Chi ha testa e chi ha cuore. Gp da mosca... ceca

MotoGp

Guido Meda

Cal Crutchlow, pilota “privato” che vince per il team italiano di Lucio Cecchinello è un inglese tutto cuore (Getty)
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IL COMMENTO. A Brno non è asciutto e non è bagnato. Ne esce una gara assurda in cui la moto conta meno e sul podio ci si va solo con grandi dosi di testa o di istinto

Ci sono chiavi e modi di essere diversi dietro ai successi e agli insuccessi della gara umida di Brno. C’è chi ha portato a casa il risultato con la testa, chi ci ha messo soprattutto l’istinto e l’azzardo e chi non ha portato a casa niente per mancanza di fortuna o di gomme.

Cal Crutchlow, pilota “privato” che vince per il team italiano di Lucio Cecchinello è un inglese tutto cuore, papà da dieci giorni e oltre il limite da anni. E’ un ragazzo intelligente nel quale però di norma l’istinto prevale sul resto. Ha il piglio dell’inglese duro e puro, che non sente il dolore e se lo sente non te lo dice. La sua vittoria passa anche attraverso una scelta di gomme da bagnato (dura/dura) completamente diversa da chiunque. Nell’umidiccio incomprensibile di Brno, sembrava che il vero azzardo fosse il suo, salvo scoprire – ma dopo - che era il solo ad aver scelto, con l’istinto, l’unica strada certa per vincere.

Valentino Rossi che arriva secondo in un’altra gara di strategia è una gran bella notizia nella misura in cui le due gare di strategia precedenti le aveva toppate entrambe. E’ partito penalizzatissimo, indietrissimo, ed è venuto su piano piano senza sfondare le gomme, costruendo il feeling, guardando gli altri intorno a sé che perdevano pezzi di gomma mentre i suoi tempi miglioravano in un modo che sembrava impossibile prevedere.

Analitico com’è ha tenuto fede con la testa, l’esperienza e il talento enorme ad una scelta molto razionale (dura/morbida)  l’unica che non gli pareva un azzardo. Il contrario di Crutchlow. E’ così che Rossi, come sapete, si è preso il secondo posto nel mondiale davanti ad un Lorenzo equipaggiato nella stessa maniera, ma con la gomma davanti in pezzi a causa di un assetto più estremo. Lorenzo alterna di norma botte di razionalità a guizzi istintivi; buio e luce, nel bene e nel male. Stavolta ancora buio, male.

Le Ducati al via volano, prima con l’istintivo Iannone (morbida/morbida), poi con l’intelligente Dovizioso (morbida/morbida), poi di nuovo con l’istintivo Redding (morbida/morbida). Poi naufragano tutte in un morbido e corale sfracello di gomme.

Intorno a ‘ste gomme come avrete capito gira tutto, ma solo perché non si decide a fare pioggia o sole. Son già tre volte che ci misuriamo con condizioni miste che non sono né intelligenza né talento. Quello che bilancia meglio è Marquez. Istintivo per eccellenza, che guardando al mondiale ha imparato a compiere solo scelte razionali. Anche le sue gomme a Brno (morbida /morbida) erano un azzardo, ma ci si è fatto portare con la testa fin sul podio. Aggiungendo al tutto quell’elemento meno codificabile, ma comune a molti chiamato manico.