Formula 1, GP Eifel review: Hamilton-Mercedes, la coppia dei record

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Michele Merlino

Hamilton ce l’ha fatta al Nurburgring, ottenendo la 91^ vittoria che gli consente di eguagliare Michael Schumacher. Un altro record però lo stabilisce la Mercedes, che va a punti ininterrottamente da 228 gare, ovvero dal GP di Cina del 2008

VIDEO. SCHUMI REGALA A LEWIS IL CASCO DEL PAPA' - LEWIS, MAGICO NELLE SCELTE

Al suo rientro ai box dopo la vittoria, il pannello luminoso in entrata box ha mostrato l’immagine di Hamilton e Schumacher, con un eloquente “equal wins”: Lewis alla fine ce l’ha fatta. Il record che molti ritenevano impossibile da raggiungere, anche quando Vettel macinava vittorie a ripetizione dal 2011 al 2013 (ci ha pensato l’era Power Unit a fermarlo). 91 vittorie ciascuno, per i puristi la differenza è il numero di gare necessarie per ottenere il traguardo: 246 per Michael, 260 per Lewis. Perché i record, anche se sono assoluti, sono sempre motivo di riflessione e discussione.

 

Lewis ha ottenuto la sua 70^ vittoria con la Mercedes, e fra due andrà ad eguagliare un altro bottino significativo, quello dei successi di Schumacher con la Ferrari.

Hamilton ora ha 69 punti di vantaggio nel mondiale piloti su Bottas: è il bottino più ampio dal 2011, quando Vettel ne aveva 85 su Webber. In entrambi i casi il fatto che i primi due siano compagni di squadra denota un dominio totale da parte di un team, Mercedes ora, Red Bull nel 2011.

228 volte Mercedes

L’Eifel è stato il teatro di un altro record eguagliato, non solo quello delle vittorie di Schumacher. Si tratta delle gare a punti consecutive per un motore Mercedes. Sono 228, sequenza iniziata ben prima dell’avvento delle Power Unit in cui il produttore tedesco eccelle: i motori Mercedes infatti vanno a punti ininterrottamente dal GP della Cina del 2008 quando si correva con i (gloriosi) V8 da 2,4 litri. Una sequenza simile in Formula 1 era stata registrata in precedenza solo da un altro motorista, la Ford, che con il leggendario Cosworth DFV 3000 andò a punti ininterrottamente dal GP del Canada 1967 al GP d’Olanda del 1983 (in quest’ultimo caso con la sigla DFY)... e all’epoca solo i primi 6 prendevano punti. Per i motori Mercedes anche il traguardo di 400 partenze in prima fila, ed un altro primato è dietro l’angolo, visto che al momento contano 497 piazzamenti sul podio.

SOCHI AUTODROM, RUSSIAN FEDERATION - SEPTEMBER 26: Pole Sitter Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1 celebrates in Parc Ferme with the Pirelli Pole Position Award during the Russian GP at Sochi Autodrom on Saturday September 26, 2020 in Sochi, Russian Federation. (Photo by Mark Sutton / Sutton Images)

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Non ditelo a Verstappen

Ci vuole tanta forza di volontà per combattere contro lo strapotere Mercedes, ma forse è meglio non dirlo a Max Verstappen. Collezionare podi è certamente un risultato ragguardevole, ma se togliamo la Mercedes dall’equazione...ecco, senza le frecce d’argento Verstappen avrebbe messo a segno 8 pole su 11, ed avrebbe vinto altrettante gare. Quando è giunto al traguardo quest’anno (si è ritirato 3 volte) infatti, è sempre salito sul podio, ma davanti a lui c’era sempre una o entrambe le Mercedes. Il bottino sarebbe di 8 vittorie nelle prime 11: sarebbe un record stellare, che solo in due hanno raggiunto: Nigel Mansell nel 1992 (8) e Michael Schumacher

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Renault a podio

La Renault torna a podio con Ricciardo, che mette a segno il 30° piazzamento fra i primi tre in carriera, il primo dalla sua vittoria a Monaco nel 2018. Da quanto tempo la Renault non andava a podio? Bella domanda! La storia per il team di Enstone, si sa, non è lineare, anzi, è da crisi di identità, se non da ricovero psichiatrico. Da dove cominciare? Da quando la Benetton rilevò la Toleman? Da quando iniziarono in Formula 1 negli anni ‘70? Da quando hanno ripreso il nome dalla Lotus? No, un momento, perché la Lotus è un altro team: la Lotus propriamente detta, quella di Colin Chapman, rinata come Lotus “indiana”, quella di Tony Fernandes, che nel 2010 acchiappò il glorioso marchio e si schierò con una splendida livrea “British Racing Green” con banda gialla, la stessa delle storiche Lotus 33, 49; leggende dell’automobilismo.

 

Però si arrivò al paradosso nel 2011, quando la Renault acquisì come sponsor la “Lotus Cars” e si schierò come “Lotus Renault GP”. Peccato che quell’anno corresse anche il suddetto “Team Lotus” di Fernandes, con tutti i litigi e le dispute legali che vi risparmiamo. Ecco, proprio questa coesistenza di Lotus nel 2011 serve a dirimere la questione: i podi nel 2011 della “Lotus Renault GP” sono da ascrivere alla Renault, che in fondo era lo stesso team dell’anno prima, con la stessa sede, e pure con la sigla storica dei modelli Renault (nel 2011 gareggiò la R31) mentre i risultati (scadenti) del “Team Lotus” vanno, purtroppo, al team Lotus di Chapman. Questo per dire che l’ultimo podio prima di quello di Ricciardo è Malesia 2011 di Nick Heidfeld. Così è, se vi pare.

 

La saga della doppia identità Lotus si risolse nel 2012, quando il team di Enstone si appropriò legalmente del nome Lotus, costringendo Fernandes ad adottare il nome Caterham. Ma non è finita, perché nel 2016 la Lotus ridiventò Renault, rimandando nell’oblio il nome Lotus. Povero Tony Fernandes: il suo Team Caterham fallì dopo il 2014. Chissà, magari con la visibilità del nome Lotus avrebbe avuto più fortuna.

NüRBURGRING, GERMANY - OCTOBER 11: Daniel Ricciardo, Renault F1, 3rd position, with his trophy and Champagne during the Eifel GP at Nürburgring on Sunday October 11, 2020, Germany. (Photo by Zak Mauger / LAT Images)

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