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Ferrari, Vasseur: "Bilancio nel complesso positivo. Sappiamo quanto potrà darci Hamilton"

a sky sport

Il team principal Ferrari è stato ospite a Paddock Live Show su Sky Sport: "Nel complesso il quadro è positivo, rispetto al 2023 ci sono stati dei passi avanti. Nelle ultime gare abbiamo vissuto un periodo non positivo ma non dobbiamo deprimerci troppo, i valori cambiano rapidamente. Leclerc? Ha avuto qualche problema ultimamente ma continuo a pensare che sia lucido. Sappiamo quanto potrà dare l'arrivo di Hamilton". Tutto il fine settimana è live su Sky e in streaming su NOW

F1, GP BELGIO: LA DIRETTA DELLA GARA

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Archiviata la prima giornata di prove libere a Spa, Fred Vasseur è intervenuto nel corso di Paddock Live Show.  Il team principal della Ferrari ha tracciato un bilancio della prima metà di stagione, ha parlato degli obiettivi da qui alla fine del campionato e ha dato uno sguardo a quello che sarà il futuro della Rossa.

Cosa possiamo dire di questa prima parte della stagione della Ferrari? Prima dell’ottava gara è stata ottima, poi cos’è successo?

“Nel complesso credo che il quadro sia più positivo. Se paragoniamo le prime 12 gare del 2024 con quelle del 2023, quest’anno abbiamo conquistato due vittorie contro le 0 della passata stagione, 9 podi contro 1. Abbiamo fatto il 60% in più dell’anno scorso quindi il quadro è positivo. Ci sono valori più ravvicinati sulla griglia rispetto al 2023, in un nulla si può passare dal primo all’ottavo posto. Probabilmente ci sono 3 o 4 segmenti in questa stagione: il primo dominato dalla Red Bull, poi abbiamo dominato noi, poi c’è stata la McLaren. Abbiamo fatto un piccolo passo in termini prestazionali dopo il Canada, ma il più grande problema deriva dal fatto che non siamo riusciti a ottimizzare le situazioni in quella fase. Tutti ci siamo trovati a essere ultimi in quel gruppo ma non siamo riusciti a ottimizzare la situazione in 3-4 gare consecutive. È un peccato perché oggi siamo a 60 punti dalla Red Bull e ne abbiamo persi diversi negli ultimi eventi”.

 

La vittoria a Montecarlo ha creato un problema? Dopo la gara credevamo davvero che poteste competere per il campionato, Charles aveva avuto una grande spinta dopo quella gara.

“Sì ma io avevo iniziato la conferenza stampa dopo Monaco dicendo che non eravamo diventati campioni del mondo, non basta un buon weekend. Monaco è stato più semplice da gestire per noi e per Leclerc rispetto a una gara in cui sei 6° o 7° e devi fare il massimo per fare punti. Quando parti davanti, hai una buona macchina, un buon pilota e parti bene direi che è un weekend facile da gestire, mentre altri non lo sono. Non ho tratto nessuna conclusione la sera di Monaco perché sapevo che la stagione era ancora lunga. Il quadro di oggi non è quello che ci sarà a fine stagione ma neanche quello che troveremo a Monza. Non dobbiamo sparare troppo alto con le aspettative ma neanche deprimerci troppo, si riparte da zero in ogni gara”.

 

Probabilmente dopo Monaco sembra che l’umore o il modo di lavorare all’interno del team sia cambiato. Prima di Montecarlo c’era più calma, mentre dopo sembra che si voglia spingere al massimo…

“Non penso, credo che non sia questo il motivo. È la conseguenza del passo indietro che abbiamo fatto a livello di prestazione. Non è un segreto che abbiamo avuto un weekend difficile in Canada per diversi motivi e poi abbiamo fatto un passo indietro. Nel calendario c’è stata la Spagna, abbiamo portato l’aggiornamento e abbiamo faticato con i pezzi nuovi. Abbiamo faticato e bastano un paio di decimi per scivolare dal primo al quarto posto. Spesso abbiamo fatto un paragone con Russell: a Imola e Monaco eravamo davanti per centesimi, mentre in Spagna e Austria eravamo dietro di poco. Le cose non sono cambiate enormemente in termini di prestazioni, ma sono cambiate in termini di classifica. Per questo non bisogna esagerare nelle reazioni, perché si tratta di 3 centesimi di differenza. Non penso che è cambiato l’approccio, ma probabilmente è stato fatto un passo indietro nelle prestazioni e per compensare forse a volte abbiamo voluto strafare”.

