Tra Coriano e Misano: sulle vie della Romagna del Sic
MotoGpIl ricordo di Marco Simoncelli è ancora forte nella terra in cui è nato. In particolar modo nei giorni in cui si svolge il GP Tim di San Marino e della Riviera di Rimini quando tutto, o quasi, parla di lui
Di Gianluca Maggiacomo
La casa e il circuito sono vicini. Coriano e Misano distano appena otto chilometri. Per percorrerli ci vuole poco, soprattutto in sella a una moto. Magari andando a tutta velocità come tanti fanno nella Riviera adriatica, da sempre terra di motori e piloti. Lì le gare sono un rito laico a cui pochi si sottraggono. Il podio, da piccoli, sono in tanti a sognarlo. Romagna: sinonimo di tante cose. Anche di Marco Simoncelli. Perché il Sic qui è nato e, ancora oggi, è amato e celebrato. È parte della memoria collettiva. Del comun sentire. A Misano il circuito su cui si corre il Gran Premio di San Marino è dedicato a lui. Segno di riconoscenza ed identità. Ma non solo. Ci sono statue e murales. Eventi ed iniziative organizzati con regolarità.
Il ricordo del pilota capellone, con la voce gracchiante e la battuta sempre pronta è più vivo che mai. Un fatto scontato, visto che Simoncelli con la propria terra d’origine ha sempre mantenuto un legame forte. La Romagna come culla e luogo di crescita. Un posto sicuro dove tornare. Sempre. Anche quando era arrivata la notorietà. La sua Coriano era un rifugio dove scaricare la tensione e ricaricare le batterie. Spesso percorrendo le strade in collina piene di curve, dove lanciarsi con gli scooter era un piacere. Posti che parlano di lui. Come La Cava, il circuito scenario di tante corse con gli amici e delle divertenti battaglie con Valentino Rossi. Romagna, luogo semplice e genuino. Terra della “piada”, di cui di Sic era ghiotto. E dei bar dove amava giocare a carte e raccontare le barzellette che lui stesso inventava.
Nelle vie, negli angoli e nei racconti della persone, Simoncelli è presente, in modo particolare quando arriva il GP di San Marino. Quello di casa. Un’occasione speciale che dà modo a tanti, in Riviera, di ricordare il suo modo di correre spericolato, spesso al limite, ma che tanto piaceva ai tifosi. Soprattutto quelli di Romagna. I suoi primi fan. Quelli che con lui condividevano la carta d’identità. Gente che il rombo lo sente dentro e che continua ad andare a tutto gas.
La casa e il circuito sono vicini. Coriano e Misano distano appena otto chilometri. Per percorrerli ci vuole poco, soprattutto in sella a una moto. Magari andando a tutta velocità come tanti fanno nella Riviera adriatica, da sempre terra di motori e piloti. Lì le gare sono un rito laico a cui pochi si sottraggono. Il podio, da piccoli, sono in tanti a sognarlo. Romagna: sinonimo di tante cose. Anche di Marco Simoncelli. Perché il Sic qui è nato e, ancora oggi, è amato e celebrato. È parte della memoria collettiva. Del comun sentire. A Misano il circuito su cui si corre il Gran Premio di San Marino è dedicato a lui. Segno di riconoscenza ed identità. Ma non solo. Ci sono statue e murales. Eventi ed iniziative organizzati con regolarità.
Il ricordo del pilota capellone, con la voce gracchiante e la battuta sempre pronta è più vivo che mai. Un fatto scontato, visto che Simoncelli con la propria terra d’origine ha sempre mantenuto un legame forte. La Romagna come culla e luogo di crescita. Un posto sicuro dove tornare. Sempre. Anche quando era arrivata la notorietà. La sua Coriano era un rifugio dove scaricare la tensione e ricaricare le batterie. Spesso percorrendo le strade in collina piene di curve, dove lanciarsi con gli scooter era un piacere. Posti che parlano di lui. Come La Cava, il circuito scenario di tante corse con gli amici e delle divertenti battaglie con Valentino Rossi. Romagna, luogo semplice e genuino. Terra della “piada”, di cui di Sic era ghiotto. E dei bar dove amava giocare a carte e raccontare le barzellette che lui stesso inventava.
Nelle vie, negli angoli e nei racconti della persone, Simoncelli è presente, in modo particolare quando arriva il GP di San Marino. Quello di casa. Un’occasione speciale che dà modo a tanti, in Riviera, di ricordare il suo modo di correre spericolato, spesso al limite, ma che tanto piaceva ai tifosi. Soprattutto quelli di Romagna. I suoi primi fan. Quelli che con lui condividevano la carta d’identità. Gente che il rombo lo sente dentro e che continua ad andare a tutto gas.