Verstappen: "Per un dream team sceglierei papà". Lo speciale "Il Cannibale" su Sky
ESCLUSIVAIl campione del mondo in carica Max Verstappen, autentico dominatore anche della stagione in corso con una striscia aperta di nove vittorie consecutive, si è raccontato in esclusiva a Mara Sangiorgio nello speciale "Il Cannibale", andato in onda sui canali Sky. L'olandese ha parlato delle sue ambizioni, delle sue vacanze italiane, del rapporto con i membri del suo team e con suo padre: "La sua esperienza è stata fondamentale per me"
Il Mondiale di Formula 1 è sempre più nelle sue mani dopo la vittoria nel Gran Premio di casa in Olanda. E ora, dopo nove successi di fila, Max Verstappen è pronto per la prossima sfida a Monza. La settimana che porta al GP d'Italia si apre su Sky con lo speciale "Il Cannibale", l'Intervista esclusiva al due volte campione del mondo della Red Bull realizzata da Mara Sangiorgio. Ecco le parole di SuperMax ai microfoni di Sky Sport:
Ciao Max, come stai?
"Non male, tu?"
Anche io non male. Che momento stai vivendo?
"Penso un buon momento, sono felice di quello che stiamo facendo come team. Sono felice con me stesso. Ed è stato un bene fare una piccola pausa dopo le gare impegnative che abbiamo avuto prima della sosta. E adesso sono molto felice di ritornare a correre".
Con quale parola descriveresti te e questo tuo momento? Rilassato, concentrato? Quale useresti?
"Credo proprio sia rilassato, mi godo il momento, certo sono completamente concentrato sulla Formula 1, ma allo stesso tempo mi godo il momento".
Per le tue vacanze hai scelto il nostro Paese, sei stato in Italia. Ti è piaciuto?
"Si è stato molto bello, non ero mai stato in Sardegna prima, specialmente d’estate ed è stato veramente bello. Bel tempo, buon cibo, bei posti da visitare, mi è piaciuta molto".
Sei stato con i tuoi amici, con la tua famiglia, nella vita cerchiamo tutti un equilibrio, tu hai trovato un equilibrio nella tua in generale?
"Sì, penso di sì. Sono molto felice di dove sono nella mia vita, delle persone con cui sono e che mi circondano. E di sicuro mi aiuta molto tutto questo. Perché sono molto tempo lontano da casa e loro mi fanno sentire come se fossi lì e mi fanno star bene. Per me è un bel momento, va tutto bene!"
Ti piace essere già una specie di papà?
"Non è proprio il mio ruolo che penso di avere, ma in qualche modo faccio del mio meglio per cercare di esserlo in qualche maniera. Ma sì, va bene. Ovviamente all’inizio non sai mai come andrà perché è tutto nuovo per te, adesso sono più sereno ed è molto divertente averla intorno".
Da casa nostra alla tua, l’atmosfera è molto speciale, hai la tua personale armata arancione enon solo qui. I tuoi tifosi ti seguono in tutto il mondo: hai realizzato cosa stai facendo nel nostro sport?
"Da molto tempo stiamo andando bene nello sport. Da olandese credo che avere un Gran Premio di casa aiuti molto, è incredibile il supporto dei fan che viaggiano per tutto il mondo per sostenermi. Penso che sia bello avere un colore distintivo, così quando vedi l’arancione capisci che sono olandesi, ed è fantastico. Mi godo il supporto, quando sono qui e quando esco dal box. Mi rende felice. Tutto ciò mi mette un gran sorriso in faccia".
Secondo te, tuo padre immaginava tutto questo quando eri piccolo?
"L’obiettivo è sempre stato quello di cercare di arrivare in F1 e già questo è un obiettivo difficile da raggiungere e non puoi immaginare cosa succederà sicuramente, è più di quello che avremmo mai potuto immaginare e sognare".
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Quanto è stato facile o difficile crescere da bambino con un obiettivo così grande davanti a te?
"Era il mio obiettivo di vita ed è quello per cui ho lavorato. Non è stato difficile, semplicemente sai che la strada verso la F1 è dura, ma non volevo fare nient'altro. Questo è ciò che amo fare".
