Ducati, un anno dopo. Dovi & Iannone in sella a una belva

MotoGp

Elisa Calcamuggi

La Desmosedici GP15 (FOTO) non ha nulla a che vedere con quella che guidava Valentino. Un moto che ora è più compatta, più corta e più piccola. Il motore è stato riprogettato. L'aerodinamica ristudiata. Yamaha e Honda hanno di che preoccuparsi...

Forse il primo ad accorgersi che quest'anno sarebbe stato tutto diverso è stato proprio Vale. E' stato lui che nei test invernali aveva sbirciato con attenzione i progressi della Ducati e ora che in vetta alla classifica c'è lui, seguito da Dovizioso e Iannone, si capisce - ancora una volta - che ci aveva visto lungo… il Vale.

La Desmosedici Gp15 infatti non ha nulla a che vedere con la Ducati che guidava lui. E' tutta un'altra storia. Merito di Dall'Igna che ha compiuto la rivoluzione e di Dovizioso che - approdato in Motogp nel 2008 - ora ha il giusto grado di esperienza, ma anche di malizia e convinzione per combattere con i migliori. A Dall'Igna è bastato un anno. Un anno per fare squadra con Dovi, un anno per capire cosa non funzionava e migliorare le prestazioni in curva, il grip e il passo gara.

Come ha fatto? Ha ridisegnato la moto che ora è più compatta, più corta e più piccola. Il motore è stato riprogettato. L'aerodinamica ristudiata in funzione di ottimizzare i flussi. E mentre Dall'Igna pensava alla moto, Dovizioso ci ha messo del suo allenandosi come non mai. Essere il primo pilota gli ha dato sicurezza, fiducia e ora lui e la sua moto fanno paura agli avversari.

E' chiaro che c'è ancora da fare ma ogni Gran Premio serve ad apportare piccole modifiche - come le alette laterali - che fanno migliorare le sensazioni, la guida e le prestazioni. La buona notizia è che il potenziale di sviluppo è ancora ampio. Per questo i giapponesi - Yamaha e Honda - hanno di che preoccuparsi.