Sainz a Sky: "Anno tra alti e bassi, reagito da squadra. E non è finita. Tornare? Chissà"
A SKY SPORTIl pilota spagnolo, alla sua ultima gara con la Ferrari, ripercorre la sua stagione: "I momenti più belli in Australia e Messico, ma è stata una stagione da montagne russe con momenti bui. Sapere che non sarei più stato pilota a Maranello uno di questi, ma c'è stata una reazione. Anche come squadra e infatti siamo qui a giocarci il Costruttori". E sul futuro: "Tornare? Chi lo sa". E difende l'amico Lando Norris: "Criticato perché è onesto"
GP ABU DHABI: ULTIME NEWS - GRIGLIA - COMBINAZIONI COSTRUTTORI
Quattro anni di amore e un GP che vale ancora tantissimo. Carlo Sainz è arrivato al suo ultimo weekend con la Ferrari e si è raccontato nel corso di un’intervista realizzata da Vicky Piria. Il pilota spagnolo ha l'occasione di congedarsi da questa avventura con un titolo Costruttori che a Maranello manca dal 2008.
Hai detto che quest'anno è stato un po' come le montagne russe, partiamo dal momento più alto e più bello. Quale è stato?
"Difficile scegliere tra Australia e Messico. Di sicuro sono state montagne russe di emozioni. In Australia è stato molto emozionante per le due settimane di sofferenza dopo l’intervento di appendicite. L’incertezza sul recupero e poi essere lì e vincere. E poi il Messico, perché sembrava l’ultima opportunità anche se c’è ancora Abu Dhabi. Chissà. Li mi sono messo molto sotto pressione per vincere. E ce l’ho fatta. Lì c’erano i miei genitori, i miei amici, la mia fidanzata. Tutto il mondo guardava quel momento in un posto così speciale. Ma non mi fate scegliere tra i due…".
Hai detto che quest’anno è stato un po' come le montagne russe, partiamo dal momento più alto e più bello. Quale è stato?
"Dura scegliere tra Australia e Messico. Di sicuro sono state montagne russe di emozioni. In Australia è stato molto emozionante per le due settimane di sofferenza dopo l’intervento di appendicite. L’incertezza sul recupero e poi essere lì e vincere. E poi il Messico, perché sembrava l’ultima opportunità anche se c’è ancora Abu Dhabi. Chissà. Li mi sono messo molto sotto pressione per vincere. E ce l’ho fatta. Lì c’erano i miei genitori, i miei amici, la mia fidanzata. Tutto il mondo guardava quel momento in un posto così speciale. Ma non mi fate scegliere tra i due…".
E il momento più difficile?
"L’inizio dell’anno. Ci sono stati momenti che non sono andati come volevo. Perdere la gara a Jeddah e non partecipare, così gli incidenti in Canada e Brasile. Ma la sensazione di quella telefonata a fine gennaio in cui mi è stato detto che non sarei rimasto in Ferrari e che pensavo non sarebbe arrivata mai, quello è stato i momento più basso".
Avresti preferito saperlo dopo? Sarebbe andata diversamente?
"Non lo so. Non mi sono fermato a pensare a questo. È andata così, o come dice in romano il mio allenatore Pierluigi Della Bona ‘doveva annà così’. Ma come ultima stagione tutto questo mi ha dato sicuramente una spinta, ho voluto fare le cose ancora meglio. Forse sì, mi ha anche aiutato in tal senso. Dall’altro lato so che è stato duro tutto quel periodo, non sapere dove avrei corso nel 2025, i rumors che c’erano in giro. E ogni weekend le domande dei media sul futuro. Non è stato facile, entrambe queste due situazioni non sono state facili. Sono però orgoglioso di aver fatto una stagione relativamente buona per la situazioni e le circostanze in sui sono stato messo".
Sei all’apice della forma fisica e mentale, come hai fatto questo step?
