Formula 1, GP Monaco. L'analisi post gara di Monte-Carlo in 4 punti

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Cristiano Sponton

Ricciardo a Monaco (foto: Sutton Images)

La Red Bull RB14 era la monoposto più veloce, perchè? Che problemi ha avuto Ricciardo in gara? Vettel ha raccolto il massimo nel week-end di Monte-Carlo? La Mercedes ha veramente limitato i danni? Ecco tutte le risposte

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Ricciardo, pur con tantissima sofferenza, è riuscito a cogliere la vittoria sulle "stradine" del Principato di Monaco ottenendo il secondo successo del 2018. Una stagione di Formula 1 molto avvincente e molto equilibrata con tre team costantemente in lotta per la vittoria. Dopo Monaco siamo in perfetta parità: due vittorie Ferrari (Australia-Bahrain), due vittorie Mercedes (Baku-Barcellona) e due per Red Bull (Cina-Monaco).

1) Red Bull la monoposto più veloce, perchè?

La Red Bull ha dimostrato per tutto il fine settimana di essere la monoposto più performante su questa tipologia di tracciato. Ricciardo è stato il pilota più veloce in ogni sessione ed anche in gara è sembrato avere il ritmo per controllare piuttosto agevolmente la corsa. Le caratteristiche del circuito sono state fondamentali per le prestazioni della RB14 visto il basso valore dell’effetto potenza calcolato in 0,11s ogni 10 cv. Questo valore relativamente basso ha esaltato il corpo vettura e la meccanica della monoposto di Milton Keynes che, fin dai primissimi giri, si è adattata perfettamente alle gomme HyperSoft, sia in qualifica che in gara. Red Bull è riuscita a portare e mantenere al giusto range di funzionamento sia l’assale anteriore che quello posteriore. Altre vetture, invece, hanno faticato parecchio sotto questo aspetto. La Ferrari ha avuto grosse difficoltà a scaldare l’anteriore mentre, Mercedes, soffriva di surriscaldamento sull’assale posteriore.

Se analizziamo l’andamento del primo stint notiamo che Ricciardo, oltre ad essere il pilota più veloce, aveva meno problemi con gli pneumatici. Ferrari e Mercedes hanno accusato parecchio graining che non gli ha permesso di esprimere il massimo potenziale in qualifica e in gara. Il ritmo imposto dal pilota australiano non è stato veloce ad inizio gara, infatti, girava a 7s dal tempo realizzato durante le qualifiche. Ritmo particolarmente contenuto perché i piloti temevano molto il degrado degli pneumatici e proprio per questo, con le vetture a pieno carico, hanno girato piuttosto lenti in modo da non stressare oltremodo le HyperSoft.

2) Che problemi ha avuto Ricciardo?

La gara di Ricciardo è stata piuttosto tranquilla fino al giro 26 quando la Power Unit della sua RB14 ha perso improvvisamente potenza. Dal giro 26 fino al termine della gara l'australiano ha corso esclusivamente con la potenza fornita dal motore endotermico in quanto l'MGU-K aveva smesso di funzionare facendo mancare ben 164 cv sfruttabili per 33,3s. Non solo mancanza di potenza, però, perché l'MGU-K viene anche sfruttata, in fase di rigenerazione, come un vero e proprio “freno”. Questo mancato funzionamento ha creato ulteriori problemi a Ricciardo che è stato costretto a modificare più volte il bilanciamento della frenata, spostandola il più possibile verso l’asse anteriore, per riuscire a terminare la gara visto che, su questo tracciato, i freni sono molto sollecitati.

Queste difficoltà, secondo Horner, hanno avuto un impatto molto importante nella performance della Red Bull che gli ingegneri hanno quantificato in circa 2,5 s al giro. Buona parte di questi 2,5 s è da imputare alla mancanza di potenza del sistema ERS che, secondo i dati della Magneti Marelli, equivale a circa 1,7 s. Gli altri 8 decimi sono riconducibili alle difficoltà in frenata visto e al cambio che veniva utilizzato sfruttando solo 6 rapporti anziché gli 8 classici.

Con dei problemi così importanti Ricciardo poteva vincere esclusivamente sul tracciato di Monte-Carlo vista la grossa difficoltà nell’effettuare i sorpassi.

3) Vettel ha raccolto il massimo risultato possibile?

Sebastian Vettel è riuscito a portare la SF71H al secondo posto recuperando qualche punticino su Hamilton, terzo all’arrivo. Non è stato un fine settimana facile per la Rossa che, dopo i problemi incontrati in Spagna, è stata piuttosto competitiva ma non è sembrata mai in grado di impensierire la Red Bull.

Nel momento in cui Ricciardo ha avuto i problemi al sistema ibrido Vettel non è mai riuscito a mettergli pressione. Anzi, il ritmo imposto da Daniel, ha creato grossi problemi alle gomme UltraSoft del pilota tedesco che non riusciva ad entrare nel giusto range di temperatura. Questo fattore ha creato tantissimo graining sugli pneumatici e non ha permesso a Vettel di spingere al massimo. Il tedesco, resosi conto che il sorpasso su Ricciardo era pressoché impossibile, si è accontentato di un secondo posto che gli ha permesso accorciare a 14 i punti di distacco da Hamilton in campionato.

4) Mercedes ha limitato i danni?

Che la W09 fosse solo la terza forza su questa tipologia di tracciato era abbastanza prevedibile visto le tante difficolta che il team anglo-tedesco ha incontrato nella passata stagione. Il podio ottenuto da Hamilton è stato "regalato" dall’incidente di Verstappen durante le FP3 che lo ha estromesso dalla qualifica.

I piloti, fin dal giovedì, hanno faticato tantissimo con gli pneumatici e la cosa, pur con il miglioramento del grip sulla pista, non è cambiata durante le qualifiche e la gara. Mercedes era l’unico team che, durante le qualifiche, rimuoveva anzitempo le termocoperte al posteriore proprio perché tendevano a portarle al surriscaldamento molto velocemente. In gara, specialmente con le HyperSoft, sono stati tra i team che hanno accusato il maggior graining.

Il graining si è presentato anche nel secondo stint quando Hamilton ha montato le UltraSoft, mentre le cose sono andate meglio a Bottas che con le Super Soft ha avuto minori problemi. Il pilota finlandese, quinto al traguardo, nel secondo stint ha recuperato molto velocemente il distacco che lo separava da Raikkonen ma non è mai riuscito ad impensierire il connazionale della Rossa.