F1, GP Austin: la gara vista dalla pista negli Usa

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Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

Da una pole alla squalifica, il weekend di Leclerc in Texas si è trasformato in incubo e sofferenza. Il bilancio della Ferrari ad Austin è da bicchiere mezzo vuoto, considerando che Sainz è comunque terzo dopo la sanzione a Hamilton. Ma per il 2° posto nel costruttori serve ben altro. Il Mondiale torna venerdì in Messico: live su Sky Sport F1, Sky Sport Uno, in 4k (canale 213) e in streaming su NOW

GP USA, HIGHLIGHTS - LE SQUALIFICHE A HAMILTON E LECLERC

Da una pole a una squalifica, passando anche da un’occasione sprecata da podio. Il fine settimana di Charles Leclerc in Texas si è trasformato in un incubo, persino di sofferenza, considerando anche un problema a un dente che lo ha disturbato non poco. Estromessi dalla classifica finale sia lui che Lewis Hamilton per irregolarità al fondo: il monegasco ha perso i punti di un sesto piazzamento, peggio è andata al sette volte Campione del Mondo che con una gara da leone si era portato nello scarico di Verstappen conquistando il secondo posto. Dopo la batosta del Qatar, il fine settimana texano doveva essere un po’ una rivincita per la Rossa, ma il bilancio finale è da bicchiere mezzo vuoto.  

 

Anche se con la squalifica di Hamilton a guadagnarci è stato Carlos Sainz, che per la terza volta nella sua carriera festeggia un terzo posto non sul podio ma a casse ormai chiuse e macchine imballate. E nella classifica costruttori la Ferrari riguadagna qualche punticino su Mercedes. 

 

A Maranello il weekend con la Sprint era stato preparato bene e infatti la nota positiva rimane la competitività ritrovata in qualifica, che mancava da un po’. Il grande ostacolo poi di questa Rossa rimane la gara, soprattutto nelle prime fasi. Non è solo una questione di gomme e degrado. Con carico di benzina la SF-23 fa fatica e anche in Texas l’inizio è stato devastante per entrambi i ferraristi. In queste condizioni lottare per le posizioni di vertice diventa difficile e infatti anche ad Austin la Ferrari si è dimostrata quarta forza. Per tenere vivo almeno l’obiettivo secondo posto nei costruttori servirà ben altro.