Franco Morbidelli ottiene la sua prima vittoria alla quarta stagione in Moto2 e si candida per il titolo mondiale che nessun pilota italiano ha mai vinto. Il successo dell’italo-brasiliano con la passione per il calcio e il talento per i motori è il frutto di una crescita costante
Ci sono tanti modi per conquistare la vittoria. Franco Morbidelli ha scelto il più puro e genuino: il lavoro duro, l’allenamento costante, la convinzione di chi non smette mai di crederci. La sua storia è così difficile e meravigliosa insieme. La sua prima vittoria arriva nella notte del Qatar, battesimo di una stagione in cui il Tricolore ha l’obbligo di tornare finalmente protagonista.
Lo stesso Tricolore che Franky porta sul casco accanto al verde-oro della bandiera carioca. Perché il Brasile lui ce l’ha nel sangue: grazie alla mamma brasiliana, e al calcio. Una passione a cui è difficile rinunciare, anche quando gioca la “sua” Roma. Ma il sacrificio di Morbido, 22enne romano trapiantato alle porte di Tavullia, è ben ripagato. A Losail il dominio sugli avversari è schiacciante e si traduce in un hat trick: giro veloce, pole position, vittoria. E poco importa che la pole sia frutto dei tempi combinati dei primi tre turni di prove libere. Il ragazzo promettente è ora una solida certezza.
Eppure l’approdo di Morbidelli nel Motomondiale non è stato subito vincente. Figlio d’arte (suo papà, Livio, è stato vice campione italiano 80cc e 125cc), Franky è stato allevato dal Team Italia, con il quale nel 2013 ha vinto il Campionato Europeo Superstock alla guida di una Kawasaki ZX-6R. Proprio nel 2013 esordisce come wild card in Moto2, sulla Suter del Team Gresini, sotto gli occhi del responsabile tecnico Fabrizio Cecchini.
Nel 2014 entra ufficialmente nel Motomondiale, in sella alla Kalex del Team Italtrans dove trova Aligi Deganello, ma anche nella VR46 Riders Academy, culla dei giovani talenti italiani con quartier generale a Tavullia. L’intesa con Valentino Rossi è perfetta. Il terzo posto sul podio di Indianapolis, l’anno seguente, sembra l’alba di una stagione tutta da vivere. Un sogno che si interrompe in agosto, durante l’allenamento, con la frattura di tibia e perone e l’obbligo a rimanere fermo per ben quattro gare.
Tutto rimandato al 2016. Quando, da metà stagione in poi, Morbido sale otto volte sul podio su 11 gare. È un’ascesa continua, manca solo la vittoria. Almeno fino a ieri. «Tutti pensano che in me sia scattato qualcosa l'anno scorso, in realtà è stato solo un cambiamento fisiologico – spiega Morbidelli ai nostri microfoni - Si cresce, si migliora. Sia la moto (del Team Estrella Galicia 0,0 Marc VDS, ndr) sia come persona. Spero di essere uno dei più forti per tutta la stagione. Questa è una categoria piena di insidie e gli avversari spuntano come funghi».
Johann Zarco, Alex Rins e Jonas Folger sono passati alla MotoGP. I rivali in questa stagione si chiamano Thomas Luthi, Alex Marquez, Takaaki Nakagami, Miguel Oliveira. Ma Franky ha le qualità e la moto giuste per riportare in Italia quel titolo della classe intermedia che manca dal 2008, cioè dalla vittoria mondiale in 250cc di Marco Simoncelli. «Ho sempre visto un grande potenziale in Franco – dice il team principal Michael Bartholemy – Due anni fa, in molti si chiedevano perché avessi scelto lui. Adesso lo sanno».