Gli italiani e il loro GP: le sfide più belle al Mugello

MotoGp

Paolo Lorenzi

Domenica il GP d'Italia sul circuito del Mugello. Il podio dell'infuocata edizione del 2000 (Foto Getty)

IL VIDEO. Giocare in casa conta e nel Gran premio d’Italia i piloti "azzurri" non si sono mai risparmiati. Come nel 2000, quando Rossi debuttò in 500 e in pista furono subito scintille con Capirossi e Biaggi

Tra duelli infuocati e sorpassi impossibili, le curve del Mugello le hanno viste davvero tutte. Si sa il fattore casa conta e nel Gran premio d’Italia gli italiani non si sono mai risparmiati. Un esempio significativo fu l’edizione del 2000. Quell’anno segnò il debutto di Rossi in 500 e in pista furono subito scintille con Capirossi e Biaggi. Il pilota romagnolo impose un ritmo indiavolato che fiaccò la resistenza prima di Rossi, che cadde a due giri dalla fine e poi di Biaggi che scivolò a sua volta. Tre anni dopo sono ancora loro i protagonisti: sorpassi e controsorpassi, staccate memorabili, alla Casanova Savelli, alle Arrabbiate, ovunque sui saliscendi toscani.  Alla fine Rossi riuscì a prendere un po’ di margine tagliando per primo il traguardo.

E l’Italia dei motori festeggiò così un altro podio tricolore. Come fece anche nel 2005 dove a Rossi, Biaggi e Capirossi, si unì Marco Melandri, autore di una splendida staccata alla San Donato, dove si arriva oltre i 300 km/h. Dopo un bel duello con Biaggi vinse ancora una volta il Dottore. Da ricordare, poi, c’è l’ultimo interminabile giro in 250 tra Simoncelli e Pasini nel 2009: un sorpasso a ogni curva, prima di vedere, infine, Pasini battere l’amico di sempre.

La gara da incorniciare, a detta di molti, è però quella del 2006 perché il risultato fu incerto fino all'ultimo. Rossi e Capirossi, Hayden e Pedrosa, Gibernau e Melandri, erano tutti lì, fianco a fianco. Al 14° giro Rossi sbagliò aprendo la porta agli avversari, ma il suo recupero fu incredibile. Uno dopo l’altro riprese la testa della corsa, e il duello con Capirossi all’ultimo giro fu da infarto Sotto lo sguardo ammirato di Michael Schumacher. Spettacolo ed emozioni che il Mugello amplifica ed esalta. Perché l’aria di casa, si sa, sferza il sangue nelle vene dei nostri piloti.