Verso il GP di Brno: come si trasformano i piloti

MotoGp

Paolo Lorenzi

GettyImages-Iannone-Marquez

Andrea Iannone e Marc Marc Marquez: due piloti e due personaggi diversissimi ma accomunati da un'evoluzione per certi aspetti molto simile

Attento, al limite anche ragionatore, azzardato ma al momento giusto, stratega certo ma ovviamente dotato di grande talento. E’ il ritratto del pilota perfetto, da manuale verrebbe dire, che almeno sulla pista di Spielberg ha incarnato alla perfezione Andrea Iannone. Una novità rispetto al pilota tutto  grinta e istinto visto in altre occasioni. E con ben altri risultati. Se il pilota di Vasto saprà dare continuità a questa nuova forma mentale, il resto verrà di conseguenza.

 

Ma Iannone non è l’unico esempio di un’evoluzione che porta  la grinta agonistica, dote fondamentale di un pilota vincente, a temperarsi  con la capacità di interpretare la gara al meglio dei propri mezzi. Marc Marquez ha sorpreso tutti quest’anno in una veste nuova e diversa, lontana dal pilota spericolato e incontentabile che ne ha determinato la sconfitta lo scorso anno. La prudenza, sfoderata al momento giusto, dallo spagnolo è la chiave del suo attuale successo. Marquez rischia solo, per sua ammissione, quando vale la pena farlo. Altrimenti si accontenta. Discorsi da pilota maturo, più di quanto lascerebbero intuire i suoi 23 anni di età. 

 

Valentino Rossi è però, forse, l’esempio a cui tutti si sono ispirati: una perfetta miscela di talento, astuzia ed esperienza che lo ha mantenuto al vertice del motociclismo fino a 37 anni. A  giudicare dagli ultimi risultati, però, qualcuno deve avergli rubato il segreto della formula.