"Quest’anno ho avuto dei picchi molto alti, e lo sono stati più degli altri anni. Ma sono sincero, un pilota ha bisogno di stabilità per rendere ogni volta a quel livello e io ho avuto zero stabilità quest’anno. Non sapevo in che scuderia sarei andato nel prossimo Mondiale, sapevo di essere in un team che a fine stagione avrei dovuto salutare. Nelle grandi stagioni di F1, i grandi piloti si sono trovati a 100% in una squadra con un progetto a medio-lungo termine del quale sapevano di far parte per andare tutti nella stessa direzione. L’incertezza in cui mi sono trovato mi ha sì caricato, ma se vuoi lottare per una stagione hai bisogno di avere tutto tranquillo e perfetto attorno. Una scuderia perfetta, insomma. E non dico di non averla avuta quest’anno, ma non è di sicuro stata la situazione ideale".
Però la stabilità te la sei trovata tu con il tuo entourage
"Sì, però penso che anche con Vasseur e Leclerc abbiamo fatto una stagione molto forte. Lo dicono i numeri e il fatto che siamo in lotta per il titolo Costruttori. Io sto parlando a livello individuale su ciò di cui ha bisogno un pilota. Se alla fine vuoi lottare per un Mondiale e avere un'annata perfetta, serve quella stabilità che io per varie circostanze non ho avuto. Ma nonostante queste, penso che tutti noi abbiamo fatto un lavoro ottimo e dobbiamo essere orgogliosi".
Vincere a Monaco, disastro a Barcellona e poi siete riusciti a capovolgere la situazione. Questa secondo me è la cosa più forte che ha fatto la Ferrari. E di solito non succede quando entri in un trend negativo. Cosa è successo?
"Il lavoro di squadra, per quello dico che dobbiamo essere orgogliosi. È stata una stagione molto dura. Da momenti incredibili come la vittoria in Australia e Monaco a momenti difficilissimi come le qualifiche di Barcellona e Silverstone dove non eravamo competitivi. E dopo siamo stati onesti con noi stessi, siamo andati a trovare il problema e lo abbiamo risolto nella stessa stagione fino ad essere capaci di tornare a vincere. Questo dimostra la forza di questa scuderia. Per questo dico che alla fine le cose sono andate molto bene e dobbiamo essere fieri di noi".
Vincere a Monaco, disastro a Barcellona e poi siete riusciti a capovolgere la situazione. Questa secondo me è la cosa più forte che ha fatto la Ferrari. E di solito non succede quando entri in un trend negativo. Cosa è successo?
"Il lavoro di squadra, per quello dico che dobbiamo essere orgogliosi. È stata una stagione molto dura. Da momenti incredibili come la vittoria in Australia e Monaco a momenti difficilissimi come le qualifiche di Barcellona e Silverstone dove non eravamo competitivi. E dopo siamo stati onesti con noi stessi, siamo andati a trovare il problema e lo abbiamo risolto nella stessa stagione fino ad essere capaci di tornare a vincere. Questo dimostra la forza di questa scuderia. Per questo dico che alla fine le cose sono andate molto bene e dobbiamo essere fieri di noi".
Sei stato compagno di squadra di Norris. Non so se hai visto le sue interviste ultimamente. Ti sembra diverso?
"No, lo vedo un uomo molto onesto. Forse delle volte anche troppo onesto per le critiche che poi riceve proprio per questo suo modo di essere. Lui dice la verità. Non ha filtri e se dice che non si sente bene a livello mentale lo fa. Ma poi viene criticato. Mentre il mondo chiede trasparenza e onestà ed essere mental health, non si parla di un ragazzo che ha fatto una stagione stupenda dopo aver guidato molto bene. Poi è onesti, mostra le sue debolezze e viene criticato tantissimo. Tutti in conferenza stampa mostriamo una faccia, ma ognuno di noi dentro ha insicurezze. Tutti i piloti. E uno che le mostra viene criticato, per questo mi sento un po’ male per lui".
I grandi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. Senti poter tornare in Ferrari un giorno?
"A lungo termine non si sa mai. Penso che la carriera di un pilota oggi possa essere molto lunga, anche se non so quanto lunga sarà la mia. Spero lo sia perché mi piace molto questo sport e ogni anno mi diverto tantissimo. Mi sono divertito tanto come pilota Ferrari, sono stati i migliori anni della mia carriera e ora vado da un’altra parte. Ma da qui a cinque, sei, otto anni della durata della mia carriera non si può dire se la Ferrari avrà ancora bisogno di me. Non ci penso, la vedo lontana come cosa. Ma sanno che sono sempre lì e che abbiamo avuto un bel periodo assieme".