Qualcuno dice che corri anche per vincere quello che tuo padre non ha vinto
"Per quanto riguarda mio padre, la sua carriera non è andata secondo i piani, penso avesse molto potenziale, sapeva cosa era andato storto, sa che è molto importante in giovane età avere le persone giuste intorno a te che ti guidano nella giusta direzione e penso sia quello che lui ha fatto con me. Quindi con me ha cercato di prevenire quello che è andato storto nella sua carriera. Avere lui al mio fianco per tutto il mio percorso in F1 mi ha aiutato molto a prepararmi e mi ha costantemente messo al corrente di cosa avrei dovuto sapere per essere pronto. Devo essere in forma, devo essere consapevole di quello che sta succedendo. Il paddock, lo sai, è un mondo difficile, mi ha preparato in modo molto professionale da quando ero giovane per essere pronto a tutti i possibili scenari".
Stiamo provando a disegnare il tuo cerchio magico. Mettiamo dentro il tuo papà ovviamente, Christian (Horner), Giampiero (Lambiase)
"Helmut (Marko), Dietrich (Mateschitz)..."
Perché tutte queste persone sono speciali per te?
"Prima di tutto loro sono speciali perché loro hanno reso possibile che io guidassi in Formula 1 e ovviamente poi sono diventati amici e alla fine stiamo ancora lavorando insieme e siamo una squadra. Non importa se alla fine parliamo di mio padre, Helmut, Christian. Con mio papà faccio un lavoro diverso rispetto a quello che faccio con Christian o Helmut, ma è normale. Noi tutti cerchiamo di raggiungere gli stessi obiettivi. Vogliamo vincere in pista, vogliamo vincere i campionati".
Sappiamo che sei andato a trovare Giampiero (Lambiase) durante le tue vacanze. Siete riusciti a non parlare di lavoro?
"Sì sì, ci siamo divertiti e non abbiamo parlato molto delle corse. Abbiamo parlato di famiglia, del tempo libero che avevamo. Ci siamo goduti il posto e abbiamo mangiato buon cibo".
Sinceramente, Max, ti aspettavi questo tipo di dominio per te e la tua squadra?
"No, veramente no. Dopo lo scorso anno pensavo che gli altri team si potessero avvicinare conoscendo meglio il regolamento, ma siamo stati piacevolmente sorpresi da parte nostra, come le persone sono tornate in fabbrica, di come sono tornate in pista, hanno fatto veramente un inverno pazzesco per la macchina e comunque lo scorso anno per gran parte del tempo avevamo troppo peso sulla macchina e abbiamo cercato di recuperare alcuni decimi. Considerate tutte queste cose quando siamo andati in Bahrain, penso che, sì, siamo stati piacevolmente sorpresi di quanto fosse competitiva la macchina e quanto fosse buona da guidare. Ci ho messo qualche gara per spingere al massimo delle potenzialità la macchina, per mettere a punto tutte le configurazioni. Quando ho compreso come lavorare con la macchina è diventata veramente molto molto buona da guidare".
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Avete la macchina più completa sulla griglia. Puoi dire che stai facendo la vera differenza durante questa stagione?
"Ovviamente sappiamo di avere la miglior macchina in griglia ma comunque, sai, alcuni weekend vanno meglio altri per tutte le ragioni possibili. Però penso che finora quando guardo a ciò che faccio, in ogni weekend di gara, come ho detto forse le prime gare non sono state perfette, non fantastiche. Dopodiché abbiamo lavorato ed è migliorata ancora. Sì sono molto contento della performance, relativa alla mia guida e alla macchina. Ovviamente è molto legata alle prestazioni della macchina, perché è così che funziona la Formula 1. Posso essere comunque contento delle mie prestazioni".
Pensi che il gap creato dal tuo team, da Red Bull, possa essere chiuso? In quale maniera?
"Tutto può essere colmato ma ovviamente spero di no! Ovviamente dal mio punto di vista. Tutti lavorano molto duramente, spingono al massimo per cercare di chiudere il gap. Siamo stati in quella posizione e sappiamo cosa significa. Ora noi come squadra stiamo cercando di lavorare più duramente degli altri per mantenere questo gap".
C’è qualcuno secondo te che può darti filo da torcere guidando la stessa macchina?
"Ovviamente voglio sempre pensare che sono il miglior pilota rispetto agli altri ma ci sono tantissimi altri bravi piloti. Quando hanno la stessa opportunità…."
