Il gesto dello spagnolo subito dopo l'incidente in Argentina ha fatto il giro del mondo. Un gesto non bello, di cui si è già scusato, ma anche un'immagine di un’umanità struggente
Lorenzo che in Argentina lancia a terra la moto incavolato nero dopo la caduta non fa un bel gesto. Anzi, è brutto. Lo è perché in quella moto ci sono l'energia, le speranze, la passione e la fatica di chi l'ha fatta e di chi nel weekend ha lavorato per farla andare al meglio. Di solito insomma, sulla macchina o sulla moto da corsa non ci si accanisce; è una sorta di regola cavalleresca non scritta che si tramanda di pilota in pilota.
L'ultima volta che ricordo ebbe per protagonista Hopkins quando prese platealmente a calci la sua Suzuki. Non si dovrebbe fare. Non fosse che poi siamo fatti di carne, cuore e nervi e anche i più compassati perdono la brocca quando il livello della tensione supera il limite. Siamo sinceri: io perdonerei e perdono tranquillamente Lorenzo per il gesto, non ci monterei la panna come vedo fare da chi non aspettava altro che un secondo fiasco dopo il Qatar. Partiva sedicesimo dopo aver lottato per giornate intere e cade alla prima curva. Prima di spingere la Desmosedici a terra Lorenzo le parla come fosse una donna che l'ha tradito. La tiene in piedi e urla a lei e a se stesso "Tio nooo, no es posible" (no ragazza, non è possibile trad.). C'è un'umanità struggente in questa relazione uomo-macchina. In quei momenti la testa può andarsene per i fatti suoi.
Bisogna capire se si tratta di esasperazione bella e buona per un feeling che non ne vuole sapere di prendere quota o se, al contrario, Jorge si incavola perché stavolta ha creduto di averla in mano e di aver risolto parte dei suoi problemi senza poterlo sperimentare. Non è comunque un momento facile. Diciamola tutta: le svampate, gli scatti di nervi di Jorge quando le cose non girano come dovrebbero sono noti a tutti. Prima si consumavano tra le quattro mura del box Yamaha, mentre questa è stata catturata dalle telecamere a bordo pista. Jorge ha il suo lato irritabile, ma ha anche un corrispondente lato spiccatamente sensibile. È un ragazzo che chiede affetto continuo, con un bisogno assiduo di consenso. Il fatto di essere, per ora, esposto ad una sfida che sembra difficilissima e inferiore nei risultati a quella persa da Rossi prima di lui, non agevola la sua tranquillità.
Ci sono il tempo e i presupposti per cambiare. Certo è che nella giornata rossa delle due cadute di Jorge e Dovi (del tutto incolpevole e in fase di rimonta), la terza caduta è la più preoccupante . E invece che farmi indignare mi mette tenerezza. Adesso su, ripartire e avanti per il Texas. Il risultato deve arrivare, per forza. Lo ha dimostrato Dovizioso, lo può fare anche Jorge.