Terapia della parola: Dottor Costa, il filosofo del paddock

MotoGp
Il Dottor Costa accompagna Valentino Rossi subito dopo il grave infortunio del Mugello 2010 (Getty)
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Il "dottorcosta" ha lasciato da poco la guida della Clinica Mobile, che dal 1977 ha salvato molte vite in pista. Oltre alla competenza, mancheranno anche i suoi aforismi, divenuti un cult fra i tifosi della MotoGP: eccone alcuni fra i più celebri

di Claudio Barbieri

Dici "dottorcosta" e ti si apre un mondo. Storie di guerrieri e lottatori su due ruote, fiabe che talvolta sfociano in tragedia. Da pochi mesi, il Dottor Claudio Costa, fondatore della Clinica Mobile che dal 1977 presta il primo soccorso durante le gare del Motomondiale, ha lasciato la sua creatura nelle mani del suo erede, Michele Zasa. Nella lunga carriera in pista, colui che è stato definito "l'angelo dei piloti" ha vissuto momenti esaltanti ma anche drammatici, l'ultimo la morte del caro amico Marco Simoncelli. In passato il "dottorcosta", insieme alla sua equipe, ha salvato tante vite, da Graziano Rossi a Franco Uncini, fino a Mick Doohan, cui ha restituito una gamba che sembrava già persa.



La terapia della parola - Il Dottor Costa ha sempre trattato i piloti come eroi mitologici. Abbiamo raccolto alcuni dei suoi celebri aforismi, passi di lettere e citazioni che svariano da Valentino a Stoner, fino alla tragedia di Simoncelli. Parole che hanno lasciato un marchio indelebile tra tutti coloro che hanno avuto a che fare non solo con un medico, ma anche con un filosofo, un appassionato e un amico.

Mentre scalava il sentiero tormentato del dolore nel tempio della velocità di Indianapolis, Stoner diventava non solo eroe per se stesso, ma anche per tutto il mondo che soffre

Il giovane campione di nome Marco se n’è andato con il tramonto del sole della Malesia e il suo andare è stato un rumore di vita, il rumore gioioso che Marco ci ha sempre regalato

Ho sempre raccontato che l’uomo può riuscire a sfiorare il dito di Dio, e che se oggi Michelangelo dipingesse la Cappella Sistina, vicino al dito di Dio metterebbe il dito di Valentino

L’alpinista sorride alla vertigine dell’altezza, il subacqueo sorride all’inquietudine degli abissi, il motociclista sorride all’ebbrezza della velocità

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Andrea (Iannone) pura emozione del fanciullo che vuole continuare a rincorrere un sogno dove le ferite si trasformano, per magia, in un sogno

Valentino ha corso solamente ispirato alla sua Musa: la Moto. Le ferite della spalla destra si stanno rimarginando e il dolore che rimane è un bastone che fa correre il campione sul sentiero del coraggio.