Iannone, niente GP: "Sto bene, pareri discordanti"
MotoGpIl pilota abruzzese è caduto durante le prime fasi delle libere del venerdì a Misano. Lamentando da subito un dolore alla spalla, è stato portato all'ospedale di Cesena per accertamenti. Berardi, direttore sanirario del Centro Medico: "Nulla di drammatico, ma non si può rischiare". Il ducatista fatica a mandar giù la decisione
Niente da fare per Andrea Iannone. L'abruzzese della Ducati, protagonista durante le prime libere di Misano di una rovinosa caduta che gli ha provocato una lesione a livello della terza vertebra toracica, non ha ricevuto il via libera dai medici che lo hanno visitato questa mattina."Non è nulla di drammatico, pensavamo che il ragazzo potesse correre e magari anche vincere la gara, ma il problema in questi casi è il nuovo trauma che potrebbe comportare conseguenze molto gravi per la carriera del ragazzo - spiega Eraldo Berardi, direttore sanitario del centro medico di Misano -. Non mi sono sentito di assumermi la responsabilità di farlo andare in pista, farlo correre oggi sarebbe stata una posizione azzardata. Da parte della Ducati e dello stesso Iannone "c'è stato un atteggiamento ottimo, ci hanno ascoltato. Il ragazzo ha cercato di convincerci a farlo provare per un giro, ma in un giro c'è lo stesso rischio di dieci e quindi abbiamo deciso di no".
La Ducati - Iannone è "molto dispiaciuto, perché era pronto a salire in moto nonostante il dolore, ma dobbiamo rispettare il parere dei professionisti, secondo loro questa è la soluzione migliore", è il commento di Paolo Ciabatti, direttore sportivo della Ducati.
E Iannone ... - "Sto bene. Sto meglio fisicamente che psicologicamente. Quanto accaduto stamattina non mi ha fatto molto bene, ci sono stati pareri molto discordanti dei medici gia' da ieri. Avevo la necessità di tornare in moto stamattina per provare un po' di cose. Sono cosciente che era dura correre, ma volevo capire le prime sensazioni. Il pilota quando cade deve tornare il prima possibile in moto e questa negazione mi ha dato molto fastidio. Capisco i medici, ma dovrebbero mettersi un po' più d'accordo pur avendo frequentato la stessa università".