Giappone, storia di un signor Rossi al battesimo da campionissimo
MotoGpIl 24 aprile del '94 a Suzuka, in Giappone, l’impresa di Norifumi Abe incanta un ragazzino di 15 anni che quella gara della Classe 500 la vede dal soggiorno di casa sua a Tavullia. Diventerà prima Rossifumi, poi The Doctor
Poca elettronica per tanti cavalli: 24-4-1994, buio pesto in Italia. Il trittico dell’est a metà degli anni ’90 apre la stagione, invece che accompagnarla alla conclusione. GP del Giappone, classe 500, terza prova del mondiale. Siamo a Suzuka, pista vera, dura, cattiva, pericolosa (troppo). In pole un italiano che con i mostri sacri della Gold Coast Australiana e con quelli Born in the Usa ci sa stare e bene: Luca Cadalora #5 sulla YZR Marboro del team Yamaha di King Kenny Roberts. Dei leoni degli anni ‘80-’90 restano pur sempre Kevin Schwantz con il #1 sulla carena della sua Suzuki RGV nei colori del tabaccaio Lucky Strike e Mick Doohan #4 con la NSR Honda in livrea ufficiale HRC (che di li a poco il #1 sul cupolino lo metterà per 5 volte consecutive). Qui si parla di giganti della moto, dei fenomeni delle 500 da 130kg e 180cv, dove l’elettronica sta tutta o quasi nel polso destro, nel tentativo di non farsi lanciare a due metri da terra nel più classico, rabbioso e devastante degli high side. A contorno dei tre di cui sopra, gente come Kocinski, Criville, Barros non propriamente dei fermi.
Nessuna paura dei giganti - Semaforo, pronti, via! Ben presto è chiaro che qui a Suzuka dobbiamo aggiornare l’elenco dei nostri idoli. C’è un capellone giapponese, una wild card locale “spinta” dalla Honda, tale Norifumi Abe col #56 che, al debutto nel mondiale sulla pista di casa, fa di tutto per mettersi dietro i giganti della 500 che fino a quel momento aveva visto solo in tv. E’ vero, guida una NSR di quelle buone, conosce la pista, ma i fenomeni se li mette dietro sul serio e non ci sono storie. Sta in sella con busto eretto sul serbatoio, stacca con le forcelle a pacco, butta giù in piega la 500 come fosse una 125 e la intraversa in uscita. Come se non bastasse non ha paura ad entrare duro su Doohan e Schwantz, i quali se hai 18 anni (!) e sei al debutto, un minimo di timore reverenziale dovrebbero fartelo venire (per capirci Mick e Kevin avevano esordito rispettivamente a 23 e 22 anni… ed erano considerati precoci). A tre giri dalla fine, finisce tutto com’è forse inevitabile. Abe l’NSR rossa se la mette in testa dopo l’ennesima staccata impossibile alla curva 1. “Ero certo di poter arrivare secondo, ma volevo vincere” racconta il giovane del “Mister Donut blue fox team”.
Rossifumi prima di The Doctor - Quell’alba di aprile l’impresa di Norifumi Abe non incanta solo 72mila ammutoliti giapponesi in tribuna a Suzuka ma anche un ragazzino di 15 anni che quella gara la vede dal soggiorno di casa sua a Tavullia. La gara la registra con il VHS e la rivedrà così tante volte da lì in avanti da consumare il nastro della cassetta. Nasce così Rossifumi, un omaggio alla “pesarese maniera” all’idolo giapponese da portare con allegria ma anche con orgoglio su tuta e cupolino. Norifumi “Norick” Abe il conto con il GP di casa lo mette a posto nel ’96 per poi chiuderlo definitivamente nel 2000 cogliendo la terza vittoria in carriera in poco piu’ di dieci anni di motomondiale 500. Il conto con la strada, invece, Abe lo paga drammaticamente il 7 ottobre 2007 quando una manovra proibita compiuta da un camion si porta via il ragazzo di Tokyo. Un anno più tardi nel 2008, il ragazzino di quell’alba del ‘94 diventato ormai The Doctor, vincendo in Giappone il suo ottavo titolo mondiale, ricorda Norifumi con una dedica speciale e un piccolo adesivo sul casco. Una moto stilizzata rossa con il #56 azzurro come quel giorno a Suzuka, per non dimenticare Norifumi, per non scordarsi il Rossifumi che è sempre in lui, in The Doctor.