Dicevi che avete perso 35/40 punti, pensi che Monza possa essere un punto di svolta? Credete di essere ancora in lotta per il campionato costruttori o l’obiettivo è diverso al momento?

“Evito di pensare alla fine del campionato. Se facciamo un paragone con l’anno scorso, queste tre gare (Spagna, Gran Bretagna e Budapest) sono state le più difficili della stagione. A Budapest avevamo chiuso a 60 secondi da Max, mentre la scorsa settimana siamo finiti davanti a lui a 20 secondi dal leader. Stiamo soffrendo più o meno nello stesso periodo e nelle stesse piste, voglio essere ottimista e pensare che possiamo recuperare come fatto l’anno scorso. A partire da Monza avevamo fatto la pole con Carlos, un buon weekend con un 3° e 4° posto e poi abbiamo cominciato una buona sequenza di gare. È un momento difficile della stagione ma non dobbiamo reagire in maniera esagerata, dobbiamo mantenere la calma. A volte puoi arrivare 4° o 5° ma se quello è il potenziale della macchina è un buon risultato, il problema è quando arrivi 7° o 8° e la macchina ti avrebbe permesso di fare meglio”.

 

Tornando ai piloti, pensi che Charles stia sentendo di più la pressione rispetto a Carlos?

“Ha avuto qualche problema negli ultimi weekend ma continuo a pensare che sia lucido. A volte abbiamo reagito in maniera esagerata collettivamente. Quando dico così non parlo di Charles o di qualcuno in particolare, perché il primo problema che abbiamo è per il pacchetto e poi come team inconsciamente cerchiamo di compensare. È vero che nelle ultime gare ci siamo fermati un po’ di più e la reazione nel Regno Unito è stata positiva: tornare al pacchetto precedente dopo una grande riunione aziendale per prendere questa decisione. Vi assicuro che tornare indietro non è stata una decisione semplice ma l’abbiamo presa. Da lì abbiamo cercato di rivedere qualcosa ma ci ha fatto un po’ male perché abbiamo perso due mesi. Però abbiamo delle soluzioni in preparazione, siamo ancora positivi e dinamici. Dobbiamo gestire questo periodo fino alla fine della pausa estiva per cercare di ottenere il miglior bottino possibile”.

 

Pensi che l’arrivo di Lewis possa dare quell’ultimo step a Charles?

“Non voglio pensarci perché abbiamo già tanto lavoro da fare in questa stagione. Conosciamo gli aspetti positivi dell’arrivo di Lewis. Tutti dall’inizio della stagione dicono che Russell sia più veloce di lui ma al momento è lui ad aver conquistato più punti in Mercedes”.

 

Sappiamo che la stabilità è uno dei fattori più importanti in F1. Probabilmente la McLaren al momento è il team che è in una situazione più chiara per tutti? La Red Bull ha subito un terremoto che forse non è ancora finito e anche per voi non è stato semplice perché sappiamo delle varie speculazioni e del vostro tentativo di avere Adrian Newey, di Cardile è andato in Aston Martin. Tanti cambiamenti per un team che è in cerca di stabilità…

“Non penso, stiamo parlando di individui e noi siamo un gruppo di oltre mille persone. Parliamo di individui, di qualcuno che potrebbe venire, ma la cosa più importante è il gruppo e i numeri che portano alla stabilità dell’organizzazione. Si può cambiare A con B o B con C, ma non cambierà l’organizzazione. Ho piena fiducia in questo gruppo e mi ha turbato leggere sulla stampa che avremmo potuto assumere 20 persone perché questo manda un messaggio negativo alle persone che lavorano nell’azienda. Non è l’obiettivo del team che è molto contento del lavoro svolto negli ultimi 12 mesi. Non è perfetto, perché nessuno lo è in F1. Per mesi abbiamo detto che nessuno poteva battere la Red Bull mentre abbiamo visto che nelle ultime 6/7 gare anche loro sono in sofferenze. Oggi però loro sono in ottima forma, quindi vuol dire che da gara in gara tutto può cambiare. Dobbiamo mantenere la calma, abbiamo un team forte e giovane”. 

