Rossi-Lorenzo, duello di nervi: la sfida per il Mondiale è anche psicologica

MotoGp

Marta Abiye

Jorge Lorenzo e Valentino Rossi si contendono il titolo Mondiale 2015 (foto getty)

La corsa al titolo fra Vale e Jorge è anche una battaglia mentale che premierà il pilota più lucido. Entrambi hanno commesso errori quando hanno abbassato la tensione. La concentrazione sarà fondamentale nelle ultime gare, già a partire da Aragon

La pressione si sente. Eccome se si sente! E la lotta per il titolo nel motomondiale è ormai una guerra psicologica. La prima vittima è stata Lorenzo a Silverstone, in condizioni di parità in classifica mondiale, complice la pioggia, Rossi ha conquistato il primo gradino del podio, su una pista in cui in teoria Jorge partiva favorito. Per il maiorchino sembra più semplice rincorrere, ha recuperato quasi 30 punti in 4 gare. Eppure quando si è trovato a dover fare il colpaccio, per superare Valentino in campionato, si è fatto prendere dall'ansia. Risultato: Valentino è tornato in testa al mondiale con 12 punti di vantaggio.

Correre con la testa - A Misano è stata ancora la pioggia a stravolgere la carte, ma la tensione questa volta ha portato entrambi a commettere errori. Rossi ha fatto una scelta sbagliata, che gli è costata il podio, ma almeno gli ha fatto portare a casa altri 11 punti importantissimi per il Mondiale. Jorge è stato troppo impaziente e nel suo caso il prezzo da pagare è stato ancora il più alto, una caduta e 0 punti. I Mondiali  si corrono con le moto, con il talento, ma soprattutto con la testa: ecco allora 23 punti di vantaggio di Valentino su Jorge, con ancora 5 gare dalla fine del campionato.

Crocevia Aragon
- La prossima gara, ad Aragon, sarà cruciale. Per Valentino, che l'anno scorso qui prese una bella botta, è una pista difficile, ma i test di qualche settimana fa sono andati bene e si sente fiducioso. Lorenzo l'anno scorso agguantò la vittoria in una gara bagnata azzeccando la strategia e senza farsi prendere dalla foga. Quella stessa foga che a Misano l'ha fatto cadere, lo scorso anno ad Aragon riuscì a gestirla bene, del resto quando sei quarto in classifica, con oltre 100 punti di distacco dal leader Marquez, restare lucidi è più facile. Ora le cose sono cambiate. La posta in gioco è alta, nessuno mollerà, ma comunque alla fine ne rimarrà uno solo. Il più lucido. Il migliore.