Lorenzo, per sempre Yamaha: "Voglio chiudere qui"
MotoGpIl pilota Yamaha a Milano per un evento promozionale: "I miei limiti quest'anno sono stati gomme e condizione fisica". Su Rossi: "Rispetto al 2013 è tornato competitivo, ma negli ultimi 4 GP ho fatto più punti di tutti"
di Alfredo Alberico
Chi lo conosce bene dal punto di vista sportivo sarà dello stesso avviso: quello delle ultime due stagioni non assomiglia nemmeno lontanamente al vero Jorge Lorenzo. Perché piaccia o non piaccia, susciti o meno simpatia, il pilota spagnolo è uno in grado di dare molto di più sia in termini di costanza che di risultati. Quattro successi mondiali, due nella MotoGP (2012 e 2010) e altrettanti nella 250 (2006 e 2007), non arrivano per caso. Fenomeno Marquez a parte, principale e forse insormontabile ostacolo per chi punta al titolo, solo il tempo dirà se il maiorchino della Yamaha potrà tornare a lottare per questo obiettivo. Già, tutta una questione di tempo. E allora non sembra nemmeno un caso che il 27enne Jorge sia il testimonial di una nota azienda italiana che produce orologi da polso, la Sector. Quella che non ha "limits", per intenderci. Qualche limite, però, durante la stagione in corso Lorenzo lo ha incontrato: "L'inizio non è stato facile - ha detto durante un blitz a Milano per lo sponsor -. Abbiamo avuto problemi con la gomma dura, e la mia condizione fisica è stata pessima per gli interventi chirurgici subiti in inverno. Alle prime gare sono arrivato con una forma non al top. Cose superate, sto molto meglio".
Quella volta che... - Caruccio, sempre alla moda, spigliato, pure simpatico. Lorenzo è un perfetto uomo immagine per fare affari anche in posti lontani come l'Indonesia, dove il Motomondiale non fa tappa ma dove, dicono, lui è un mito assoluto. Jorge, poi, più l'ascolti e più dà l'impressione di essere meno freddo e distaccato di ciò che potrebbe sembrare in tv. Si apre così tanto nel corso della chiacchierata milanese da rivelare anche qualcosa in più sull'avversario Honda e sulla sua Yamaha: "In passato potevo cambiare squadra, ma non so se andare in Honda è un'ambizione necessaria per chi punta a vincere. Io l'ho fatto qui e qui spero di chiudere la carriera. E' team storico, dove sono passati grandi campioni e che mi ha trattato sempre bene".
Competitivi, più vicini alla Honda - Il concetto è semplice e Lorenzo ci tiene a ribadirlo: "La Honda ha fatto tanto bene negli ultimi anni. E' una questione di cicli: loro ora sono un po' più avanti. Ma noi siamo lì, siamo competitivi".
E su Rossi - Non poteva mancare una battuta su Valentino Rossi. "Rispetto al 2013 ha fatto un grande passo avanti, è tornato competitivo lavorando duramente. Però negli ultimi quattro gran premi ho fatto più punti di tutti. E lui fino a Misano non era mai stato vicino a vincere". Come dire, compagni di squadra sì, ma pur sempre rivali.
Chi lo conosce bene dal punto di vista sportivo sarà dello stesso avviso: quello delle ultime due stagioni non assomiglia nemmeno lontanamente al vero Jorge Lorenzo. Perché piaccia o non piaccia, susciti o meno simpatia, il pilota spagnolo è uno in grado di dare molto di più sia in termini di costanza che di risultati. Quattro successi mondiali, due nella MotoGP (2012 e 2010) e altrettanti nella 250 (2006 e 2007), non arrivano per caso. Fenomeno Marquez a parte, principale e forse insormontabile ostacolo per chi punta al titolo, solo il tempo dirà se il maiorchino della Yamaha potrà tornare a lottare per questo obiettivo. Già, tutta una questione di tempo. E allora non sembra nemmeno un caso che il 27enne Jorge sia il testimonial di una nota azienda italiana che produce orologi da polso, la Sector. Quella che non ha "limits", per intenderci. Qualche limite, però, durante la stagione in corso Lorenzo lo ha incontrato: "L'inizio non è stato facile - ha detto durante un blitz a Milano per lo sponsor -. Abbiamo avuto problemi con la gomma dura, e la mia condizione fisica è stata pessima per gli interventi chirurgici subiti in inverno. Alle prime gare sono arrivato con una forma non al top. Cose superate, sto molto meglio".
Quella volta che... - Caruccio, sempre alla moda, spigliato, pure simpatico. Lorenzo è un perfetto uomo immagine per fare affari anche in posti lontani come l'Indonesia, dove il Motomondiale non fa tappa ma dove, dicono, lui è un mito assoluto. Jorge, poi, più l'ascolti e più dà l'impressione di essere meno freddo e distaccato di ciò che potrebbe sembrare in tv. Si apre così tanto nel corso della chiacchierata milanese da rivelare anche qualcosa in più sull'avversario Honda e sulla sua Yamaha: "In passato potevo cambiare squadra, ma non so se andare in Honda è un'ambizione necessaria per chi punta a vincere. Io l'ho fatto qui e qui spero di chiudere la carriera. E' team storico, dove sono passati grandi campioni e che mi ha trattato sempre bene".
Competitivi, più vicini alla Honda - Il concetto è semplice e Lorenzo ci tiene a ribadirlo: "La Honda ha fatto tanto bene negli ultimi anni. E' una questione di cicli: loro ora sono un po' più avanti. Ma noi siamo lì, siamo competitivi".
E su Rossi - Non poteva mancare una battuta su Valentino Rossi. "Rispetto al 2013 ha fatto un grande passo avanti, è tornato competitivo lavorando duramente. Però negli ultimi quattro gran premi ho fatto più punti di tutti. E lui fino a Misano non era mai stato vicino a vincere". Come dire, compagni di squadra sì, ma pur sempre rivali.