GP Italia, così è Monza: il "Tempio della velocità" tra curve, aneddoti e novità. FOTO
Il mitico Autodromo di Monza, che celebra i suoi 102 anni, raccontato attraverso le sue curve: Prima Variante, Roggia, Ascari, Parabolica, non dei semplici tratti d'asfalto, ma pagine di un romanzo senza tempo, che hanno eletto il circuito a Tempio della Velocità. Si ariva a questa gara dopo le modifiche apportate che riepiloghiamo qui. Tutto il weekend è live su Sky e in streaming su NOW
GP ITALIA, LA DIRETTA DI LIBERE E QUALIFICHE
- La pista di Monza - costruita nel 1922 in occasione del 25° anniversario della fondazione dell’Automobile Club Milano - è seconda per longevità solo a Indianapolis (tra i circuiti permanenti ancora attivi). La prima configurazione, progettata da Alfredo Rosselli, era costituita da una pista stradale con 7 curve e da un anello ad alta velocità con due paraboliche. Nel corso degli anni il layout ha subito rivisitazioni, spesso per aumentare gli standard di sicurezza. Si arriva alla prossima gara con modifiche che rieploghiamo di seguito.
- Nuovo asfalto
- Prima Variante: c'è più spazio. Vedete nella foto lo spazio tra la vecchia riga bianca e la nuova. C'è più 'aria' all'esterno per evitare l'imbuto
- Lesmo 1. Qui è stata modificata la pendenza per favorire il deflusso dell'acqua in caso di pioggia. C'è dunque un po' più di banking, che è presente anche in modo un po' più accentuato anche alla curva Grande
- Cordoli modificati. Come accennato in precedenza, anche i cordoli sono stati modificati. Nuovi, ma si balla sempre parecchio quando ci si passa su. Di qui via verso Lesmo 2...
- Curva Alboreto. Qui il passaggio dove c'è il numero "27" per ricordare il grande Michele Alboreto. E' rimasto l'asfalto nella via di fuga. Anche nella ex parabolica il banking sembra essere leggermente accentuato ora
- Ogni curva e non solo una storia. Il Tempio della Velocità è anche questo e scorpriamo perché è un circuito leggendario
- Va dalla fine della Curva Parabolica fino all’inizio della Prima Variante ed è lungo 1194,40 metri.
- Epico l'arrivo in volata del 5 settembre 1971, disputato senza chicane: vinse l'inglese Peter Gethin sulla BRM sugli altri "sprinter" Ronnie Peterson, François Cévert, Mike Hailwood e Howden Ganley.
- Sullo stesso traguardo nel 2019 trionfò Charles Leclerc con uno "sbandieratore" molto speciale, un altro idolo dei tifosi del Cavallino: Jean Alesi!
- Introdotta nel 1972 per limitare la velocità in ingresso alla Curva Biassono, e più volte ridisegnata, la Prima Variante è una chicane destra-sinistra molto secca.
- Proprio nella Prima variante, nel 1988, in un’annata completamente dominata dalla McLaren, Ayrton Senna, rimasto unico pilota del team in gara (Alain Prost si era ritirato) è comodamente in testa alla corsa. A 3 giri dal termine il brasiliano tenta di doppiare la Williams di Jean Louis Schlesser: il francese, presente a Monza per sostituire l'infortunato Nigel Mansell, si tocca con la monoposto del campione, che ha la peggio ed è costretto al ritiro.
- Dietro, le Ferrari di Gerhard Berger e Michele Alboreto si ritrovarono in testa, portando a casa un’insperata ed incredibile doppietta Rossa in quel 1988. Poche settimane dopo la scomparsa di Enzo Ferrari.
- Chiamata comunemente "Curva Grande", è intitolata al vicino comune di Biassono, appunto. Si tratta di un lungo curvone verso destra che le F1 attuali percorrono in pieno fino ad arrivare alla Variante della Roggia.
