F1, ultimo GP Alfa Romeo: una storia di trionfi, leggende e ritorni nel Mondiale
Alfa Romeo lascia dopo sei campionati la Formula 1. Il Gran Premio di Abu Dhabi chiude la stagione 2023 ma sancise anche l'ultimo ciak della casa del Biscione dal suo ritorno in pista. La C43 in pista con la scritta "Alfa nei nostri cuori" sulla livrea per celebrare le sei stagioni di partnership con il marchio Sauber. Ma la sua storia nel Mondiale va ben oltre ed è fatta di pagine memorabili
- Alfa Romeo lascia dopo sei anni la F1. Il Gran Premio di Abu Dhabi sarà l’ultimo. dopo il rientro nella massima serie del motorsport fortemente voluto da Sergio Marchionne. Era il 2018 e il marchio del Biscione si riaffacciò in pista dopo oltre 30 anni di assenza.
- La C43 guidata da Bottas e Zhou scende in pista a Yas Marina con la scritta "Alfa Romeo nei nostri cuori" sulla livrea e sulle tute dei piloti, come tributo che il team svizzero vuole dedicare al marchio italiano e alla sua squadra.
- L'avventura dell'Alfa romeo nel motorsport e nella F1 va ben oltre le ultime sei stagioni. Sono tante le imprese del Biscione nel Mondiale, dai titoli di Farina e Fangio all'avventura da costruttore, fino al ritiro nel 1985. Poi, come detto, il ritorno avvenuto nel 2018.
- La storia dell'Alfa in F1 ebbe inizio agli albori del Mondiale. Il 13 maggio 1950 a Silverstone, con la Ferrari assente, ci pensò il Biscione a far sventolare il Tricolore nella prima gara del campionato, monopolizzando il podio con Giuseppe Farina, Luigi Fagioli e Reg Parnell.
- A Montecarlo ecco il bis, concesso da Sua Maestà Juan Manuel Fangio: fu quello il preludio a un campionato dominato dall'Alfa con 6 successi in 7 gare (non partecipò alla 500 Miglia di Indianapolis), con il trionfo nel Mondiale piloti di Farina, davanti al compagno di scuderia argentino.
- Fangio si rifece l'anno seguente, nel 1951, quando portò a casa il secondo titolo consecutivo (4 vittorie su 8 per l'auto italiana), nella stagione della prima affermazione della Ferrari nel Campionato. "Siamo figli dell'Alfa", arrivò a pronunciare il Drake Enzo Ferrari dopo il successo della Rossa a Silverstone. In quei due campionati, l'Alfa vinse anche il virtuale titolo Costruttori, il quale sarà assegnato solo a partire dal 1958.
- Dopo due stagioni al top, l'IRI (allora proprietario della casa italiana) decise di ritirarsi dal Mondiale a causa della concorrenza elevata delle altre scuderie, Ferrari in primis. Negli Anni Sessanta, l'Alfa scese di nuovo in pista in quattro occasioni (1961 in Italia, 1962, 1963 e 1965 in Sudafrica) montando il motore della Giulietta 1.5, raccogliendo però zero punti e ben sei ritiri (su 10 vetture al via).
- Nel 1970 ecco un nuovo tentativo, con la fornitura del motore V8 della T33 sulla McLaren, guidata da Andrea De Adamich. I risultati furono mediocri, bissati nel 1971 dalla March guidata sempre dal pilota italiano. A far tornare prepotentemente l'Alfa in F1 ci pensò nel 1976 Bernie Ecclestone, proprietario della Brabham, che strinse un accordo triennale per la fornitura dei motori.
- La prima stagione fruttò tre quarti posti (due con Carlos Pace), preludio ai quattro podi del 1977 (due secondi e altrettanti terzi posti) e ai due successi della BT46 firmati da Niki Lauda in Svezia e a Monza.
- Dal 1977, l’Alfa Romeo stava lavorando tramite l'ingegner Carlo Chiti per un ritorno nel Circus in qualità di Costruttore. Dopo un paio d'anni di lavoro, al GP del Belgio del 1979, il Biscione tornò in pista con la 179 affidata a Bruno Giacomelli. Nonostante gli enormi sforzi, l'italiano non fu in grado di raccogliere nemmeno un punto.
- Decisamente migliore fu la stagione seguente, con il quinto posto nel GP d'Argentina e la pole position del GP USA Est, con quasi un secondo di vantaggio su Piquet. Il sogno della vittoria a Watkins Glen si interruppe dopo 31 giri al comando per un guasto all'iniezione, ma diede nuova linfa alla scuderia tricolore.
- Nel 1982, l'Alfa Romeo fu protagonista in tre GP. A Las Vegas, Giacomelli salì sul podio. Stesso risultato per Andrea De Cesaris, terzo a Montecarlo pur senza vedere la bandiera a scacchi e autore della pole a Long Beach, dove restò in testa 15 giri, ritirandosi a causa di un incidente.
- Il 1983 fu la migliore annata dell'Alfa in Formula 1, eccezion fatta naturalmente per le prime due stagioni iridate: con la 183T, De Cesaris fu secondo in Germania e in Sudafrica, facendo segnare anche il giro veloce a Spa. Anche il compagno Mauro Baldi terminò due volte a punti (Montecarlo e Olanda), portando il Team al sesto posto nella classifica Costruttori davanti a Tyrrell e Lotus.
- Dopo aver stretto un accordo di fornitura dei motori con Osella, l'Alfa raggiunse il podio per l'ultima volta nel GP d'Italia del 1984 con Riccardo Patrese, preludio alla fine dell'avventura al termine della stagione seguente.
- Era il 27 novembre del 2017 quando fu annunciato ufficialmente il ritorno del marchio del Biscione in F1 attraverso una partnership con la Sauber e l'impegno nel Mondiale dalla stagione 2018. "Determinati a scrivere un nuovo glorioso capitolo di storia", disse l'allora del presidente di Ferrari e FCA Sergio Marchionne. Dopo 32 anni, il libro della storia Alfa in Formula 1 si è dunque riaperto.
- Mondiale 2018: 8° pèosto Costruttori / piloti: Leclerc-Ericsson
- Mondiale 2019: 8° posto Costruttori /piloti: Raikkonen-Giovinazzi
- Mondiale 2020: 8° posto Costruttori / piloti: Raikkonen-Giovinazzi
- Mondiale 2021: 9° posto Costruttori / piloti: Raikkonen-Giovinazzi
- Mondiale 2022: 6° posto Costruttori / piloti: Bottas-Zhou
- Mondiale 2023: ora 9° posto Costruttori / / piloti: Bottas-Zhou