Ti sei arrabbiato per questo?

“Sì perché questa è l’immagine del team. Non potete immaginare quanto stiano spingendo le persone che abbiamo in pista e in fabbrica. Leggere da qualche parte che qualcuno potrebbe essere sostituito la settimana successiva non è corretto per loro e danneggia lo spirito di squadra”.

 

Assumere persone comporta anche una spesa economica. Per noi è difficile comprendere il budget cup, come riuscite a gestirlo all’interno del team? Anche in virtù degli incidenti che potrebbero comportare spese aggiuntive…

“Questo è vero e non è vero. Produciamo, come Red Bull e Mercedes, almeno il 90% della macchina in casa. Questo significa che quando hai un danno magari non lo riuscirai a sviluppare secondo i piani previsti ma il costo sarà comunque limitato. Però si potrebbe rallentare il processo di sviluppo. Per quanto riguarda gli stipendi stiamo cercando di mantenerci all’interno di un certo periodo. I primi 3 stipendi sono esclusi dal budget cup, quindi anche se Aston Martin assumesse Newey non sarebbe incluso”.

 

Hai detto che pensi più al team che all’individio, ma hai anche detto che ci sarà un nome che arriverà in squadra con 5 lettere. Vorrei sapere se la prima lettera è una S o una N…

“Non è un segreto che Loic Serra entrerà nel team il mese prossimo. Sarà un buon rinforzo e un valore aggiunto perché ha un’enorme esperienza nella F1, è in pista da oltre 20 anni e ha ricoperto diversi ruoli. Evito sempre di parlare di un solo nome perché siamo in un processo e fin dall’inizio, da quando sono arrivato, abbiamo preso la decisione di rafforzare il team come aree e probabilmente abbiamo assunto 60 persone. Non voglio fare troppa pubblicità a riguardo, non voglio andare dalla stampa e dire che abbiamo reclutato questa persona o quest’altra. Anche perché sappiamo che con il budget cup di stagione in stagione i focus potrebbero cambiare da un dipartimento all’altro. Nel 2026 il focus sarà probabilmente più sulla batteria, sul carburante, sul motore. Questo significa che si dovranno spostare delle persone da un dipartimento all’altro, ma in ogni compagnia c’è il turnover anche se nella Ferrari è basso rispetto al resto del mondo. Ci saranno anche persone che andranno in pensione e dobbiamo assumere ogni mese. Credo che non siano molto carino per le persone che lavorano nel team fare una grossa pubblicità a riguardo. Preferisco mantenere un basso profilo e confidare nelle persone che abbiamo già”.

 

Si parla sempre del pacchetto aerodinamico in termini di incremento delle prestazioni, invece il motore viene sempre tenuto da parte. Pensi che nel 2026 quest’ultimo possa diventare centrale nel progetto?

“Certo perché il motore è quasi congelato. Puoi fare delle evoluzioni se riguardano l’affidabilità, questo significa che è marginale in termini di prestazioni. Ora c’è anche una sorta di convergenza dei motori, tutti sono compresi in un decimo, un decimo e mezzo. A volte alcuni motori vanno meglio in termini di energia, altri in termini di potenza pura. Nel 2026 ci sarà un regolamento nuovo, si ripartirà da 0 e non si potrà portare nulla del motore attuale e questo significa che sarà tutto nuovo. La batteria avrà un ruolo più importante all’interno del sistema così come il carburante che diventerà sostenibile. È un progetto sicuramente entusiasmante ma totalmente nuovo. Il telaio sta diventando più restrittivi per certi versi, si può ipotizzare che ci siano parametri più aperti per batteria e carburante che diventeranno più importanti”. 

