Ferrari, Binotto: "Mercedes squadra da battere. Ma noi vogliamo aprire un ciclo"

Formula 1

Si apre la settimana che porta al primo Gran Premio della stagione di Formula 1. C'è ovviamente grande attesa e curiosità attorno alla Ferrari e alla possibilità che possa spezzare il dominio delle ultime stagioni dell'indiscussa Mercedes. Sensazioni e speranze espresse da Mattia Binotto, team principal della Ferrari, in un'intervista al Corriere della Sera. Il GP d'Australia è in esclusiva su Sky Sport F1 (canale 207) e Sky Sport Uno (canale 201)

GP AUSTRALIA, LA CRONACA

Il team principal della Ferrari Mattia Binotto si dichiara ottimista a pochi giorni da GP di Melbourne. "Abbiamo una squadra che stagione dopo stagione ha dimostrato di crescere – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera - e questo processo ci sta portando ad avere una monoposto sempre migliore. Non siamo qui per vincere una stagione, siamo qua per aprire un ciclo". Punti di forza della nuova SF90? "Ha una stabilità aerodinamica importante, è prevedibile e costante a medie e alte velocità, con il vento laterale, in curva e nei rettilinei”. Non mancano però le preoccupazioni: "La squadra da battere sarà ancora la Mercedes, ha un gruppo consolidato, sa come costruire una macchina veloce, ha disponibilità economiche e competenze. Red Bull? In crescita, forte. La Honda si è rivelata affidabile anche con la Toro Rosso". Gli obiettivi di questa stagione sono chiari: "Concentrarsi sull’oggi ma anche sul dopodomani, organizzare una struttura pronta per le regole del 2021".

"Leclerc è un tipo smart"

Sebastian Vettel e Charles Leclerc avranno due macchine identiche, questo l’auspicio di Binotto: "Quello che sarà diverso è l’approccio. Charles è un investimento, passa molto tempo con gli ingegneri per migliorarsi. È anche una questione di linguaggio: deve acquisire il vocabolario necessario per comunicare, per saper spiegare la macchina. Ma lui è un tipo smart".

"Non mettiamo fretta a Mick Schumacher"

Se potesse scegliere un pilota del passato, Binotto non ha dubbi: "Schumi. Prima ancora di metterlo in macchina, però lo metterei in squadra. Perché è un leader". E sulla scelta di accogliere il figlio Mick nell' Academy: "È un grande piacere, ma non mettiamogli fretta ed evitiamo i paragoni".

"Arrivabene? Mai una lite con lui"

Dal possibile addio alla nomina a team principal: "Ritenevo di non essere più nelle condizioni di esercitare bene il mio mestiere e l’ho reso noto. Non era solo una mia difficoltà, ma riguardava tutto il gruppo anche perché se un direttore tecnico non lavora al meglio, si riflette su quelli che coordina. Altre scuderie mi hanno cercato, ma sono rimasto fedele alla Ferrari. Problemi con Maurizio Arrivabene? Avevamo punti di vista differenti riguardo la visione, la gestione del gruppo o di un week end di gara. Ma nessuna lite fra noi".

L'insegnamento di Marchionne

Binotto ha anche parlato del presidente Sergio Marchionne, scomparso pochi mesi fa: "L’insegnamento più importante di Marchionne è di non porci limiti. Darci l'obiettivo di raggiungere l’impossibile, fare qualcosa che resti nella storia, personale o di questo sport.  A volte ci stimolava magari in modo ‘violento’ ma funzionava. Sono rimasto sorpreso quando mi ha promosso a direttore tecnico, è stato un passaggio completamente inaspettato ma credo volesse rompere gli schemi. Non solo qui alla Ferrari, ma nella F1".