MotoGP, quante cadute: 48 contro le 38 del 2015

MotoGp

Paolo Lorenzi

Yonny Hernandez, Pramac Ducati, e uno degli scivoloni durante il weekend di Assen (Foto Getty)
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Tanti i piloti che sono finiti a terra nelle prime 8 gare: dopo Assen, se ne contano ben 10 in più rispetto alla scorsa stagione. Eppure finora si è girato poco sul bagnato

Scivolare in gara o in prova rientra nel conto di ogni pilota. E’ un rischio con cui ciascuno di loro deve convivere. Ma quest’anno in Motogp il computo delle cadute è davvero pesante, tanto da insinuare il dubbio che la classifica non rispetti il reale rapporto di forze in pista. Chi cade ha sempre torto, lo ha ribadito ad Assen anche Valentino Rossi, che ha però invitato tutti a riflettere sul gran numero di scivolate sull’acqua verificatesi nell’ultimo gran premio. Ben 26 tra FP4, qualifiche, warm up e gara. Il picco nella seconda parte di gara, 9 in tutto, per mancanza di feeling sull’anteriore. 

Problema emerso inizialmente con gli pneumatici da asciutto, in parte risolto dai tecnici Michelin ma drammaticamente ripropostosi in Olanda con la pioggia. Quest’anno si è girato pochissimo sul bagnato e questo spiega in parte i risultati di Assen, ma il conteggio dei ruzzoloni registrati nelle prime 8 gare ha già raggiunto quota 48, contro i 38 della passata stagione.

Tra le vittime illustri, Lorenzo, Dovizioso, Iannone e Rossi che proprio ad Assen ha visto allungarsi la sua rincorsa al titolo. Alla fine, però, ha ragione chi resta in piedi, lo ripetono di continuo i piloti, e lo può ben dire Marc Marquez, saldamente in vetta alla classifica, con meno vittorie di Lorenzo, meno in giri al comando in gara rispetto a Rossi, ma con zero cadute alle spalle. Nel mondiale delle scivolate, prima di tutto, conta tagliare il traguardo.