Moto2 e Moto3, le sorelle (diverse) dello Sky-VR46

MotoGp
A sinistra la KTM Moto3, a destra la KALEX Moto2 con la nuova livrea 2017 dello Sky Racing Team VR46
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Alla scoperta delle peculiarità della KTM RC 250 GP e KALEX: tecnica, stile di guida e filosofia delle due moto con le quali lo Sky Racing Team VR46 prenderà parte al Motomondiale 2017 in due distinte categorie

Sorelle da un punto di vista prettamente estetico, ma così diverse. La stagione 2017 vedrà per la prima volta lo Sky Racing Team VR46 contemporaneamente presente in due distinte classi del Motomondiale, scegliendo per questo doppio-impegno i progetti più competitivi sulla carta: KTM per la Moto3, KALEX per la Moto2.

La tecnica - Accomunate dalla medesima veste grafica svelata giovedì scorso in occasione della finale di X Factor, le due moto dello Sky Racing Team VR46 sono concettualmente differenti. La KTM RC 250 GP Moto3 risponde appieno al regolamento vigente FIM con un propulsore monocilindrico 250cc 4 tempi che sprigiona una potenza intorno (se non superiore...) ai 60 cavalli, collocato in un telaio a traliccio tubolare distintivo di tutte le "Kappa" da corsa. Di tutt'altra filosofia costruttiva la KALEX Moto2: telaio doppio trave in alluminio, mono-motore (da regolamento) Honda su base CBR 600RR preparato da ExternPro con una potenza indicativa sui 130 (poco meno) cavalli. Snocciolando dati più congeniali all'immaginario collettivo, una Moto3 raggiunge i 250 km/h, mentre per la Moto2 la velocità massima è di poco inferiore ai 300 orari. Ultimo, ma non ultimo, il fattore-peso non è certamente da trascurare: 80kg la KTM Moto3, 150 la KALEX Moto2, con il regolamento che prevede per le due categorie un peso minimo moto più pilota rispettivamente di 152 e 217kg.

Stile di guida - Complice proprio il peso, inevitabilmente cambia lo stile di guida nel passaggio da Moto3 a Moto2. "Si avverte soprattutto nei cambi di direzione, la Moto2 non è così agile come una Moto3", spiega Francesco Bagnaia, pilota dello Sky Racing Team VR46 in Moto2. "Non si può nemmeno esagerare in fase di staccata perchè i 150kg si fanno sentire. La Moto2 è in ogni caso divertente: il fatto che non ci siano controlli ad ogni uscita di curva sei sempre di traverso, devi pertanto controllare l'apertura del comando del gas. Con la Moto3 devi entrare fortissimo in curva, staccare il più tardi possibile ed aprire il gas quanto prima: con l'esatto opposto la Moto2 dove devi gestire la potenza". Una tesi condivisa da Stefano Manzi: "Con più potenza con la Moto2 c'è più spinning (pattinamento della ruota posteriore, ndr), pertanto in uscita di curva devi cercare di raddrizzarla per aprire il gas correttamente. Senza controlli elettronici il divertimento alla guida offerto dalla Moto2 è superiore rispetto ad una Moto3, ma nel contempo è più tecnica: ad un certo livello di competitività si arriva facilmente, più problematico il successivo incremento di prestazioni".

Filosofia - Entrambe votate a valorizzare e formare i giovani talenti in previsione di un futuro passaggio in MotoGP, le due categorie sposano delle filosofie concettuali con significative differenze. La Moto3 accoglie i giovanissimi al loro esordio nel Motomondiale, mentre la Moto2 forma loro con potenze e peso d'esercizio delle moto superiori in vista dell'approdo alla classe regina del Motomondiale. Se nella prima categoria vi è una presenza diretta delle case costruttrici (KTM, Honda, Mahindra/Peugeot), in Moto2 la formula mono-motore Honda lascia spazio soltanto all'ingegno dei telaisti (KALEX, Suter, Speed Up, Tech 3, la stessa KTM) ed alla totale libertà nella scelta delle sospensioni (WP, Ohlins, Kayaba). Un format dove il minimo dettaglio può fare la differenza, lasciando tuttavia campo all'estro, talento e velocità dei piloti.