- Nella Curva Grande, al 32° giro del rocambolesco GP d’Italia 1995, dalla Ferrari di Jean Alesi, leader della corsa, si stacca la telecamera on board che colpisce e disintegra il braccetto della sospensione dell'altra Rossa di Berger che segue, costringendolo ad abbandonare la gara. A 7 giri dal termine arriva il ritiro anche per il francese, poteva essere una doppietta Rossa e invece a vincere è la Benetton di Johnny Herbert.
- Originariamente era una semplice curva chiamata "della Roggia" per via del piccolo corso d’acqua che scorreva nelle vicinanze. Il layout è stato modificato per ridurre la velocità nel 1976 trasformando la curva in una chicane che da quel momento diventa la Variante della Roggia o Seconda Variante.
- Nel 1995 la chicane è protagonista di un incidente tra Michael Schumacher e Damon Hill: i due - finiti nella ghiaia - per poco non vengono a contatto.
- Si hanno prime notizie delle Curve di Lesmo dal 1927 quando la "Curva delle Querce" cambiò nome in "Curvetta di Lesmo", dal comune adiacente il parco di Monza, che ospita molti eventi di contorno nel weekend di gara.
- Alla Lesmo 1 si ricorda un sorpasso incredibile di Michael Schumacher ai danni di Mika Hakkinen nel 69° Gran Premio d'Italia (1998), quando la lotta mondiale tra la Ferrari e la McLaren è al massimo della tensione. David Coulthard è il leader del GP, ma il suo motore va in fumo e annebbia il compagno finlandese, sorpassato dal Kaiser, che vola verso la vittoria.
- Situata a meno di 200 metri dalla prima curva di Lesmo, come la gemella è immersa nel verde. Inizialmente - per via della breve percorrenza - si chiamava "Curva dei 100 metri"; nel 1927 divenne la "Curva del bosco dei Cervi" e solo negli anni a venire assunse il nome di Lesmo 2. Attualmente è una curva abbastanza lenta, a differenza della configurazione passata (da oltre 240 km/h), e si percorre a circa 160 km/h.
- Jody Scheckter va a sbattere contro il guard-rail alla Lesmo 2 nel giro di formazione. La gara era già stata fermata dopo il terribile incidente al via che costerà la vita a Ronnie Peterson. Partenza ritardata alle 18.15 e gara ridotta a 40 giri: vince Niki Lauda nel giorno della sfida tra Mario Andretti (che si laureò campione del mondo) e Gilles Villeneuve, entrambi penalizzati.
- Il nome deriva dalla presenza nelle immediate vicinanze della casa di caccia dei reali, il Serraglio. È una lievissima piega a sinistra dal raggio estremamente ampio di oltre 600 metri.
- Velocissima, si percorre a circa 200 km/h dopo il rettilineo che segue la seconda curva di Lesmo. È una sinistra-destra-sinistra che porta le monoposto verso la Curva Parabolica.
- Fino al 1955 veniva chiamata "Curva del Platano" o "del Vialone" (visto che passava sopra il viale di accesso all’Autodromo) prima di cambiare nome nel 1955, dedicata alla memoria di Alberto Ascari, morto in quel punto del circuito il 26 maggio dello stesso anno, pochi giorni dopo l’incidente in cui finì nell’acqua del porto di Monaco. Nel 1972 venne realizzata la chicane, assumendo così il nome definitivo di Variante Ascari.
- Ultimissima curva, porta sul rettifilo principale. Chiamata "Curvette" nei primi anni di vita del tracciato perché composta da due curve a destra collegate da un brevissimo rettilineo. Negli anni seguenti prende la denominazione di "Curva del Porfido" per via della pavimentazione, fatta appunto in porfido. Dal 1955, quando viene ricostruita, diventa per tutti la "Curva Parabolica".
- A 20 anni esatti dalla morte di Michele Alboreto, avvenuta nel 2001 nel corso di alcuni test di collaudo nel Lausitzring, l'iconica curva Parabolica di Monza è stata intitolata all'ex pilota della Ferrari e vincitore della 24 Ore di Le Mans. La cerimonia di intitolazione sabato 11 settembre, nel giorno della Sprint Qualifying di Formula 1.