Valencia, Maverick da urlo. Ma i big ci sono tutti

MotoGp

Guido Meda

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Nuove moto e vecchi equilibri nei collaudi dove tanti stanno provando nei nuovi team: chi è forte resta forte, a prescindere dalla moto. Lo spagnolo è già a suo agio sulla Yamaha e si può già dire sia un candidato al titolo. Lorenzo già efficace sulla Ducati, Iannone bene sulla Suzuki

La conclusione è che puoi rimescolarli come meglio crede il mercato, puoi cambiar loro la moto, la squadra e pure il compagno, ma i piloti forti restano forti. I test di Valencia si limitano ad aggiungere delle sorprese a fatti già noti. 

Viñales già candidabile al titolo. Marquez, ritmo da maestro - Maverick Viñales in sella alla Yamaha che fino a due giorni fa FU di Lorenzo, è già tra i candidati per il titolo. È stato il più veloce di tutti sia nel primo che nel secondo giorno e anche il ritmo è ottimo. Certo ha dovuto pensare solo a far chilometri, senza occuparsi di muovere i primi passi di sviluppo della nuova moto 2017. Però... figuriamoci quando comincerá a farlo anche lui! Viñales mette la Yamaha dove e come vuole, tanto che di Lorenzo in Yamaha si sono già bell'e dimenticati. Marc Marquez ha il secondo tempo di giornata a due decimi da Viñales. Il motore Honda è tutto nuovo (poco più potente, più gestibile e con una voce più gutturale dovuta alla nuova configurazione degli scoppi) e Marquez è il solito campione del mondo che anche con l'asfalto freddo del tardo pomeriggio ha sfoderato una regolarità che chiunque altro se la sogna. Il famoso passo gara insomma è suo.

Dovizioso e Lorenzo, Ducati efficace da subito - Andrea Dovizioso è terzo generale con la gomma morbida a quasi mezzo secondo da Vinales. Ma lui e Lorenzo, che globalmente sulla Ducati ha fatto un grande debutto chiudendo ottavo a sette decimi dal primo, si sono occupati della versione 2017 della moto rendendola efficace da subito. Un caso unico a confronto con Honda e Yamaha che invece hanno generato un po' di delusione nei loro piloti. Forse a Lorenzo interessava il miglior tempo e ci ha provato. Forse alcune caratteristiche tipiche che rendono difficile la Ducati ancora non sono superate, ma la calma nel box e l'attenzione di Lorenzo ai dettagli fanno pensare che le qualità del pilota e quelle della moto possano dare luogo ad un binomio sempre da podio. Come del resto già dimostrato da Dovizioso e Iannone nel 2016. Andrea Iannone, dopo aver distrutto la sua nuova Suzuki con un brutto volo, torna in sella carico come la dinamite e si prende di forza - l'unica maniera che conosce - il quarto tempo. La sua Suzuki non è perfetta, si muove moltissimo sulle ruote, ma a questo Iannone non importa neanche un po'. Guida come se non ci fosse un domani e alla fine non ha nemmeno un brutto passo.

Rossi, lavoro per il futuro - L'eterno Valentino Rossi è settimo della due giorni di test a sette decimi da Vinales e davanti a Lorenzo di soli 35 millesimi. L'onore è salvo in una due giorni in cui Rossi ha lavorato per il futuro, sperimentando - tutte lui che è il più esperto - le novità Yamaha che al momento non sembrano eclatanti alla luce delle prove comparative come il vecchio modello. Un enorme passo avanti lo fa l'Aprilia con il nuovo acquisto Aleix Espargaro che arraffa il decimo tempo e si scioglie in complimenti per la moto italiana. Ed è una super-sorpresa, come lo sono del resto il decimo e l'undicesimo tempo di Folger e Zarco arrivati sulla Yamaha del team Tech3 dritti dritti dalla Moto2 tenendosi dietro tanti piloti che la Motogp la conoscono un bel po' meglio di loro.