Puoi darci qualche nome?
"Intendo tutti i giovani piloti che ci sono in Formula 1, sicuramente. Alla fine non è solo una questione di essere veloci, o fare giri veloci, ma c’è molto di più che entra in gioco quando si vuole vincere un campionato. Molte persone pensano in situazioni in cui non sono molto sotto pressione e fanno un gran lavoro. Ma quando sei costantemente sotto pressione hai molto da far vedere: devi essere solido, non puoi commettere errori, è una battaglia molto serrata. Un gioco completamente diverso. Ovviamente ho imparato molto da questi ultimi tre anni. Non è solo il fatto di essere il pilota migliore, è il sapere gestire tutte queste situazioni. La pressione intorno a te. Puoi avere la miglior macchina del mondo, del paddock, ma non ti puoi permettere grossi errori. Lo sai, il mondo ti sta guardando. Ed è questo quello che cerco di minimizzare".
Con chi formeresti un Dream Team?
"Ah se potessi scegliere e riportare le persone indietro nel tempo, direi mio padre!"
Tu e tuo padre?
"Sì, io e mio padre. Personalmente, è il mio Dream Team"
E con il tuo amico Lando no?
"No, cioè, ne abbiamo parlato. Ma lui ha un contratto molto lungo con McLaren e nessuno sa cosa accadrà in futuro".
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Il compagno di squadra più difficile che hai avuto nel box?
"Difficile da dire perché ogni pilota è diverso dall’altro. Perché ognuno ha tipi di qualità diverse. Anche per me, non si può paragonare il me di adesso con il me 18enne o 17enne. Quindi ognuno attraversa differenti fasi della vita, quindi è molto difficile sceglierne uno".
Posso chiederti se ti senti invincibile ora?
"Non penso di esserlo. Voglio solo fare il meglio possibile, in ogni singolo weekend e tirarne fuori il massimo possibile. E non è il fatto di essere invincibile perché chiunque può essere battuto e lo so questo. Basta continuare a lavorare insieme con gli ingegneri per fare il miglior lavoro possibile. Per non avere nulla da rimproverarti, tutto qua".
La verità: ti divertivi di più nel 2021 rispetto ad ora?
"Mi diverto molto di più adesso"
Adesso, sinceramente?
"Adesso. Perché è quello che mi piace fare. Mi piace vincere, mi piace dominare, mi piace lavorare con le persone con cui lavoro ed è divertente. Le persone pensano che mi annoi quando sono lì davanti ma non è così, perché è quello che volevo fare fin da quando ero molto piccolo e ho sempre voluto essere lì".
Il 2023 sarà ricordato come “Formula Max”? Sei orgoglioso?
"Siamo solo a metà strada. Non si sa mai cosa può succedere. Finora penso che abbiamo avuto un avvio di stagione pazzesco".
Quando pensi di festeggiare il tuo terzo titolo mondiale?
"Quando non importa, conta solo poter festeggiarlo a un certo punto. Onestamente non mi interessa se è in un posto o in un altro. Fino a quel punto si tratta solo di continuare a fare ciò che abbiamo fatto finora. Cercare di estendere il gap. Ovviamente questo è il mio obiettivo, vincere più gare. Specialmente quando hai una macchina come questa vuoi vincere più gare possibili in un anno".
Quanto sei orgoglioso del tuo team?
"Sono molto orgoglioso del mio team. Da dove siamo arrivati lungo il corso degli anni, chiunque sta lavorando al momento, chi è coinvolto nel progetto. È pazzesco. Non avrei nemmeno pensato di essere in questa situazione quest’anno e di lottare di nuovo per il titolo mondiale quando sono arrivato qui. È pazzesco pensarci dal mio punto di vista. Sono contento dei risultati che sto avendo. Sono sempre molto critico con me stesso. Quindi sono orgoglioso e critico allo stesso tempo. Sei felice per un minuto e subito dopo ti riconcentri per fare meglio con quello che hai imparato dalle gare precedenti".
Il terzo titolo è vicino. I prossimi tre?
"Sì è vicino ma non è ancora fatta. Non mi piace pensare in questo verso ma con il distacco che abbiamo possiamo assicurarcelo".