MotoGP legend: Rainey, il cowboy campione di sfortuna

MotoGp
Il tre volte iridato, Wayne Rainey, è costretto su una sedia a rotelle dal 1993 (Getty)
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Il californiano, tre volte consecutive vincitore del Mondiale fra il 1990 e il 1992, ha visto spezzare la propria carriera a causa di un incidente a Misano, che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Ma le sue imprese restano nel mito del motociclismo

di Claudio Barbieri

Ci sono campioni che sono tali anche nella sfortuna. Il motociclismo, grazie alla sua aura di pericolosità estrema, ne è pieno. Wayne Rainey fa parte di questa cerchia dal 5 settembre del 1993, quando un banale incidente sulla pista di Misano lo ha costretto su una sedia a rotelle, paralizzato agli arti inferiori e impossibilitato a proseguire nella sua arte: guidare una moto e vincere titoli Mondiali.



La tripletta iridata -
Dopo essersi fatto le ossa nei campionati nazionali (compresa una parentesi iridata in 250 nel 1984), Rainey sbarca in Europa nel 1988, a 28 anni, per guidare una Yamaha nella classe 500. Il californiano viene seguito a ruota dal suo arcirivale Kevin Schwantz, che firma per la Suzuki. I due si sfidano senza esclusioni di colpi per un paio di stagioni, regalando spettacolo ma non ottenendo a fine campionato l'alloro desiderato. Quando Rainey spezza l'incantesimo, nel 1990, non smette più di vincere. Il pilota della Yamaha conquista tre titoli iridati consecutivi, mettendo insieme 24 successi, 64 podi, 15 pole e 22 giri veloci nella classe regina.



La vita ricomincia a 33 anni -
Il terribile incidente di Misano, oltre all'uso delle gambe, gli fa perdere un Mondiale che sembrava già vinto in favore del suo eterno rivale, Schwantz. Rimasto nel circus per un paio di stagioni in qualità di team manager, il californiano è tornato in pista nel Campionato americano Superkart ed è uomo immagine della Yamaha, casa con la quale ha corso le sue 6 stagioni iridate in 500.
Attualmente vive a Monterrey, vicinissimo al Circuito di Laguna Seca, che ha intitolato in suo onore la curva che segue il mitico Cavatappi. Con la certezza che Wayne, alla chicane resa celebre da Stoner, Rossi e Marquez, si sarebbe difeso da vero cowboy.