 30enne tedesco al quotidiano svizzero Blick -. Abbiamo duellato sul filo dell'equilibrio per la maggior parte del Campionato, anche se nel finale non siamo stati sufficientemente forti. Non so se ci è mancata la velocità oppure se abbiamo commesso degli errori". Seb è piuttosto duro con se stesso quando si tratta di scegliere il momento peggiore della stagione: "Direi che è stato a Baku (con la famosa ruotata a Hamilton in regime di safety-car), dove ho perso una vittoria quasi sicura - ha spiegato Vettel -. L'azione che ho compiuto non era necessaria. Non credo che quel GP abbia condizionato il Mondiale, ma questo non sminuisce il mio errore". 

"Alonso? Non mi importa ciò che dice"

Vettel svaria a 360 gradi su vari argomenti riguardanti il circus. A chi critica la Formula 1, il tedesco risponde: "Nel calcio corrono dietro a un pallone, nell'hockey dietro a un disco. Uno sport può piacere o meno, ma non possono dire che non c'è mai spettacolo". Dopo averlo citato fra i dieci migliori piloti del Mondiale, insieme ai sei di Mercedes, Ferrari e Red Bull e a Wehrlein, Hülkenberg e Ocon, Vettel taglia corto sulla questione Alonso, che recentemente si è auto dichiarato tra i favoriti per il 2018, escludendo dalla corsa sia Seb che Kimi Raikkonen: "Quello che dice Fernando non mi interessa". Il tedesco esclude un futuro in Formula E ("Chiunque sia appassionato di automobilismo non può emozionarsi con quelle vetture, non sono molto veloci. Anche gli stessi piloti dicono che non è la stessa sensazione") e parla del giorno in cui si ritirerà dalla Formula 1: "Non la vedo ancora come un'ipotesi concreta - ha detto -. Arriverà nel giorno in cui non mi divertirò più a bordo della monoposto e vedrò che piloti più giovani invece saranno in grado di farlo. Allora sarà giunto il momento di lasciargli il mio sedile". 

"Schumi potrebbe aiutarci a vincere il Mondiale"

Vettel ha parlato anche dell'innovazione Halo, la protezione che sarà obbligatoria su tutte le vetture dal 2018: "Se aiuterà a salvare una vita, allora è necessario - ha detto -. E' giustificato se può evitare una grave lesione al pilota. Non è molto estetico e bello da vedere, però dobbiamo abituarci". Seb ha poi spiegato la sua posizione sul possibile ritorno in Formula 1 di Robert Kubica: "Credo che sia stato tragico quanto gli è accaduto - ha spiegato il quattro volte iridato con la Red Bull -. Era considerato un possibile campione del mondo. In questo momento, però, non capisco perché sta spingendo per tornare. Perché non lo ha fatto prima? Sarebbe una cosa buona per lui, ma non per tutti quei giovani piloti che vogliono un sedile nel Mondiale". La peggior domanda che è stata rivolta a Vettel in questa stagione non può essere che una: "Perché non hai vinto il titolo e sei tornato ad essere campione del mondo? Questo mi fa riflettere sul fatto che ne ho avuto la reale possibilità. Diciamo che se ripetuta più volte, questa domanda mi fa innervosire...". Servirebbero i consigli del suo mentore, Michael Schumacher: "Il tempo passa molto rapidamente e Michael manca tantissimo alla Formula 1 e soprattutto alla Ferrari. Saremmo molto felici di poter contare sul suo appoggio, sia pratico che psicologico, per andare a caccia del titolo. Se c'è uno in grado di far progredire una macchina e un team, quello è proprio lui", ha concluso Vettel.