Nieto, nel box dello Sky Racing VR46 con in testa Ancelotti
MotoGpViene dalla famiglia più decorata del motociclismo spagnolo: il papà è stato 13 volte campione del mondo e la sua passione per le corse è nata sin da bambino. Ora la sua missione è scovare talenti. "M'ispiro all'allenatore del Real Madrid"
"Sono una testa dura, avevo solo 6 anni, papà mi portava alle gare, io vedevo mio fratello e mio cugino Fonsi (Alfonso Gonzales, vice-campione del mondo nel 2002 ) diventare piloti, lo volevo anche io. Un giorno andai da papà e gli dissi: 'voglio correre' e lui: 'sei matto'. E per risposta mi mandò in Svizzera a studiare con la promessa che se avessi fatto bene mi avrebbe dato una mano a diventare pilota".
Ma poi l'abbiamo vista in pista per un bel decennio..."
Ho imparato le lingue (ride)! Mio padre mi ha sempre detto che non tutti possono essere dei campioni, che questo nostro sport è molto difficile. Ha ragione, come pilota non ho fatto neanche l'1% di quello che ha fatto lui. Ci davo dentro, ma non era sufficiente. Ed ho scoperto che ciò che mi piace davvero è stare con i ragazzi".
E cosa ci dice di suo padre, Angel Nieto?
"Papà per me è un idolo ma soprattutto un padre-amico. Ricorro a lui quando ho dubbi e se devo fare delle scelte. Mi indirizza, dice che sono uno esigente, mi ha sempre spronato a non cambiare. Riteneva che io fossi più da box che da pista e che avessi una grande attitudine a lavorare con i giovani".
Rivalità con suo fratello Angel jr?
"Abbiamo corso insieme tante volte, c'è sempre una certa rivalità, anche se poi sorpassare tuo fratello è una cosa diversa dal sorpassare solo un collega".
Oggi è Team Manager della scuderia di Sky...
"Ogni giorno imparo una cosa nuova. Lo Sky Racing Team VR46 non è una scuderia normale, possiede un enorme potenziale, lo sanno tutti, è il progetto del futuro".
Ha creato un decalogo?
"Sono uno esigente, appunto, pretendo che tutti diano sempre il massimo, ma non ho stilato un vero decalogo, sono convinto che il team debba diventare come una famiglia dove sentirsi, muoversi, divertirsi in maniera complice e armoniosa".
Come è arrivato al Team?
"Grazie a Valentino. Era venuto in Spagna, siamo stati a cena, abbiamo parlato e lui mi ha detto 'presto lavoreremo insieme' e poi è arrivata la proposta. Ne sono orgoglioso, anche Cremonini è stato un mio sostenitore".
Cesare Cremonini?
"Sì, abbiamo anche un vero inno grazie a lui. Una canzone bellissima '46', l'ha scritta per Valentino e l'ha dedicata al team. Siamo tutti suoi fan. In Spagna non lo ascoltavo, ma quando l'ho conosciuto mi è piaciuto subito. So che con Valentino ha caldeggiato la mia candidatura".
Lei è di Madrid, le piace Carlo Ancelotti?
"Ancelotti per me è un vero campione e un grande allenatore, ha una mentalità affascinante. Al team vedo il mio lavoro un po' come il suo. M'ispiro a lui, o almeno ci provo".
E il calcio...
"Lo seguo, tifo Real e lo pratico. Anche con il team, perché serve a fare squadra. Con i ragazzi e con lo staff ci ritroviamo a giocare partitelle quando siamo in giro; si crea una bella atmosfera. Sono un tipo riservato, ma il gioco libera ed armonizza".
Ritorniamo al suo tweet...
"Adoro l'Italia, il cibo, la gente, sono felicissimo di andare e venire dal vostro Paese. E sono felice di lavorare con lo Sky Racing Team VR46, di affrontare il Motomondiale con una scuderia innovativa e due giovani piloti talentuosi. Fenati e Migno sono forti e simpatici. Credo che Valentino realizzi cose che per altri sarebbe impossibile solo pensare. Mi è stata offerta la sfida che tutti vorrebbero, lo so".
Próximo destino Milan!! Y mañana jerez ✊✊✊ pic.twitter.com/4EAGLKE0T9
— pablo nieto (@pablonieto22) 16 Marzo 2015