I pacchetti ora sembrano più vicini, è davvero necessario cambiare regolamento ora?                      

“È vero con il sistema ideato dalla F1 a livello meccanico c’è una convergenza delle prestazioni. Dopo 6 anni con lo stesso regolamento ci sono i primi 4 team in una media di 2/3 decimi. È vero che bisogna ripartire da zero ma bisogna tenere a mente il quadro complessivo. E questo è che l’industria automobilistica sta andando sempre più verso una dimensione ibrida, non voglio parlare di quella totalmente elettrica. Il carburante deve diventare sostenibile e credo che sia una bella opzione per il futuro dell’industria automobilistica. Abbiamo la responsabilità di fare da guida nel dipartimento di innovazione della F1 e credo che sia la direzione giusta. Hai ragione, come nel 2014 potrà esserci un team che si prenderà un vantaggio tecnico nel 2026”.

 

Con il presidente Elkann immaginiamo che parliate del futuro, del presente. Vorrei sapere se hai tutto quello di cui hai bisogno per tornare a vincere il campionato. Perché in passato il presidente ci aveva detto che la Ferrari vincerà il campionato prima del 2026…

“È un obiettivo chiaro per tutti. Credo che abbiamo tutto, anche a livello di persone. Però non dovremo mai arrivare a dire che siamo a posto così, perché se arrivi ad accontentarti è la fine. Siamo in un sistema dove c’è un approccio di continuo progresso e miglioramento, sempre cercando di reclutare, sviluppare e investire. Se rimani fermo perdi sempre qualcosa, bisogna sempre migliorare anche nella mentalità del team”.

 

Hai tanta esperienza e l’hai avuta anche in altre categorie prima di arrivare in Formula 1. Sei stato in altri team di F1 e poi in quello più importante. Ti aspettavi questo tipo di pressione?

“Sì onestamente non sento troppa pressione, ce n’è molta di più nella vita normale. A volte quando sei il capo della tua stessa azienda e devi pensare al suo futuro hai paura della bancarotta e hai la pressione di arrivare al successo. Ora io so di dover vincere, è la mia motivazione, voglio farlo e ogni mattina mi alzo pensando a cosa posso fare meglio per la prossima gara o nella prossima stagione. Però non ho bisogno di qualcuno dietro di me che mi metta pressione. La cosa diversa probabilmente è la pressione che riceviamo dall’esterno perché non c’è il controllo della stampa. Ma non è una cosa che mi riguarda personalmente, perché non leggo i giornali, non ho Instagram, non ho Twitter e non guarda la Tv. Questo significa che sono piuttosto isolato. Riguarda più le persone che fanno parte del team che sono più esposte di me, perché a volte non hanno un contatto diretto con voi e forse a volte ricevono informazioni dalla stampa e si possono sentire a rischio o avere brutte sensazioni. Se vuoi fare un bel lavoro devi anche sentire di avere la piena fiducia dell’azienda. È chiaro che non è un asilo, abbiamo bisogno di risultati e tutti devono spingere”.

 

C’è una seconda parte della stagione che sarà importante anche per preparare il 2025, un’annata difficile perché si lavorerà anche sulla vettura del 2026…

“Siamo in un momento cruciale di un percorso difficile. Sarà l’ultima parte della stagione e dovremo fare delle scelte per il futuro. Ora siamo totalmente concentrati sulla macchina del 2025, ma a inizio nuovo anno dovremo decidere di mettere un punto in un determinato momento e concentrarci solo sul 2026. Quando fermarsi? Sarà determinato dalle prime gare del 2025… già dalla prima, la terza, o dai test. Se capisci di poter lottare per qualcosa o se sei un paio di decimi dietro mantieni lo stesso approccio. Nel 2021 Red Bull e Mercedes hanno lottato fino all’ultima curva per vincere il titolo e continuavano a portare pezzi nuovi, mentre la Ferrari a quel punto aveva smesso molto prima di sviluppare la macchina per sviluppare quella del 2022. Vedremo, sicuramente a un certo punto il team dovrà prendere una decisione”.