Meno avventato, più concreto: l'evoluzione di Marc

MotoGp

Paolo Lorenzi

Marc Marquez, campione MotoGP nel 2013 e nel 2014 (foto getty)
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Il pilota della Honda ha avuto una crescita importante che lo ha portato a essere il candidato principale al titolo: meno impulsivo degli esordi, Marquez adesso guida in modo giudizioso e accorto

Giudizioso e accorto, sempre un fuori classe motociclisticamente parlando, ma meno avventato degli esordi e forse anche un po' calcolatore. Il Marc Marquez di oggi ha qualcosa in più, una qualità che se dimostrerà di aver assimilato fino in fondo potrebbe renderlo il candidato principale al titolo. Nel diluivo di Assen era stato l’emblema della concretezza, ma altre volte quest’anno Marquez ha  dimostrato di saper chiudere il gas al momento giusto, per non compromettere con un sorpasso dei suoi, spericolato e talvolta impossibile, un risultato prezioso.

Da diavolo ad angioletto - E così il piccolo diavolo, trasformato in angioletto, comanda il campionato con una vittoria in meno di Jorge Lorenzo e tante quante quelle di Valentino Rossi. Ma il cammino dei due piloti della Yamaha, a differenza del suo, fino ad oggi è stato un percorso a ostacoli: due cadute per lo spagnolo, altrettante per il Dottore che ha anche visto sfumare, è il caso di dirlo, il podio del Mugello. E pensare che l’anno scorso Marquez aveva vinto più di Rossi rimasto in lizza per il titolo fino all’ultimo, mentre lui si è trovato a rincorrere, inutilmente, molto presto. Troppi errori, spesso dettati da un’eccesiva carica agonistica, hanno pesato sulla bilancia dei suoi risultati. Ma se Marquez, come sembra, ha infine capito la lezione, qualcun altro, forse, rischia di finire dietro la lavagna al posto suo.