Verstappen: "Non voglio correre fino a 40 anni, mi ritirerò prima"

Formula 1

Max Verstappen ha parlato del momento del ritiro dalla Formula 1: "Non correrò fino a 40 anni, viaggiare adesso mi piace ma arriverà un momento in cui non vorrò più farlo. Se avrò dei figli non li spingerò alle corse, lascerò a loro la scelta. Il momento più bello del 2022? La vittoria a Spa e il trionfo nel Mondiale

IL CALENDARIO DEL 2023

Max Verstappen ha appena 25 anni, è diventato due volte campione del mondo, ma pensa già al momento del ritiro. Il pilota della Red Bull ne ha parlato in un'intervista esclusiva concessa a 'De Limburger'. Il problema principale è lo stress dettato dal calendario intasato di gare, 23 al momento in attesa di sapere se la Cina verrà sostituita: "Ho spesso indicato che questo è il motivo principale per cui non continuerò a correre fino a 40 anni. Viaggiare molto non è salutare. Mi piace ancora molto adesso, ma devi rinunciare a tante cose per questo. Sembra assurdo perché guidare la Formula 1 è ovviamente un sogno per molte persone, lo è davvero. Sei molto lontano da casa e dalle persone che ami: arriva un momento in cui non ne puoi più". 

"Se avrò figli lascerò a loro la decisione se correre o meno"

"Voglio decisamente dei figli e se vorranno correre, per me nessun problema, però darei loro un’educazione diversa da come hanno fatto con me papà e mamma. Loro hanno fatto di tutto per spingermi a correre. Io lascerò i miei bambini decidere, dovranno volerlo loro. Se sarà così, per me sarà importante stare con loro quando avranno tre-quattro anni, per iniziare a gettare le basi. Seppure per me sia facile parlare ora che non li ho, magari ragionerò diversamente quando arriverà il momento in futuro". 

"Spa la gara più bella, l'importante è vincere il Mondiale"

"In termini di gara, la vittoria a Spa è stata la migliore. È stato davvero fantastico come tutto sia andato bene per noi lì. La nostra macchina era perfetta. Vincere il titolo mondiale è stato ovviamente il momento clou. La festa mancata? Non pensi a come sei diventato campione del mondo. Ciò che conta è che tu lo sia diventato. Il modo non ha importanza. Io e mio padre ce lo siamo sempre detti: non importa come vinci, basta che vinci”.